definición y significado de Bretagna | sensagent.com


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Definición y significado de Bretagna

Definición

definición de Bretagna (Wikipedia)

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Frases

11ª Divisione Corazzata (Gran Bretagna) • 1ª Divisione Aviotrasportata (Gran Bretagna) • 7ª Divisione Corazzata (Gran Bretagna) • Accademia Apulia di Gran Bretagna • Anna di Bretagna • Anna di Gran Bretagna • Arturo I di Bretagna • Arturo III di Bretagna • Blavet (Bretagna) • Capitan Bretagna • Consorti reali di Gran Bretagna • Duca di Bretagna • Ducato di Bretagna • Esarcato apostolico di Gran Bretagna • Francesco II di Bretagna • Francobolli autoadesivi della Gran Bretagna • Giorgio I di Gran Bretagna • Giorgio II di Gran Bretagna • Goffredo II di Bretagna • Gran Bretagna • Gran Premio di Gran Bretagna • Gran Premio di Gran Bretagna 1950 • Gran Premio di Gran Bretagna 1951 • Gran Premio di Gran Bretagna 1952 • Gran Premio di Gran Bretagna 1953 • Gran Premio di Gran Bretagna 1954 • Gran Premio di Gran Bretagna 1955 • Gran Premio di Gran Bretagna 1956 • Gran Premio di Gran Bretagna 1957 • Gran Premio di Gran Bretagna 1958 • Gran Premio di Gran Bretagna 1959 • Gran Premio di Gran Bretagna 1960 • Gran Premio di Gran Bretagna 1961 • Gran Premio di Gran Bretagna 1962 • Gran Premio di Gran Bretagna 1964 • Gran Premio di Gran Bretagna 1965 • Gran Premio di Gran Bretagna 1966 • Gran Premio di Gran Bretagna 1967 • Gran Premio di Gran Bretagna 1968 • Gran Premio di Gran Bretagna 1969 • Gran Premio di Gran Bretagna 1970 • Gran Premio di Gran Bretagna 1971 • Gran Premio di Gran Bretagna 1972 • Gran Premio di Gran Bretagna 1973 • Gran Premio di Gran Bretagna 1974 • Gran Premio di Gran Bretagna 1975 • Gran Premio di Gran Bretagna 1976 • Gran Premio di Gran Bretagna 1977 • Gran Premio di Gran Bretagna 1978 • Gran Premio di Gran Bretagna 1979 • Gran Premio di Gran Bretagna 1980 • Gran Premio di Gran Bretagna 1981 • Gran Premio di Gran Bretagna 1982 • Gran Premio di Gran Bretagna 1983 • Gran Premio di Gran Bretagna 1984 • Gran Premio di Gran Bretagna 1985 • Gran Premio di Gran Bretagna 1986 • Gran Premio di Gran Bretagna 1987 • Gran Premio di Gran Bretagna 1988 • Gran Premio di Gran Bretagna 1989 • Gran Premio di Gran Bretagna 1990 • Gran Premio di Gran Bretagna 1991 • Gran Premio di Gran Bretagna 1992 • Gran Premio di Gran Bretagna 1993 • Gran Premio di Gran Bretagna 1994 • Gran Premio di Gran Bretagna 1995 • Gran Premio di Gran Bretagna 1996 • Gran Premio di Gran Bretagna 1997 • Gran Premio di Gran Bretagna 1998 • Gran Premio di Gran Bretagna 1999 • Gran Premio di Gran Bretagna 2000 • Gran Premio di Gran Bretagna 2001 • Gran Premio di Gran Bretagna 2002 • Gran Premio di Gran Bretagna 2003 • Gran Premio di Gran Bretagna 2004 • Gran Premio di Gran Bretagna 2005 • Gran Premio di Gran Bretagna 2006 • Gran Premio di Gran Bretagna 2007 • Gran Premio di Gran Bretagna 2008 • Gran Premio di Gran Bretagna 2009 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 1996 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 1998 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 1999 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2000 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2001 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2002 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2003 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2004 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2005 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2006 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2007 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2008 • Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna 2009 • Nazionale di hockey su ghiaccio femminile della Gran Bretagna • Nazionale di hockey su ghiaccio maschile della Gran Bretagna • Nazionale di hockey su prato della Gran Bretagna • Nazionale di hockey su prato femminile della Gran Bretagna • Ordinariato militare in Gran Bretagna • Palazzo del Parlamento di Bretagna • Parlamento della Gran Bretagna • Partito Socialista della Gran Bretagna • Partito di credito sociale di Gran Bretagna e Irlanda del Nord • Pietro I di Bretagna • Rally di Gran Bretagna • Re di Gran Bretagna • Regno Unito di Gran Bretagna • Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda • Sovrani di Bretagna • Storia della Bretagna • Storia della televisione in Gran Bretagna • Torre di Bretagna • Università di Rennes 2 Alta Bretagna

Diccionario analógico

Bretagna (n. pr.)


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Wikipedia

Bretagna

                   
Bretagna
regione
Région Bretagne
Bretagna – Stemma Bretagna – Bandiera
Dati amministrativi
Stato bandiera Francia
Capoluogo Rennes / Roazhon
Presidente del Consiglio regionale Jean-Yves Le Drian
Territorio
Coordinate
del capoluogo
48°06′53″N 1°40′46″W / 48.114722°N 1.679444°O / 48.114722; -1.679444 (Bretagna)Coordinate: 48°06′53″N 1°40′46″W / 48.114722°N 1.679444°O / 48.114722; -1.679444 (Bretagna)
Superficie 27 208 km²
Abitanti 3 175 064 (2009)
Densità 116,7 ab./km²
Dipartimenti 4
Arrondissement 15
Altre informazioni
Lingue francese, bretone, gallo
Fuso orario UTC+1
Nome abitanti bretone (breton(ne))
Localizzazione

Bretagna – Localizzazione

Sito istituzionale

La Bretagna (in francese Bretagne, in bretone Breizh) è una regione nel nord-ovest della Francia, antico stato indipendente, che forma un vasto promontorio verso la Manica e l'Oceano Atlantico. Il suo nome bretone, Breizh, viene abbreviato abitualmente con BZH. La lingua ufficiale è il francese, mentre le lingue regionali sono il bretone ed il gallo.

Si distingue la Bretagna (paese dei bretoni, divisa in 5 dipartimenti, estesa su 34.023 km² e con 4.106.966 al 2005) dalla "Région Bretagne", che è una struttura amministrativa francese recente, ridotta a quattro dipartimenti, con l'esclusione del dipartimento della Loira Atlantica, facente parte della regione amministrativa Paesi della Loira, ma la cui popolazione preme per l'incorporamento nella Regione Bretagna.

Il nome Bretagna deriva da quello del popolo bretone, che vi si installò fuggendo dalla nativa Britannia. Difatti Britannia e Bretagna sono sinonimi. Per la precisione il termine deriva proprio dal termine gaelico che indicava l’insieme dei popoli di Albione, detti “Cruithne” (nel Celtico-Q) e "Prydyn" (nel Celtico-P); da quest'ultimo termine deriva quello di britanni e bretoni.

È composta da 4 dipartimenti: Côtes-d'Armor/Aodoù-an-Arvor (22), Ille-et-Vilaine/Ill ha Gwilen (35), Morbihan (56), Finistère/Penn-ar-Bed (29). Sono inclusi nella regione 15 arrondissement, 201 cantoni e 1270 comuni.

Indice

  Storia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia della Bretagna.

  La preistoria

  Menhir di Carnac

Un'occupazione umana è attestata in Bretagna sin da 700.000 anni fa- era Paleolitica - nella vallata della Visnonia/Vilaine (Saint-Malo-de-Phily), da tribù di cacciatori-raccoglitori.

Circa 17.000 anni fa, durante l'ultima epoca glaciale, il continente europeo (e quindi l'Armorica) e le Isole britanniche erano collegate. Il livello del mare era allora di 120 metri inferiore all'attuale e i ghiacciai arrivavano fin quasi a Londra. La glaciazione würmiana provocò l'invasione marittima delle grandi pianure, adesso sotto la Manica, il Mare d'Iroise o il Mare del Nord.

Alla fine della glaciazione würmiana, il clima diventò più favorevole, favorendo la diffusione in Bretagna delle tecniche agricole, dell'allevamento, dell'arte della ceramica e della pietra lavorata (cioè della cultura neolitica) dovuta all'acculturazione delle popolazioni locali. La coltivazione dei cereali, la sedentarizzazione, favorì lo sviluppo di modelli sociali complessi, come è testimoniato dal ritrovamento di monumenti megalitici quali l'allineamento delle 18 enormi steli a Lokmariaker (il più grande menhir misurava circa 20 metri) e ai tumuli maestosi quali quelli di Barnenez, Er Vingle (Lokmariaker), Gavrinis o Menez-Mikael (Karnag). Queste costruzioni risalgono al V millennio a.C. e testimoniano la prima architettura monumentale europea. Una seconda fase megalitica fece sorgere monumenti di un'altra tipologia, come gli immensi allineamenti di menhir di Karnag (Carnac in francese), di Monteneuf, di Lagadjar (Kraon/Crozon), del villaggio con grandissime case di Plechâtel, oltre alle numerose tombe a corridoio.

La fine della cultura neolitica si congiunge alla nascita dell'Età del Rame, all'incirca nel 2200 a.C. (datazione per la Bretagna, posteriore a quella dell'Italia).

  • I tumuli, cairn e dolmen erano destinati a funzioni funebri.
  • Gli allineamenti monumentali di menhir megalitici (come Karnag/Carnac) erano destinati a funzioni cultuali, anche se il loro significato rimane ancora ignoto.
  • I menhir isolati sembra indicassero un luogo importante: incroci di strade, sorgenti, cippi di tribù, tombe, luoghi di giustizia, di fertilità, di culto eccetera.

  L'Armorica

  La Bretagna verso il 500 d.C. e i regni insulari non sono dissociabili dal destino dell'Armorica dell'epoca.

Si formò, nella Gallia occidentale, una federazione delle tribù Celte galle. I Celti bretoni individuarono nella penisola la "marina", detta nella loro lingua armor, e le terre boschive dell'entroterra (argoat). Fu la parte occidentale della penisola ad accogliere la più cospicua migrazione di popolazioni celtiche, fatto conservato nella toponimia locale: essi saranno chiamati Aremorici, cioè "quelli che vivono davanti al mare", e Armorica venne utilizzato, in definitiva, come nome per tutta la penisola.

L'Armorica si estendeva dalla Loira alla Senna ed era abitata da numerosi popoli celti i cui nomi si sono conservati nei toponimi moderni della regione e delle regioni vicine: Osismii (Ouessant), Lexovii (Lisieux), Baiocassi (Bayeux), Abrincati (Avranches), Cenomani (Le Mans), Diablinti (Jublains), Riedoni (Rennes/Roazhon), Coriosoliti (Corseul), Namneti (Nantes/Naoned) e soprattutto i Veneti (Vannes/Gwened), che esercitavano un'egemonia economica e politica sulla federazione armoricana, controllando anche le relazioni marittime verso l'isola di Britannia (la Gran Bretagna di oggi). Malgrado la loro potenza e la loro valorosa flotta, i Veneti furono vinti nel 56 a.C. dalla flotta creata da Cesare con l'aiuto dei Namneti e dei Pitti.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Conquista della Gallia.

Da quel momento, l'Armorica entrò a far parte del mondo romano, ma non sopravvisse come divisione amministrativa; venne invece unita alla provincia della Gallia Lugdunense. La riorganizzazione dioclezianea divise la regione tra Lugdunense II (futura Normandia) e Lugdunense III (futura Bretagna). Il nome di Armorica venne però di nuovo usato come ducato militare per la difesa della Manica contro le aggressioni dei pirati frisoni, sassoni e altri, dopo il breve episodio di indipendenza di un impero separato di Armorica, governato da Carausio e Alletto alla fine del III secolo.

  La creazione della Britannia minor

Dal V al VI secolo, l'immigrazione di Angli, Sassoni e Juti (popoli germanici danesi), e poi la pressione militare anglo-sassone nell'isola di Britannia (la Gran Bretagna) provocò l'emigrazione massiccia della popolazione di origine celtica, soprattutto verso l'Armorica occidentale. Questa Nuova Britannia o Britannia Minor fu chiamata anche Letavia, nome conservatosi in gallese. Furono così creati i regni bretoni continentali di Domnonea (al nord) e di Cornovaglia (a ovest), ai quali si aggiunse durante il VI secolo il regno di Broërec (a sud, intorno a Vannes/Gwened). Questi piccoli regni, nei primi tempi collegati con i regni britannici corrispondenti (Domnonea-Devon e Cornovaglia-Cornwall), s'imposero molto facilmente sui Franchi merovingi allora divisi e indeboliti.

Alcuni re di Domnonea: Riwal/Riwallon, Deroch, Iona, Judwal, Judaël, Judikael, Judoc, Winoc, Aodren...

Alcuni re di Cornovaglia: Rivelen MeurMarziou, Gradilone il Grande, Daniel DremRud, Budic, Congar, Gradilone Plueneor...

Alcuni re di Broerec: Waroch I°, Canao I°, Macliau, Waroch II, Canao II

  Invasione carolingia

  La Battaglia di Roncisvalle in un manoscritto

La situazione cambiò con i Carolingi, che dopo aver riunificato il regno franco, si trovarono di fronte a una Bretagna divisa in tre piccoli regni (Broerec, Cornovaglia e Domnonea), dei quali si sa poco per tutto il VIII secolo. Le incursioni dei Bretoni del Broerec nel territorio rivendicato dal regno franco, particolarmente per imporsi nell'antico Veneto gallico (ormai contea di Gwened/Vannes) e per vendemmiare stagionalmente i vigneti delle contee di Vannes e di Nantes, anziché il desiderio di Pipino il Breve, Carlo Magno, Ludovico il Pio di regnare sull'integralità dell'antica Gallia e delle sue marche, spinsero Pipino e i suoi successori a ordinare spedizioni militari nel 753 (al fine di riprendere Gwened/Vannes, persa dai Franchi poco dopo), nel 786, nel 799, nell'811, nell'818 (contro il re bretone Murman/Morvan), nell'824 e nell'825 (contro il re bretone Wiomarc'h). Ma i tributi esatti non vennero mai pagati e la presa di ostaggi tra i membri delle famiglie reali bretoni non ebbe alcun effetto e, dopo la partenza dell'esercito franco, i Bretoni non si sottomisero al loro potere. Per contenerli fu creata un'organizzazione militare confinaria, chiamata "Marca di Bretagna". Essa controllava nei primi tempi le contee di Roazhon/Rennes, Naoned/Nantes e Gwened/Vannes. Il più famoso titolare fu Orlando, morto a Roncisvalle. Malgrado questa Marca, i Bretoni invasero la contea di Gwened/Vannes e l'imperatore Ludovico il Pio decise allora di nominare un missus dominicius d'origine bretone, Nominoë, cosa eccezionale per la tradizione amministrativa franca, nella speranza di essere infine ben accolto e riconosciuto dai Bretoni.

Re bretoni :

  Il regno unificato di Bretagna

L'imperatore franco Ludovico il Pio fece di un principe bretone - Nominoë - vissuto alla corte imperiale come ostaggio di guerra durante la sua infanzia, il suo conte di Gwened/Vannes e il proprio missus dominicus per le Marche di Bretagna. Dopo la morte di Ludovico, al quale era rimasto fedele, il conte Nominoë ebbe da scegliere fra il nuovo imperatore, Lotario I e il suo fratello Carlo il Calvo, re della parte occidentale dell'impero franco che confinava con la Bretagna. Carlo il Calvo nominò suoi uomini per la contea di Naoned/Nantes, precedentemente amministrata da una dinastia alleata ai Bretoni. Nominoë, diventato duca dei Bretoni, si rese allora indipendente dall'impero franco, vincendo a Ballon nell'845. Nell'849, per ottenere un'alta investitura ecclesiastica e, di conseguenza, segretari religiosi, Nominoë cacciò i vescovi franchi di Bretagna per sostituirli con prelati bretoni. Nominoë morì nel 851, dopo aver portato la guerra in pieno territorio franco, a Vendôme. I suoi successori (Erispoë, Salomone, Alano il Grande) furono riconosciuti re dall'imperatore Carlo il Calvo, duramente sconfitto per tre volte dall'esercito bretone. La vittoria dei Bretoni sull'esercito franco a Jengland-Besle (22-23 agosto 851) provocò la fuga di Carlo il Calvo, la cessione delle contee di Rennes/Roazhon e di Nantes/Naoned, e la concessione del titolo reale al duca Erispoë. A marzo 863, Carlo concesse al nuovo capo bretone Salomone (Salaun in lingua bretone) le terre probabilmente comprese tra i fiumi di Mayenne e di Sarthe. Nel 866, Carlo concesse anche il titolo reale a Salomone e nell'867, fu costretto ancora a lasciare ai Bretoni la penisola del Cotentino (contea di Coutances). Conobbe allora il regno bretone il suo più ampio sviluppo territoriale. Il regno di Bretagna cadde però poco dopo dalla rivalità dei successori di Erispoë e di Salomone, che, indeboliti dalle loro guerre fratricide, saranno incapaci di organizzare la difesa del regno contro la minaccia vichinga. Sotto i colpi degli invasori normanni nell'anno 913, gli ultimi principi reali dovettero partire in esilio in Gran Bretagna, nei regni di Devon-Cornovaglia (brittonico) e di Wessex (anglo-sassone).

Re e principi :

  • Nominoë (830?-851)
  • Erispoë (851-857)
  • Salomone/Salaün (857-874)
  • Gurwand (874-876) & Paskweten (874-876)
  • Judikael (877-888) & Alano il Grande (877-907)
  • Gourmaelon di Cornovaglia, custode del regno

  937-1166: Le prime dinastie ducali

Nel 937, Alano Barbastorta, nipote del re Alano il Grande, sbarcò con il suo piccolo esercito in Bretagna per vincere i Normanni, ma non poté recuperare la dignità reale: oramai il titolo regio era perduto, sostituito da quello ducale.
Inoltre la Bretagna era indebolita dalla divisione degli eredi delle dinastie reali anteriori: il conte di Cornovaglia, e soprattutto il conte di Nantes/Naoned e il conte di Rennes/Roazhon. Incapaci di imporsi ai loro competitori, essi s'alleavano a principi stranieri.
La Bretagna fu perciò sottomessa alle influenze e alle invasioni dei conti d'Angiò e dei duchi di Normandia. I figli di Alano Barbastorta non potranno imporsi al conte di Rennes/Roazhon, Conan lo Storto (discendente del re Erispoë) che sarà riconosciuto duca. La dinastia dei conti di Rennes/Roazhon cadde alla fine del 1100 a causa delle rivalità interne (Hoël III, Eon II di Porhoët, Conan IV) e dell'aggressione di Enrico II Plantageneto, che regnava su tutti i paesi ai confini della Bretagna (Angiò, Normandia, Inghilterra, Aquitania e Poitou).

Inoltre la nobiltà bretone era indebolita dalla divisione feudale delle proprie terre: contea di Cornovaglia, di Nantes/Naoned, di Porhoët, di Penthièvre/Penteur; viscontea di Leon, di Poher, di Rohan, baronie e signorie di Fougères/Felger, Dinan, Dol, Châteaulin/Kastellin, Pont, Tonquedec/Tonkedeg, Rieux/Reoz, Rochefort, Clisson/Klison, Châteaubriant/Kastell-Briant, Vitré/Gwitreg, Coëtmen/Koatmen, Kaer, Malestroit/Malastred...

Duchi della dinastia di Nantes/Naoned : Alano II Barbastorta (937-952), Drogon (952-958), Hoël I (958-979), Guerech (979-988).

Duchi della dinastia di Rennes/Roazhon : Conan I lo Storto (958/988-992), Goffredo I (992-1008), Alano III (1008-1040), Eudo I di Penthievre (1040-1056), Conan II (1040-1066).

Duchi della dinastia di Cornovaglia/Kernev : Hawise & Hoël II di Cornovaglia (1066-1084), Alano IV Fergent (1084-1112), Conan III il Grosso (1112-1148), Hoël III (1148), Berta (1148-1156) & Eudo II di Porhoët (1148-1156), Conan IV il Piccolo (1156-1171), Costanza (1171-1201).

  1166-1341: I Plantageneti e i Capetingi di Dreux

Enrico II Plantageneto costrinse il duca Conan IV a trasferirsi in Inghilterra (dove possedeva l'"onore di Richmond") e fece sposare il proprio figlio Goffredo Plantageneto con Costanza di Bretagna-Penthièvre, figlia ed erede di Conan; Enrico II, però, non consentì mai alla coppia di regnare davvero. Malgrado la resistenza bretone e numerose rivolte, la potenza di Enrico II e del figlio Riccardo Cuor di Leone mantenne la Bretagna nell'orbita plantageneta. L'assassino del duca Arturo I da parte di suo zio, il re usurpatore Giovanni senza Terra e la sconfitta delle truppe di Giovanni da parte di quelle del re di Francia Filippo Augusto nel 1204 sono all'origine del cambiamento dinastico del ducato. Filippo-Augusto aveva dato a la duchessa vedova Costanza uno suo suddito per marito: Guy de Thouars. La loro figlia Alice (Aelis), sorellastra di Arturo I, venne riconosciuta duchessa (sua sorellastra primogenita Azenor rimase in prigione fino alla morte, in Inghilterra) dall'assemblea dei baroni bretoni e promessa in sposa a uno di loro, il giovane Enrico, figlio del conte Alano di Penthièvre. Ma Filippo Augusto impose il suo candidato e cugino Pierre Mauclerc (= Malclerico) di Dreux nel 1213. I duchi plantageneti e capetingi introdussero in Bretagna un'amministrazione evoluta ed efficiente. Unirono anche al demanio ducale numerose città e terre feudali (Brest, Dinan, Penthièvre...)

Duchi : Costanza (1171-1201) & Goffredo II (1181-1186), Artu I (1201-1203), Gui de Thouars (1203-1213), Aelis (1203-1221) & Enrico di Penthievre (1209-1212) & Pietro Malclerico (1213-1237), Giovanni I il Rosso (1221-1286), Giovanni II (1286-1305), Artu II (1305-1312), Giovanni III (1312-1341).

  1341-1364: la Guerra di Successione

  Castello di Trécesson, tipico maniero fortificato bretone del medioevo.

Nel 1341, la morte del duca Giovanni III provocò la guerra di successione bretone tra i pretendenti Giovanni di Montfort e Giovanna di Penthièvre (sposata al nipote del re di Francia Carlo di Blois). Naturalmente i francesi appoggiarono Blois, e Montfort troverà aiuto dagli Inglesi, felici di spostare in Bretagna la guerra dei cento anni che la tregua imposta dal Papa vietava di proseguire direttamente tra di loro. La morte di Montfort e la cattura di Blois faranno delle loro mogli, le duchesse Giovanna "la Fiamma" di Fiandra e Giovanna di Penthièvre, le due comandanti militari e a loro si riferisce l'altro nome di questa guerra: Guerra delle due Giovanne. Nel 1364, il giovane figlio di Giovanni di Montfort, anche lui di nome Giovanni, vinse e uccise Carlo di Blois a Auray/An Alre. Il trattato di Guérande/Gwenrann previde allora che la corona ducale andasse a Giovanni IV "Il Conquistatore" e ai suoi successori maschi. Se non ve ne fossero stati, la corona sarebbe tornata alla famiglia di Penthièvre. Questa disposizione sarà all'origine di numerose contestazioni da parte dei conti di Penthièvre e dei loro alleati francesi.

Duchi della famiglia di Montfort: Giovanni di Montfort (1341-1345), Giovanni IV il Conquistatore (1345-1399)

Duchi della famiglia di Penthièvre: Giovanna la Zoppa di Penthièvre/Penteur (1341-1364) & Carlo di Blois (1341-1364)

  1364-1514: la dinastia di Montfort

Giovanni IV (talora chiamato Giovanni V), arrivato sul trono con l'aiuto degli inglesi e contro i francesi, espresse una politica diffidente nei confronti dei re di Francia, ai quali i duchi rifiutarono sempre di rendere l'omaggio ligio. Con i suoi successori, formò gli strumenti di governo di uno stato moderno: una moneta solida, le unità di misura unificate, una cancelleria, una corte dei conti, un parlamento sovrano, detentore del potere giudiziario, un'università, una diplomazia indipendente (con propria araldica e sigilli diplomatici). Gli storici, i giudici e i diplomatici bretoni del XV secolo ricordavano in ogni occasione le origine regali dei duchi di Bretagna, la preesistenza dei Bretoni rispetto ai Franchi nel territorio gallico e quindi il fatto che la Bretagna, non essendo una divisione del reame franco, non poteva essere concepita come feudo franco. Ottennero dal Papa una chiesa nazionale e un cimitero a Roma (Sant'Ivo dei Bretoni), come già i Francesi prima di loro.

Nella prima parte del XIV secolo, il duca Giovanni V il Saggio mantenne i suoi stati in una prudente neutralità rispetto a Inghilterra e Francia. L'economia bretone si sviluppò allora fortemente. La posizione geografica particolare della Bretagna, al centro di tutte le linee marittime e con forti legami commerciali col nord e il sud, ne fecero la prima potenza marittima atlantica. Le navi che allora frequentavano i porti inglesi, fiamminghi e danesi erano in grande maggioranza bretoni e trasportavano il vino francese, il sale e le tele bretoni, le spezie spagnole, cabotando lungo le coste europee nord-occidentali.

Duchi: Giovanni IV il Conquistatore (1345/1364-1399), Giovanni V il Saggio (1399-1442), Francesco I (1442-1450), Pietro II (1450-1457), Arturo di Richemont (1457-1458), Francesco II (1458-1488), Anna (1488-1514).

  1487-1491: le guerre franco-bretoni

  Il centro storico medievale di Quimper con la cattedrale Saint-Corentin.

Nel XV secolo, le condizioni geopolitiche cambiarono. Scomparvero dal territorio francese tutti i possibili alleati dei bretoni: gli inglesi nel 1450-1452 con la fine della guerra dei cento anni, Carlo di Valois, Duca di Berry e di Guyenna (fratello di re Luigi XI), il ricchissimo duca di Borgogna, gli stati di Angiò-Provenza e Lorena.

Il regno di Francia si era quasi del tutto unificato e si trovava ad essere uno stato ricco, moderno, potente e imperialista. Venne il momento per Luigi XI, e poi per suo figlio Carlo VIII, di vendicarsi del duca Francesco II di Bretagna, che aveva partecipato a tutte le guerre anti-francesi del tempo e sostenuto tutti i nemici del re. Per darsi un motivo d'intervento, Luigi comprò i diritti (contestabilissimi) al ducato dell'ultima erede della famiglia scaduta di Penthièvre e fece entrare nella sua clientela, assegnando grosse pensione, quasi tutti i capi dell'alta aristocrazia bretone: visconte di Rohan, maresciallo di Rieux, conte di Laval-Vitré, principe di Orange, Francesca di Dinan e altri (tutti membri della famiglia regnante e alcuni anche del consiglio ducale).

Una prima campagna nel 1487 segnò un iniziale successo francese, vanificato però dalla perdita di tutte le posizioni conquistate poco dopo. Tuttavia, nel 1488 i francesi del maresciallo de la Trémoïlle vinsero un esercito composto da bretoni, spagnoli, inglesi e tedeschi nella battaglia decisiva di Saint-Aubin-du-Cormier. Il duca Francesco II morì due mesi dopo, lasciando il trono ducale a una bambina di dodici anni, la duchessa Anna, che dovette sopportare l'occupazione nemica di varie città.

Nel 1490, dopo vari piani falliti di alleanze con potenze straniere (tranne il fidanzamento con il piccolo Edoardo V d'Inghilterra), Anna sposò per procura l'arciduca e re dei Romani Massimiliano d'Austria, futuro imperatore. Venne subito assediata a Rennes/Roazhon dal suo genere il re di Francia Carlo VIII che pretendeva di essere il legittimo duca di Bretagna.

Dopo aver atteso invano per mesi l'arrivo delle truppe promesse da Massimiliano, Anna fu costretta ad arrendersi per concludere il matrimonio con il vincitore Carlo VIII nel 1491 a Langeais, ma prima che il suo primo matrimonio fosse annullato dal papa.

  1491-1532: Unione della Bretagna e della Francia

  La duchessa Anna

Nel 1498 Carlo VIII morì senza eredi nel castello di Amboise. La vedova Anna, di nuovo sovrana indipendente, decise allora di rispettare le disposizioni del contratto di matrimonio di 1491 che prevedevano, in questo caso, che Anna dovesse rimanere vedova o sposare soltanto l'erede di Francia (vecchione o pupo) se fosse stato disponibile. Egli era il suo vecchio alleato Luigi d'Orleans che era stato il principale ministro di suo padre, il duca Francesco II ed uno dei suoi fidanzati. Questo duca d'Orleans era anche il nuovo re di Francia Luigi XII, e il loro matrimonio ebbe più fortuna dei primi, tanto che Anna ebbe due figlie, Claudia, futura duchessa e regina, e Renata, futura duchessa di Ferrara. Alla morte di Anna nel 1514, la figlia Claudia fu riconosciuta duchessa, ma il re la fece sposare, malgrado il parere contrario di Anna (che l'aveva fidanzata con il duca di Lussemburgo, futuro imperatore Carlo Quinto e nipotino del suo primo marito Massimiliano d'Austria), col futuro re Francesco I. Dopo la morte di Claudia nel 1524, il figlio primogenito Francesco III "regnò" sotto l'amministrazione del padre, il re Francesco I, che decise l'unione personale di Francia e Bretagna. A Vannes/Gwened, ottenne dai deputati bretoni la richiesta dell'unione nel 1532 e poco dopo, la "concesse" con il suo editto di Nantes/Naoned. Senza questa unione, l'eredità di Bretagna sarebbe forse passata nel 1589 all'infanta Isabella di Spagna, nel 1633 a Vittorio Amedeo I di Savoia e ai suoi eredi, nel 1840 ai principi di Asburgo-Modena e nel 1919 ai principi reali di Baviera.

Gli ultimi duchi di Bretagna furono i figli della duchessa-regina Claudia e del re Francesco I di Francia.

Duchi della famiglia capetingia di Valois: Claudia (1514-1524), Francesco III (1524-1536), Enrico (1536-1547) ulteriormente re Enrico II di Francia. Enrico sposò Caterina de Medici che fu l'ultima duchessa di Bretagna prima di regnare in Francia.

  1532-1789: la Bretagna provincia francese

  Il fort du Petit Bé a Saint-Malo

La potenza del regno di Francia impedì qualsiasi tentativo di indipendenza, ma quando tale potenza risultò indebolita dalle guerre di religione, due pretendenti al ducato provarono a impadronirsi della Bretagna nel 1590: il duca di Mercoeur (governatore di Bretagna e marito della contessa di Penthièvre, discendente della duchessa Giovanna la Zoppa) e il re di Spagna Filippo II per conto di sua figlia Isabella, essa erede dei duchi di Bretagna per i Valois. Tutti due pensavano restaurare il ducato di Bretagna a loro vantaggio, approfittando della caduta della dinastia di Valois e dell'arrivo al trono di Francia di un Borbone protestante e senza legame con la stirpe ducale bretone. Le vittorie militare e diplomatiche di questo nuovo re di Francia Enrico IV misero fine a queste pretese e nel 1598 si arrendo il duca di Mercoeur.

La Bretagna conobbe in questo periodo uno sviluppo economico importantissimo e, se perse il primato marittimo a favore degli olandesi, diventò la prima produttrice mondiale di tele di lino e di canapa, materia questa fondamentale per le vele. Una gestione molto attenta del profitto della vendita di queste "tele d'olona" permise alla parte occidentale della provincia di far fiorire i famosi calvari bretoni e i complessi parrocchiali ammirati ancora oggi dai turisti.

Ma le guerre militari ed economiche di Luigi XIV contro l'Inghilterra e l'Olanda fecero perdere ai produttori bretoni i loro più importanti mercati. La crisi economica, le aggressioni militari dovute alle guerre francesi, la volontà di sottomettere la Bretagna al sistema amministrativo in vigore nelle altre province francesi e soprattutto la pressione fiscale reale provocarono una ribellione generale nel 1675, che fu chiamata rivolta dei berretti rossi o "rivolta della carta bollata". La repressione condotta dalle truppe reali sottratte dal fronte olandese fu durissima e rimase impressa per secoli nella coscienza dei Bretoni. Vinta, occupata militarmente, sottomessa a un regime severo, la Bretagna si trovò in una crisi economica aggravata dalle guerre contro le potenze marittime e infine una miseria che si prolungò fino agli sessanta e settanta del XX secolo.

  1790-1956: la Bretagna divisa in dipartimenti francesi

Nell'agosto 1789, alcuni dei più radicali tra i deputati rivoluzionari bretoni proclamarono la fine dei privilegi anche nella loro regione. Scomparve così anche il nome di Bretagna e tutte le sue strutture amministrative originali (Stati di Bretagna, Parlamento, Corte dei conti). Venne invece suddivisa, nel 1790, in cinque dipartimenti:

La Bretagna era amministrata dai prefetti nominati dal governo francese e non aveva più nessun rappresentante locale, tranne i deputati dell'Assemblea nazionale francese. L'assenza di una politica di sviluppo economico, industriale e commerciale, di strade e infrastrutture (oltre che militare) crearono le condizioni per un depauperamento del paese e della sua popolazione. La miseria raggiunse il suo massimo alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX. Milioni di bretoni emigrarono verso le altre regioni di Francia e verso l'America del Sud e del Nord fino al 1965 circa, mentre si sviluppava su vasta scala la mendicità e la prostituzione, soprattutto nelle città di guarnigione e a Parigi. Nacque allora, nella cultura popolare francese, lo stereotipo della domestica tonta che storpia il francese e quello del bretone testardo. L'arretratezza delle infrastrutture bretoni era così evidente che francesi e inglesi andavano a visitare la regione come fosse paese medievale esotico. Il pittore Gauguin, alla ricerca di un certo primitivismo, scelse di viverci nel 1886 - a Pont-Aven - preceduto dal pittore americano Robert Wylie nel 1864 e da tanti altri.

  1956-oggi: la Bretagna divisa tra due regioni amministrative

Fin dalla creazione delle regioni amministrative francesi, nel 1941 (regioni di Vichy), 1955/1956, 1972 e 1982, solo i primi quattro dipartimenti costituirono la Bretagna amministrativa, mentre la Loira Atlantica era inclusa nei Paesi della Loira. Questa divisione, decisa senza la consultazione della popolazione, fu contestata e lo è ancora adesso dalla maggior parte dei Bretoni. Secondo un sondaggio del 1998, il 62% degli abitanti della Loira Atlantica desidera l'integrazione amministrativa del proprio dipartimento alla regione della Bretagna. Nuovi sondaggi portano questa cifra al 74%[senza fonte]. Il Consiglio regionale di Bretagna e il Consiglio generale del dipartimento Loira-Atlantica hanno votato due volte la loro riunificazione, bloccata però dal Consiglio di Stato francese. Attualmente, malgrado una evidente particolarità culturale, linguistica, storica ed etnografica, un desiderio molto diffuso nella popolazione bretone è il riconoscimento della qualità di "minoranza nazionale" da parte dell'Unione Europea, la Bretagna non ha alcuno statuto d'autonomia nel seno della Repubblica Francese (da sempre molto centralista), che nega il riconoscimento di nazione al popolo bretone. Se il presidente Georges Pompidou osò dichiarare "in una repubblica francese confrontata al mondo, non c'è posto per la lingua bretone", il suo successore Valery Giscard d'Estaing offrì alla Bretagna il privilegio di comporre una rappresentazione culturale nel seno del Consiglio culturale bretone e dell'Istituto culturale bretone. François Mitterrand e Jacques Chirac invece, limitarono la loro azione verso la Bretagna a grandi promesse durante le campagne elettorali presidenziali. La riunificazione della Bretagna però non è più un tabù a Parigi e il presidente Nicolas Sarkozy ne ha parlato pubblicamente nel novembre 2008.

  Economia

Poverissima e sotto-attrezzata, gravemente danneggiata dai bombardamenti di Saint-Malo, Brest, Lorient, Saint-Nazaire, Nantes e Rennes durante l'ultima guerra, terra di emigrazione dalla fine del 1800 sino al 1970, la Bretagna ha conosciuto in questi ultimi 40 anni uno sviluppo strutturale, economico ed industriale nominato "miracolo". È ormai la prima regione agricola francese (allevamento di suini, bovini e polli, produzione di primizie, latte, burro), la prima regione per la pesca, ma anche la costruzione navale militare e civile (piroscafi). È anche una grande regione industriale (Citroën, Airbus, Canon, Yves Rocher, Manitou, LU, Doux-Gallina, Bolloré, Thales, ...) commerciale (E.Leclerc, Intermarché, ...) e turistica.

  Geografia

  Pointe du Raz, il punto più celebre tra i tanti d'interesse della costa bretone

Il capoluogo della regione amministrativa è attualmente Rennes/Roazhon. Le città principali della regione, oltre a Rennes/Roazhon, sono Brest, Lorient/An Oriant, Quimper/Kemper, Saint-Brieuc/S.Brieg. Nantes/Naoned e Saint-Nazaire/S.Nazer fanno adesso parte di un'altra regione amministrativa, la Loira. Alcuni sono anche capoluoghi delle quattro provincie: Finistère (Quimper), Côtes-d'Armor (Saint-Brieuc), Morbihan (Vannes) e Ille-et-Vilaine (Rennes). Un cantone della Ille-et-Vilaine è Saint-Malo.

La popolazione è di circa 3 milioni di abitanti (detti bretoni) per la regione amministrativa, di circa 4,1 milioni abitanti per la regione storica. Il territorio della regione confina con quello della Bassa Normandia a nord-est e dei Paesi della Loira a sud-est. Le coste meridionali e occidentali sono bagnate dall'Oceano Atlantico, quelle settentrionali dal Canale della Manica, quelle occidentali dal "Mare d'Iroise", infatti parte dall'Oceano intorno alle isole di Sein/Enez Sun e Ouessant/Enez Eusa.

La Bretagna si divide tradizionalmente tra la costa, detta "Armor", tradizionalmente più ricca e popolata, e le terre, dette "Argoat", più isolate. In bretone la parola armor significa "il mare", e argoat "la foresta, la terra, la campagna".

Si divide anche tra est e ovest secondo la cosiddetta frontiera linguistica: ad ovest, in Bassa-Bretagna si parlava storicamente bretone fino alla fine dell'Ottocento (ed ancora oggi la maggior parte dei praticanti della lingua bretone si trovano ad ovest della penisola) mentre in bretagna orientale, la Alta-Bretagna, si parlava storicamente gallo o francese, come a Nantes o a Rennes.

I più alti monti di Bretagna culminano a 302 m (Menez Bre), 330 m (Ménez-Hom/Menez-C'homm), 380 m (Menez Mikael) 384 m (Tuchen Kador, Roc'h Trevezel).

  Aspetti linguistici

  Segnaletica bilingue a Quimper
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce lingua bretone.

La Bretagna è composta storicamente da due aree linguistiche: La Bretagna inferiore (Basse-Bretagne o Breizh Izel) ad ovest, anche chiamata "Bretagna tonante" per il rumore che fa la lingua bretone secondo i Francesi (Finistère, parte ovest del Morbihan, parte ovest delle Côtes-d'Armor e l'estremità ovest della Loira Atlantica) ove si parla la lingua bretone, apparentata al gallese e al cornico. Nella Bretagna superiore (Haute-Bretagne o Breizh Uhel) all'est (Ille-et-Vilaine, Loira Atlantica, parte est del Morbihan e parte est delle Côtes-d'Armor) dove si parla una lingua neolatina, del gruppo d'oïl (lingua d'oïl) chiamata gallo.

Come molte lingue regionali in Francia, e dopo una severissima politica anti-bretone dello stato francese, l'uso del bretone è diminuito moltissimo a vantaggio del francese, soprattutto durante il XX secolo. Fin dalla seconda metà dell'Ottocento il francese aveva comunque superato il bretone, allora lingua principale della Bretagna occidentale, per numero di parlanti. Il bretone tuttavia si è "risvegliato" negli anni 1970, grazie anche all'istituzione di scuole bilingui, e i difensori del gallo cominciarono a farsi sentire negli anni 1990. Attualmente ci sono circa 200 000 persone che parlano la lingua bretone.

  Emblemi

  Scudo araldico della Bretagna ducale con il motto latino "Potius mori quam foedari" (castello di Saint-Malo).
  • Lo scudo di armellino, scelto dal duca Giovanni III nel 1316 per sostituire il vecchio scudo della dinastia di Dreux inserito nell'araldica bretone con l'arrivo di Piero Malclerico ne 1213.
  • La nuova bandiera bretone è detta Gwen ha Du (letteralmente "bianco e nero"). È stata realizzata da Morvan Marchal nel 1923; le sue 5 strisce nere rappresentano i 5 antichi vescovadi dell'Alta Bretagna: Rennes, Nantes, Dol, Saint-Malo e Saint-Brieuc. Le 4 strisce bianche simboleggiano, invece, i vescovadi della Bassa Bretagna: Léon, Cornouaille, Vannes e Tréguier. Le code d'ermellino evocano l'antico ducato, poiché questo piccolo animale era un simbolo del potere.
  • L'ermellino è il simbolo della regione. Motto della Bretagna è: "Kentoc'h mervel evet bezañ saotret" ("Meglio la morte che la macchia" in italiano, "Plutôt la mort que la souillure" in francese, "Potius mori quam foedari" in latino). Per questo motivo, i duchi del XII secolo hanno scelto l'ermellino, emblema di purezza, per simboleggiare il loro potere. Questa mascotte è talmente popolare che la riprende anche Gilles Servat in una sua canzone:"'La voilà la blanche hermine, vive la mouette et l'ajonc..."Ecco il bianco ermellino, viva il gabbiano e la ginestra...").
  • Un altro simbolo molto amato è il triskel, antico simbolo solare celtico a tre gambe. Il termine viene dal greco triskeles (che significa letteralmente "tre gambe"). Il triskel è un elemento decorativo molto diffuso che si presenta come una croce girevole a tre braccia o spirali, che probabilmente evocano lo scorrere delle stagioni. Oggi si ritrova questo emblema nelle vetrate di alcune chiese, ma anche su braccialetti, gioielli, magliette e persino come tatuaggio.

  Clima

Il clima della Bretagna è influenzato in maniera molto consistente dall'oceano atlantico, con le sue correnti (corrente del golfo in primis), i venti occidentali e le veloci perturbazioni in arrivo dal continente artico e nordamericano; tutto questo determina una gran quantità di precipitazioni (soprattutto sull'estremità occidentale) e temperature miti durante tutto l'arco dell'anno, nonostante l'elevata latitudine.

Confrontando Brest (clima atlantico) con Strasburgo (clima continentale) poste alla stessa latitudine si può notare un'escursione termica molto più accentuata nella seconda località (1,5 gradi di media a gennaio e 24 gradi di media a luglio contro i 6,6 e 16,6 di Brest).

Medie mensili di Brest, la città più interessante dal punto di vista climatico

Mese T-min °C T-max °C Precipit.(mm)
Gen 4,1 9,1 138
Feb 4,2 9,4 116
Mar 5,1 11,0 98
Apr 5,8 12,5 82
Mag 8,5 15,6 73
Giu 10,8 18,1 56
Lug 12,8 20,4 51
Ago 13,0 20,6 60
Set 11,4 18,7 89
Ott 9,3 15,3 119
Nov 6,5 11,9 121
Dic 5,2 10,0 142
Medie dei giorni di pioggia stagionali
località (zona) primavera estate autunno inverno
Brest (ovest) 38 27 42 50
St.Brieuc (nord) 45 23 39 44
Nantes (sud) 31 21 32 37
Rennes (est) 30 21 30 35

È proprio la Corrente del Golfo che favorisce il clima oceanico, mite e mutevole che caratterizza la Bretagna, così che l'inverno non è mai troppo rigido e la primavera è precoce. Il sole è presente mediamente più di 2.000 ore l'anno da Lorient a Pornic, grazie all'influsso dell'alta pressione delle Azzorre. Inoltre, nel Morbihan, si dice che nel Golfo il tempo è sempre bello e non è raro che si senta dire al capitano della vedetta che collega all'arcipelago di Glénan di portare la crema solare anche se l'orizzonte è tenebroso a Bénodet: le maree e le brezze marine creano, infatti, dei microclimi attivi che d'estate raggiungono isole e penisole.

  Paesaggi, monumenti e luoghi d'interesse

  La punta del Van, all'estremità ovest della Bretagna.

  Siti naturali

Il paesaggio bretone cambia ad ogni momento, alternando forza e fragilità e offrendo scorci suggestivi. Lungo la costa, le scogliere selvagge a picco sul mare cedono il passo alle curve arrotondate delle dune. Quando la landa si inclina verso valle, si possono ammirare scarpate caratterizzate dal bocage, tipico paesaggio rurale che connota la Francia del nord.

  Costa e isole

La costa bretone è la più lunga della Francia : si estende su più di 2 000 chilometri ed in effetti nell'immaginario collettivo, la Bretagna è anzi tutto collegata alle rocce scoscese che sfidano la schiuma impetuosa delle onde del mare. Battuta dai venti, frastagliata da baie, isole, punte e aber (nome bretone per i fiordi) la costa bretone offre una grande varietà di paesaggi e certi siti unici. Ovunque ci si trovi imperdibile è il fenomeno delle maree, tra le più forti d'Europa (12 metri fino a 13 nella baia del Mont Saint-Michel): ogni sei ore un mare pieno con l'alta marea diviene, con la bassa marea, una superficie lunare costellata di rocce, pozanghe, ruscelli e alghe.

Sulla costa nord, uno dei siti più famosi e più visitati è il cap Fréhel, una lunga punta rocciosa che chiude la baia di Saint-Brieuc ad est e che si avanza nel mare con delle scogliere a picco che raggiungono quasi i cento metri. Ad estremo ovest della Bretagna, la penisola di Crozon è un altro pezzo di terra quasi interamente circondato dal mare. Con le sue scogliere (quelle del cap de la Chèvre sono le più famose, raggiungendo i cento metri in certi punti), le sue numerose punte e i suoi paesaggi di landa preservati fa ormai parte di un parco naturale.

Impressionanti formazioni granitiche caraterizzano una gran parte della costa bretone : lungo la costa nord, nelle Côtes-d'Armor, si trova la cosiddetta Côte de granit rose (costa di granito rosa) che si estende sur più di cinquanta chilometri dalla baia di Paimpol fino a Trébeurden. Spettacolari massi di granito rosa dalle forme geometriche dovute all'erosione si ritrovano in gran numero nell'arcipelago di Bréhat, sui siti di Plougrescant, Trégastel, Trébeurden e, soprattutto, Ploumanac'h. In questa zona, sono numerose le secche anch'esse di granito rosa che, spesso coperte dalla marea, rendono la navigazione pericolosa ma offrono una bellissima varietà di paesaggi. Di fronte a questa costa, si trova inoltre la riserva naturale delle Sept-Îles, arcipelago inabitato se non dalle colonie di uccelli marini che fanno di essa una delle più grandi riserve ornitologiche d'Europa.

  Paesaggio di Belle-Île

Un'altra caratteristica della costa bretone sono le sue numerose isole, abitate o no, che offrono spesso una natura preservata e mostrano ancor di più che sul continente il volto oceanico della regione. La più grande delle isole bretoni è Belle-Île, al sud, famosa per la sua côte sauvage (costa selvaggia), che offre due siti d'interesse maggiore: les aiguilles de Port-Coton, lunghi «diti» rocciosi di più di trenta metri che s'innalzano solitari a poca distanza dalla costa e che furono dipinti da Monet, e la pointe des Poulains, punta estrema dell'isola ad ovest, con il suo piccolo faro spesso batuto dalle tempeste. Vicino a Belle-Île, si trovano le due isolette di Houat et Hoëdic, abitate da pescatori. L'isola di Groix, sempre nella stessa zona, è famosa per le sue spiagge. Sempre lungo la costa sud, al largo di Concarneau, si trova l'arcipelago dei Glénan, disabitato se non per la sede della più famosa scuola velistica francese (appunto chiamata scuola dei Glénan). Questo insieme di isolette basse quasi prive di alberi, di banchi di sabbia e di secche ricoperte dalle maree è famoso per le sue spiagge di sabbia bianca e le sue acque cristalline e rappresenta un'importante meta turistica d'estate per lo yachting.

La costa ovest del Finistère, la più selvaggia della Bretagna con quella nord, si affaccia sulla Mer d'Iroise, mare noto per la flora e la fauna unica, i venti fortissimi, le isole e le tante secche coperte dalle alte maree. Questa zona considerata molto ricca per la sua biodiversità fa parte della rete di riserve della biosfera dal 1988. Dal 2007 è diventata il primo parco naturale esclusivamente marittimo della Francia.

  Costa di granito rosa

Le isole del Finistère, che costituiscono l'estremo ovest del territorio francese, sono sicuramente le più selvaggie della Bretagna ma anche le più pericolose per la navigazione. Di fronte alla pointe du Raz, altra lunga ed alta punta rocciosa famosa per il panorama che offre, la piattissima île de Sein, senza alberi per causa del vento, è reputata per le correnti fortissime e i numerosi fari che indicano i pericoli ai navigatori: il faro di Ar-Men, costruito in pieno mare su una secca sempre coperta dall'acqua è il faro francese più famoso, soggetto di vari libri e film. l'isola di Ouessant è la più occidentale di tutte le terre bretoni ed offre bei paesaggi selvaggi, numerosi fari tra cui quello che possiede il raggio luminoso più potente d'Europa, il Creac'h, che ospita anche il museo del servizio dei fari francesi (Musée des phares et balises). Altri fari di pieno mare famosi della mer d'Iroise sono la Jument, Kéréon e les Pierres Noires.

Al punto più settentrionale della Bretagna, nelle Côtes-d'Armor, si trova l'arcipelago di Bréhat, che fa parte della costa di granito rosa. Reputata una delle più belle di Bretagna, l'isola di Bréhat, formata in realtà da due isole collegate tra loro da un piccolo ponte, presenta due visi distinti : mentre l'isola nord, rocciosa e battuta dai venti, offre un paesaggio di lande e baie selvagge tipicamente nord-atlantico, l'isola sud è nota per il suo mirco clima molto dolce dovuto al Corrente del Golfo. Ciò gli conferisce un accento mediterraneo, con la sua ricca vegetazione dove si trovano anche palme e mimosa, i suoi dolci rilievi e le numerose insenature.

  Punta di Primel a Plougansou

Storicamente abitata da pirati e contrabandieri, Bréhat è diventata alla fine dell'Ottocento una popolare destinazione di vacanze per famiglie notabili e borghesi che vi fecero costruire belle ville a forma di manieri o castelli neogotici con ampi giardini. I suoi paesaggi e quelli del vicino estuario del fiume Trieux hanno ispirato pittori moderni della fine dell'Ottocento e inizio Novecento come Paul Sérusier, Paul Signac e Chagall. Intorno a Bréhat si trovano numerose isole secondarie, secche di granito rosa e banchi di sabbia percorsi da canali.

Un'altra isola del nord della Bretagna che gode di un micro clima particolare è l'île de Batz, che approfittando di questo fatto è il terittorio francese che fornisce i primi legumi dell'anno. Alla fine dell'Ottocento, Georges Delaselle, un'eccentrico magnate francese decise di crearci un giardino esotico dove sarebbero state rappresentate le specie emblematiche di tutti i continenti del mondo. Dopo anni di lavoro, è oggi possibile visitare questo giardino che in piena Bretagna del nord racchiude piante venute dall'Australia, l'Africa, la California o il Chili come cactus e palme.

Ad est dell'île de Batz, si apre la baia di Morlaix che offre bei paesaggi granitici, numerose isolette e una delle più importanti costruzioni megalitiche della Bretagna: il cairn di Barnenez. Un altro luogo interessante della baia è il fort du Taureau, fortezza interamente circondata dal mare ad alta marea, che fu costruita per proteggere Morlaix dall'ingegnere del re Luigi XIV, Sébastien Vauban, che fortificó numerosi siti delle coste bretoni.

Per quanto riguarda le spiagge, il sito di Erdeven nel Morbihan è famoso per le sue dune di sabbia biancha. Gli sparti pungenti ospitano cardi blu e vilucchi. Se la costa bretone è in gran parte rocciosa, certe zone però sono caraterizzate da lunghe spiagge di sabbia, come la costa della baia d'Audierne nel Finistère o quella della baia di Saint-Brieuc nelle Côtes-d'Armor. Sempre nel Côtes-d'Armor, vicino all'arcipelago di Bréhat, si trova una formazione sabbiosa unica in Europa :

  Tempesta a Pors-Loubous (Finistère)

il sillon du Talbert, lunga banda sabbiosa che si estende perpendicolarmente alla costa per più di quattro chilometri, avanzando nell'oceano.

A nord-ovest, si trova la cosiddetta costa degli Aber (costa dei fiordi), una costa bassa e rocciosa, con numerose baie, secche, isolotti di landa e estuari di fiumi (i famosi Aber). Su una di quelle isolette, al largo di Plouguerneau, s'innalza il faro dell'Île Vierge, che con i suoi 82 metri di altezza è il faro di pietra più elevato al mondo.

La Bretagna del sud possiede un mare interno, chiamato il golfo del Morbihan e che ha dato il nome del département nel quale si trova. È collegato al mare da un unico e stretto passaggio ed è famoso per il gran numero di isole e isolotti che s'incontrano su tutta la sua superficie. Le due più grandi isole abitate sono l'île aux Moines e l'île d'Arz. Il golfo costituisce una meta turistica ambita d'estate e certe isole sono proprietà private. Al sud-ovest del golfo, di fronte à Belle-Île, inizia la penisola di Quiberon, che si avanza per 15 chilometri nell'oceano : presenta anch'essa una costa selvaggia (côte sauvage) preservata dall'occupazione umana, con un susseguirsi di scogliere, baiette e spiagge.

  L'entroterra

L'entroterra (argoat in bretone) è storicamente meno popolato della costa che è sempre stata la prima fonte di richezza della regione. Piùttosto pianeggiante, è caraterizzato dalle attività agricole, soprattutto l'allevamento. Le foreste sono varie ma la più famosa e la più grande è la foresta di Paimpont, più nota come foresta di Brocéliande: è uno dei luoghi leggendari del ciclo bretone.

  L'Île-aux-Pies, lungo il fiume Oust.

Si dice che la Dama del lago vi imprigionò mago Merlino, e ancora oggi vari siti come il Val sans retour (valle senza ritorno da dove, secondo la leggende, non si poteva mai uscire) svelano i misteri dell'antica leggenda.

Un altro paesaggio bretone di grande fascino e mistero è quello della landa, con le sue creste rocciose che si ergono tra gli ori e le rose del tappeto di vegetazione e dove si muovono donnole e falchi gheppi. Se le lande dei Monts d'Arrée o del litorale sono di origine naturale, quelle di Lanvaux e Paimpont traggono origine dal lavoro dei contadini.

Un altro luogo delle leggende bretoni è il sito di Huelgoat, presso i monts d'Arrée, con la sua densa foresta famosa per gli enormi massi che ostacolano il corso del fiume Rivière d'Argent (fiume d'argento) e che hanno dato nascita a varie leggende. Le uniche formazioni montuose della Bretagna si trovano ad ovest, nel Finistère: si tratta dei Monts d'Arrée, caraterizzati da affioramenti di roccia granitica e da paesaggi di landa et delle Montagnes Noires (Montagne Nere) più a sud.

Nel dipartimento della Loire-Atlantique si trovano invece le paludi saline di Guérande, grande distesa di bacini comunicanti col mare, piramidi di sale e paesaggi di lande. Il grosso sale di Guérande (gros sel de Guérande), coltivato dall'antichità, è tra i più reputati di Francia e viene raccolto ogni anno da giugno a settembre in 7 000 occhielli.

  Paesaggio del Roc'h Trézével (Finistère).

  Flora e fauna

Grazie alla varietà dei paesaggi, al passaggio di rotte migratorie e alla dolcezza dei microclimi, la Bretagna presenta una straordinaria ricchezza di flora e di fauna. Ginestre e ginestroni fioriscono ad ogni angolo e con i loro fiori gialli spiccano nel fucsia della brughiera. Altro eblema della regione è l'ortensia, ma si possono ammirare anche rare specie protette come il narciso di Glénan, la drosera dei Monts d'Arrée, l'eringio marino o il cardo blu con fiori stellati. Altre specie si insinuano tra il granito, spruzzato dalla schiuma delle onde: licheni, armerie, spergularie dai fiori rosa, cavoli selvaggi dai fiori gialli.

I gabbiani, in tutte le loro varietà, sorvolano gli scogli e dominano il cielo: il gabbiano tridattilo con le sue ali dalla punta nera, il grande gabbiano marino, il gabbiano argentato; è possibile scorgere anche l'imponente sula o il cormorano upupa.

Nel Mare d'Iroise è possibile avvistare delfini che seguono danzando le onde, mentre la foca grigia risiede alle Sept-îles o a Molène. La battigia, lasciata scoperta dalla bassa marea, regala ai pescatori vongole, pervinche, gamberetti e piccoli granchi.

Ma vero e proprio simbolo della Bretagna è l'ermellino, le cui code sono rappresentate persino sulla bandiera; nonostante sia spesso raffigurato come bianco, nella realtà del clima regionale, l'ermellino non lascia quasi mai il suo mantello bruno. Il pennello di peli neri della coda lo distingue dalla donnola, anche presente in questi luoghi.

  Patrimonio architettonico

Il patrimonio monumentale della Bretagna è molto importante ed essa è una delle regioni francesi che vanta il più gran numero di monumenti protetti dallo stato come monumenti storici (monuments historiques). La regione è nota per i suoi numerosi monumenti megalitici, i suoi manieri fortificati, l'architettura particolare delle sue chiese e le sue cittadine dall'impianto medievale spesso ben conservato.

  Siti megalitici

  Dolmen dell'isola Milliau a Trébeurden

La Bretagna possiede il più gran numero di monumenti megalitici di Francia e forse d'Europa. Costruiti con pietre dalla taglia impressionante ne esistono vari tipi: i menhir - dal bretone men (pietra) e hir (lungo), i dolmen - dal bretone dol (tavola) e da men (pietra), e i cairn. Questi furono eretti durante il Neolitico, ben prima dell'arrivo dei Celti.

Il sito più famoso è quello degli Allineamenti di Carnac nel Morbiahn, tra il golfo omonimo e la penisola di Quiberon: migliaia di menhir sono stati eretti in varie file, spesso lunghe più chilometri. Si trovano anche dolmen e sepolture isolate. Non lontano da lì, a Locmariaquer, si trova il Grande mehnir spezzato di Er Grah: si tratta del più grande mai eretto dall'uomo, misurando 18,5 m quando era ancora in piedi. Oggi è spezzato in tre pezzi. Sempre a Locmariaquer si trova il dolmen della «table des Marchand» (tavola dei Marchand), un cairn lungo undici metri con una camera funeraria ricoperta da una sola pietra lunga sette metri per quattro di largo per un peso di circa 65 tonnellate. Altro sito importante, lungo la costa nord, è il cairn di Barnenez, grande tumulo di pietra costruito tra il 4500 e il 3900 avanti Cristo. È il più grande di Bretagna con una lunghezza di 75 metri per una larghezza di 28 metri. All'interno contiene undici camere funerarie. Sull'isola di Gavrinis, nel Morbihan, si trova un cairn scoperto nel 1832 e risalente al Neolitico (3500 a.C.). Il tumulo è composto in parte da una galleria formata da 29 pietre, che recano incisioni raffiguranti vari elementi simbolici. A nord, nelle Côtes-d'Armor, si trova invece il Menhir di Saint-Uzec, alto otto metri, che presenta la peculiarità di essere stato trasformato - tramite alcune sculture fatte intorno al 1674 tra cui una croce - in un monumento cristiano (segnatamente in un calvario), secondo quella che era un'usanza dei primi Celti cristianizzati. Infine, nell'Île-et-Vilaine si trova il dolmen della Roche-aux-Fées (la Roccia delle Fate): si tratta di una sala coperta dalla lunghezza di 19,5 metri. Il suo nome deriva da una leggenda che sostiene che le pietre che costituiscono il dolmen siano state collocate da alcune fate nella loro posizione attuale.

  Edifici religiosi

  Chiostro della cattedrale di Tréguier

Un'altra caratteristica del patrimonio architettonico regionale che partecipa all'aspetto particolare della Bretagna è la presenza su tutto il territorio di un gran numero di cappelle medievali o seicentesche, di calvari, di fontane rupestre e di manieri fortificati, per la più parte costruiti nel durissimo granito, la pietra bretone per eccelenza.

Le chiese bretoni hanno nel corso del tempo sviluppato un voccabolario architettonico proprio che le distingue dalle chiese delle altre regioni francesi. Cio vale però soprattutto per le chiese parocchiali e le cappelle, mentre cattedrali e abbazie riprendono forme più classiche.

Le cattedrali bretoni sono al numero di otto e datano tutte del medioevo tranne quella di Rennes che è una costruzione barocca. La cattedrale di Tréguier, in maggior parte gotica, presenta ancora un lato ed una torre romanica nonché un bellissimo chiostro gotico. La massiccia cattedrale di Dol-de-Bretagne è una delle più antiche di Bretagna e possiede anch'essa degli elementi romanici. La cattedrale di Quimper si distingue per le due alte e sfilate torri che inquadrano la sua facciata e che furono terminate soltanto nel'Ottocento. La cattedrale di Nantes, gotica, è famosa per essere la necropoli dei duchi di Bretagna e al suo interno s'incontrano varie tombe, tra le quali quella rinascimentale dell'ultimo duca, Francesco II, capolavoro della scultura francese. Le cattedrali di Saint-Brieuc, Saint-Malo e Vannes sono gotiche come quella di Saint-Pol-de-Léon che si distingue per la sua eleganza.

  Rovine dell'abbazia di Beauport

Tra le abbazie più famose si trova quella di Beauport, presso Paimpol nelle Côtes-d'Armor, che offre bellissime rovine gotiche circondate da lande in vicinanza immediata del mare: queste seppero toccare la sensibilità romantica dello scrittore Prosper Mérimée che le incluse nella sua lista dei primi monumenti storici francesi nel 1840. L'abbazia di Daoulas nel Finistère è invece uno dei rari complessi monastici in maggior parte romanico della Bretagna così com'è l'Abbazia di Saint-Gildas de Rhuys nel Morbihan. L'abbazia Saint-Sauveur di Redon, gotica in maggior parte, presenta ancora un campanile romanico che conta tra i più belli dell'ovest della Francia. Uno dei siti più emblematici della Bretagna è invece costituito dalle rovine dell'Abbazia Saint-Mathieu de Fine-Terre con il caratteristico faro che s'innalza in mezzo ai ruderi: è eretta sulle scogliere della punta Saint-Mathieu che dominano l'oceano, in uno dei punti più occidentali della Bretagna. Infine, va menzionata l'abbazia di Sainte-Croix di Quimperlé, che è l'unica chiesa bretone con quella di Lanleff a riprendere la forma rotonda della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

  Complesso parocchiale di Saint-Thégonnec.

I cosiddetti enclos paroissiaux (“recinti parrocchiali”) rappresentano una peculiarità dell'architettura e dell'arte cristiana della Bretagna, che si riscontra soprattutto a ovest della regione, nel Finistère e nelle zone occidentali del Morbihan e delle Côtes-d'Armor : si tratta di complessi parrocchiali recintati, frutto dell'opera di vari artisti realizzati in granito (specie in kersantite o pierre de kersanton, un granito scuro) tra il XVI e il XVIII secolo attorno ad un cimitero e costituiti solitamente, oltre che dal recinto e dallo stesso cimitero, da un arco trionfale, da una chiesa, da una cappella funeraria, da un ossario e da un calvario.[1][2][3][4][5][6][7][8].
Prendono il nome dall'enclos, ovvero dal recinto in pietra che circonda il complesso e che serviva per separare lo spazio sacro dall'esterno, vale a dire lo spazio profano.[4][7]

Complessi religiosi di questo tipo sono molto numerosi in Bretagna: ne esistono una settantina soltanto nella Bassa Bretagna.[1] Tra i complessi parrocchiali bretoni più famosi, figurano quello di Guimiliau, quello di Lampaul-Guimiliau, quello di Plougastel-Daoulas e quello di Saint-Thégonnec nel Finistère settentrionale, quello di Pleyben nel Finistère meridionale e quello di Guéhenno, nel Morbihan.

Le chiese parrochiali, molte delle quali sono in stile gotico, presentano spesso delle specificità locali secondo la zona in cui ci si trova : per esempio intorno al Trégor, nel nord ovest della Bretagna, s'incontra lo stile Beaumanoir, sviluppato tra Quattrocento e Cinquecento da una dinastia di architetti da cui prende il nome. Una delle sue carrateristiche di questo stile che ebbe un grande successo è la forma particolare del campanile, sempre rettangolare, sostenuto da contraforti, con una torretta rotonda affianchata che contiene la scala e corononato da un terazzo con balcone decorato, sormontato da una galleria e da una guglia anch'essi decorati nello stile fiammegiante del tardo-gotico.

Al livello regionale, il gusto per esuberanti altari di stile barocco si diffonde in tutta la Bretagna tra Seicento e Settecento e testimonia della vivacità dell'artigianato bretone e delle sue dinastie di scultori.

Infine, vanno menzionate le numerose cappelle rurali che s'incontrano in tutta la regione, costruite tra la fine del medioevo e il Settecento, assumendo per lo più un'architettura semplice di gusto gotico o classico secondo le epoche anche se esistono degli esempi più elaborati che sono spesso edifici voluti da famiglie aristocratiche. Tanti anche sono i calvari isolati, molto più semplici di quelli delle chiese, che s'incontrano spesso agli incroci delle strade di campagna e che furono eretti dalle popolazioni locali fino allla fine dell'Ottocento.


  Castelli, forti e manieri

  Castello di Trévarez

Molti sono i castelli medievali, di ogni tipo e dimensione anche se la maggior parte sono semplici manieri fortificati con una o due torri ed elementi decorativi gotici. I monumenti più importanti sonno i castelli ducali, spesso di grande superficia e ancora ben conservati per la più parte: il castello dei duchi di Bretagna a Nantes era la sede del potere ducale e il suo aspetto gotico rinascimentale gli fu conferito dall'ultima duchessa, Anna di Bretagna. Il castello ducale di Dinan si distingue con il suo enorme mastio merlato mentre uno degli edifici meglio conservati e più affascinanti è il castello di Suscinio, nel Morbihan, costruito in mezzo alla campagna e non lontano dal mare per servire da residenza da caccia per i duchi. Il castello di Brest si erge al di sopra del fiume Penfeld e della rada di Brest ed ospita oggi il museo nazionale della marina. Anche l'imponente Castello di Saint-Malo è costruito sopra al mare per proteggere la città fortificata dai nemici proveniente da terra o da mare. Il suo aspetto gli fu conferito alla fine del medioevo. Il castello ducale di Pontivy, al centro della Bretagna, è interessante in quanto costituisce uno dei primi prototipi di castello medievale concepito per resistere all'artigleria: adotta una forma massiccia e bassa, con della mura molte spesse per poter resistere ai cannoni.

  Castello di Josselin

Altri castelli che meritano di essere menzionati sono quelli che furono costruiti nelle cosiddette «marches de Bretagne» (marche della Bretagna), che un tempo costituivano il confine tra la Bretagna ducale e le possessioni del re di Francia, più ad est : è una catena di castelli fortificati che si estende dalla Manica a nord all'oceano atlantico al sud. Questa situazione fa si che ognuno di questi castelli è stato assediato varie volte durante il medioevo, tra la guerra dei Cent'Anni e le guerre franco-bretone. Ciò spiega anche l'aspetto massiccio, molto difensivo, e la loro grande superficie. I più famosi sono quelli di Fougères, vera è propria citadella quasi interamente conservata, quello di Vitré (il più grande di Bretagna), quello di Châteaubriant, che possiede un'ala rinascimentale, e quello di Clisson.

  Castello della Hunaudaye

Uno dei più famosi e visitati castelli bretoni è però il castello di Josselin, ancora di proprietà della famiglia de Rohan, una delle più potenti famiglie nobilari bretoni: si erge su uno sperono roccioso lungo il fiume Oust e presenta una bellissima facciata gotico-rinascimentale che fa la sua fama nonché tre torrioni fortificati. Il castello di Fort-la-Latte, nelle Côtes-d'Armor, è invece famoso per il suo sito : infatti è eretto al termine di un promontorio roccioso circondato dal mare su tre lati, non lontano dalle spettacolari scogliere di Cap Fréhel, in un ambiente selvaggio del tutto incontaminato. Il Castello di Kérouzéré, visitabile, è un esempio ben conservato di castello fortificato della fine del medioevo in Bretagna. Altri castelli medievali importanti sono quelli di Guingamp (anch'esso un ex castello ducale), Tonquédec, con le sue rovine romantiche, Combourg (famoso per essere stato la proprietà dello scrittore François-René de Chateaubriand, grande figura del romanticismo europeo), della Roche-Jagu, costruito al di sopra del fiume Trieux per proteggere l'entroterra dalle intrusioni inglesi, e quello di Largoët.

I manieri bretoni sono varie centinaie su tutto il territorio e il loro aspetto varia dalla semplice casa fortificata al vero e proprio piccolo castello con mura, torri e fossato. Sono per la maggior parte proprietà private e percio sono raramente visitabili. La Bretagna conta anche qualche castello dell'epoca rinascimentale come quello di Kerjean nel Finistère, costruito tra il 1545 e il 1596.

  Castello del Plessis-Josso

I castelli seicenteschi e settecenteschi sono più numerosi : vengono sempre chiamati châteaux in francese anche se assomigliano più a palazzi secondi i criteri italiani. A quell'epoca, come in tutta Europa, molti castelli feodali sono trasformati per diventare comode residenze nobiliari. Questi castelli nuovi o trasformati non comportano più fortificazioni e assumono un'architettura classica o barocca con degli interni lussuosi e si aprono su giardini alla francese o all'inglese decorati con statue e fabbriche. Il castello della Bourbansais, costruito tra la fine del Cinquecento e il Settecento, possiede un'ala che riprende l'architettura dell'Orangerie dell'hôtel di Sully, uno dei più grandi palazzi nobiliari parigini del Seicento, e un giardino alla francese del Settecento preservato con le sue statue d'epoca. Il castello di Rosanbô era all'origine un castello medieviale al quale furono poi aggiunti un'ala nuova nel corso del Seicento e dei tetti alla Mansart (le cosiddette mansarde) nel corso del Settecento. Il château de Clermont (nella Loire-Atlantique), al confine tra Bretagna e Anjou e di stile Louis XIII, è invece influenzato dall'architettura dei vicini castelli del valle della Loira. Il Settecentesco castello di Kerguéhennec, nel Morbihan, è sopranominato il "Versailles bretone" : la sua larga facciata è tipicamente classica ed è circondato da un giardino alla francese ed un altro all'inglese al cuore di una proprietà di 190 ettari.

  Il Fort-la-Latte

Costruzioni particolari risultano essere le Malouinières, case gentilizie specifiche alla regione di Saint-Malo, da cui prendono il nome : queste dimore vennero costruite tra Seicento e Settecento dai famosi corsari di Saint-Malo che alla fine della loro cariera a caccia delle navi mercanti spagnole ed inglesi avevano accumulato enormi somme di denaro e desideravano stabilirsi definitivamente sulla terraferma. Tutte situate vicino alla città corsara, esse riprendono in più piccolo le forme dei palazzi della nobiltà.

Nella seconda metà dell'Ottocento, ricche famiglie della regione, grandi proprietari terreni o industriali, fecero costruire dimore nello stule neogotico che richiamano l'architettura francese della fine del Quattrocento e dell'inizio del Rinascimento. Certi di queste vennero costruiti da architetti famosi del tempo. Questi castelli si ergono spesso in mezzo ad immensi parchi all'inglese e boschi. Gli edifici più impressionanti costruiti a quell'epoca sono il castello di Trévarez nel Finistère, quello di Kériolet à Concarneau e quello del Bois-Cornillé in Ille-et-Vilaine, costruito al posto di un preesistente castello gotico del quale resta una torre quattrocentescha. La fine dell'Ottocento è anche l'epoca dello svillupo della villegiatura balneare e con il treno che collega oramai le coste bretoni a Parigi, ricchi personaggi fecero costruire ville e castelli éclectiques nel gusto dell'epoca nelle villegiature più reputate della costa bretone. Uno di quei edifici è per esempio il castello di Costaerès à Trégastel, costruito su una pitorescha isoletta della costa di granito rosa.

  Gastronomia

La cucina bretone trae la sua ispirazione dai territori e dai merroirs (dalla fusione dei termini francesi mer e terroirs), i territori marittimi. Ingredienti base di questa cucina autentica sono il latte, trasformato in burro salato, il pesce (in particolare i frutti di mare) e il grano saraceno.

Veri e propri piatti tipici sulle tavole bretoni, le crêpes di frumento si gustano dolci, mentre le galettes, o crêpes di grano saraceno, si mangiano in versione salata. Per realizzare queste krampouezh, il termine bretone per denominare le crêpes, in modo tale che risultino sottili e croccanti, è necessario un sapiente gesto della mano sulla pilig o galetière (la piastra per galettes).

Durante la Fête de la Crêpe[9] di Gourin, che giunge nel 2012 alla XX edizione, molte crêperies si contendono il titolo di campione.

Il marchio di qualità Crêperies gourmandes, primo marchio ufficiale delle crêperies bretoni, ricompensa tutti coloro che si distinguono nella preparazione di crêpes e galettes per la scelta d'ingredienti regionali e la realizzazione di prodotti di qualità, per l'eccellenza del servizio, l'ambiente del ristorante e la pulizia dei locali. Le crêperies certificate sono regolarmente visitate da mistery clients che vigilano sul rispetto dei parametri di qualità.

Ideale per accompagnare la degustazione delle crêpes è il sidro, bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione dei frutti di alcune piante della sottofamiglia delle Pomoidee (mele, pere, mele cotogne). In Bretagna, la produzione di sidro ha raggiunto una tale qualità che in Cornovaglia è divenuto DOC.

I frutti di mare sono un elemento immancabile della cucina bretone: scampi, grancevole, granchi, vongole, gamberetti e lumache di mare, ma soprattutto le ostriche, vero e proprio fiore all'occhiello della gastronomia della regione. Da apprezzare più o meno iodate, al gusto di nocciola più o meno deciso, nella variante piatta del Belon, provenienti dal Cancale o dai mari del Quiberon. Le ostriche vanno degustate con semplicità, accompagnate da semplice pane imburrato e un buon bicchiere di Muscadet.

Tra i dolci, una vera e propria delizia è il kouign-amann, che significa letteralmente "dolce al burro": farina, zucchero e soprattutto burro. Leggermente riscaldato, questo dolce è una vera e propria delizia per il palato, soprattutto se gustato nelle pasticcerie di Locronan e Douarnenez.

  Festival ed eventi

La Bretagna è rinomata per i suoi festival, cha animano la regione, soprattutto d'estate, costituendo un vero e proprio esempio di fusione tra antiche tradizioni e modernità.

Celebre è il Festival interceltico di Lorient:[10] dal 1971, ogni mese d'agosto oltre 700.000 amanti della musica celtica animano il comune di Lorient, partecipando alla grande parata e assaporando la magica notte dello stadio Moustoir e del porto. Circa 200 spettacoli e 5.000 artisti in programma per uno spettacolo apprezzato tanto da autoctoni, con il kilt di circostanza, che da turisti di passaggio. L'atmosfera è riscaldata dai pibroch (musica per cornanusa) e dal suono dei biniou e delle gaite.

Un altro festival che rimanda alle antiche tradizioni è il Festival des Filets bleus di Concarneau,[11] la sfilata con le catatteristiche reti da pesca azzurre. Inizialmente nato come evento per esprimere solidarietà ai marinai vittime della crisi del pesce, ben presto la festa del diparimento del Finistère è cresciuta via via d'importanza, fino a divenire un elemento di rilievo per la tradizione bretone. In agosto la gente accorre a Concarneau per assistere alla sfilata, scoprire i segreti della lotta bretone e muovere i primi passi di danza celtica.

Il comune di Quimper ospita, nel mese di luglio, il Festival de Cornouaille:[12] si tratta di un grande evento che affonda le sue radici nel lontano 1923 e che ancora attira molti visitatori (circa 250.000 per edizione). Il centro storico della città è animato da concerti, attività ricreative, bagaud di celti e danze tradizionali. La kermesse ha ospitato concerti di artisti del calibro dei Simple Minds, di Joan Baez e di Cesária Évora.

La Bretagna è non solo terra di antiche tradizioni, ma anche di modernità. Ad esempio, ogni inverno i Transmusicales di Rennes preannunciano, da oltre trent'anni, le tendenze musicali di domani. Qui si è consacrata la fama di artisti come i Portishead, i Nirvana, Ben Harper e, in tempi più recenti, di Kate Nash, dei The Dø e dei Ting Tings.

L'estate di Saint-Malo ospita, invece, la Route du Rock,[13] un festival interamente dedicato ai devoti della causa del britpop e del rock anglosassone. Dal 1993 e dal concerto di un gruppo di sconosciuti venuti da Oxford, i Radiohead, la Route du Rock non ha più rinnegato la sua passione per la musica indie.

Molti altri sono i festival che animano varie località della Bretagna nel corso dell'anno. Tra gli altri, vi sono il Festival du film britannique di Dinard,[14] il Festival Panoramas di Morlaix[15] e l'Art Rock di Saint-Brieuc.[16]

  Trasporti

  In auto

La Bretagna è dotata di un servizio stradale formato da due assi principali che la mettono in comunicazione con il nord e il sud, l’autostrada des Estuaires (A 84 e A 83), e in provenienza da est c’è l’autostrada Oceane (A11). Appena varcati i confini della regione, si entra nella rete stradale bretone, interamente gratuita.

Arrivando dall'Italia, Milano dista da Rennes circa 1154 km. Si prende la A4-A5 per Aosta-traforo del monte Bianco, poi la A40 per Macon, la A6 fino a Joigny, la N60 per Orléans, la A10 per Chartres, la A11 per Le Mans e, infine, la A81 per Rennes.

  In treno

La Bretagna può essere raggiunta in treno con il TGV, il treno ad alta velocità francese, che si può prendere dall'aeroporto Charles de Gaulle oppure dalla stazione di Parigi Montparnasse. Da Parigi si impiegano circa 2 ore per raggiungere Rennes (tre ore partendo da Charles de Gaulle), 4 ore per Brest e Quimper (se si parte da Charles de Gaulle bisogna cambiare a Rennes).

Se si prenotano i biglietti con largo anticipo, on-line o presso alcuni rivenditore, si può beneficiare di tariffe maggiormente convenienti.

  In aereo

Si può raggiungere la Bretagna con voli Air France-KLM, in partenza dalle principali città italiane, con scalo a Lione e arrivo a Rennes, Quimper e Brest. Con Air France-KLM c'è anche possibilità di un volo diretto da Milano Malpensa a Nantes.

  Curiosità

  Castello medievale di Largoët.
  • Il nome bretone di Bretagna è Breizh
  • Sebbene Mont Saint-Michel si trovi giuridicamente in Normandia nel dipartimento della Manica (Manche), è spesso considerato dai Bretoni come parte del proprio patrimonio turistico; molte guide turistiche inoltre avallano questa ipotesi introducendo tale località all'interno delle sezioni dedicate alla Bretagna. Storicamente, fu bretone dal 874 al 911 e forse sino al 1005/1010. Conquistato allora dai Normanni, rimase normanno poi francese malgrado qualche breve conquiste senza seguito (1204, 1415, 145, 146). Una leggenda dice: che in un giorno di follia il Cuenon (riviera accanto a Mont St Michel) mise il Monte in Normandia
  • Il fenomeno delle maree: le coste bretoni sono caratterizzate dal fenomeno dell'alta e bassa marea: le maree sono moti periodici di ampie masse d'acqua che si innalzano e abbassano fino a 10-15 metri. Si tratta dell'attrazione gravitazionale esercitata sulla Terra dalla Luna. È un fenomeno che rende i luoghi bretoni affascinanti: la scena tipica in bassa marea è vedere le barche a secco nel mare.
  • La leggenda di mago Merlino: la foresta di Broceliande in Bretagna è uno dei luoghi leggendari del ciclo bretone. Si dice che la Dama del lago vi imprigionó mago Merlino, ancora oggi questi luoghi svelano i misteri dell'antica leggenda.
  • L'isola di Belle Île, la più grande delle isole bretoni, è situata a 14 km dalla punta di Quiberon e rappresenta un esempio unico della bellezza del paesaggio bretone, con le sue scogliere scoscese, le spiagge tranquille, i piccoli porti variopinti e la campagna verdeggiante. Da scoprire il porto di Palais, la cittadina di Vaubon, il panorama di Port-Coton e Port-Goulphar, le spiagge di Bordadoué e di Grands-Sables e il porto di Sauzon, con gli animati caffé e ristoranti del molo. Poco distante, la Pointe des Poulains, rinomata per essere stata scelta da Sarah Bernhardt come luogo di residenza. La casa dell'attrice è visitabile dal 2007. Un elemento di curiosità: il percebes, raro crostaceo, la cui pesca è regolamentata, si trova solo in alcune regioni della costa atlantica, tra cui Belle Île.
  • L'Île-de-Sein, una piccola isola di soli 1,8 km di lunghezza, a 8 km dalla Pointe du Raz, è un luogo straordinario e fuori dal tempo. Una terra sferzata dal vento e dalle onde, baciata da estati luminose, dove si è accolti dallo spirito indipendente e caloroso degli abitanti. Una volta sbarcati, colpiscono gli intonaci rosa, gialli e bluette del molo di Paimpolais, le case raggomitolate nelle stradine tortuose per ripararsi dal vento e i vicoli stretti. Oltre il porto, si estende la terra, talvolta sommersa dalle grandi maree e il faro, che sembra vegliare sulla deliziosa cappella di Saint-Corentin, che ospitava una statua del santo cui si volgevano i marinai, invocando il favore dei venti. Una nota d'interesse: gli abitanti dell'isola, coraggiosi e abituati a far fronte agli elementi naturali, si sono distinti notevolmente durante la Resistenza. Dopo la chiamata del 18 giugno 1940 del generale Charles de Gaulle, ben 150 uomini dell'isola lo raggiunsero, ovvero quasi un quarto dei primi volontari.
  • Un vero e proprio paesaggio da cartolina è offerto dal porto di Doëlan, situato lungo il litorale sud della regione, una costa racchiusa tra gli allevamenti di ostriche del Belon e la tranquilla Laïta. Il porto, collocato in una via stretta e profonda che offre un accogliente rifugio per pescatori e qualche diportista, è un piccolo gioiello, con i pescherecci variopinti, le chaumières in pietra, le pittoresche case bianche e i fari dai colori striati. Arrivando a Doëlan, le sinuose strade di campagna che conducono al porto offrono scorci su paesaggi di rara bellezza. Sulla riva sinistra, un faro bianco e verde si erge al di sopra di una cala lastricata e una dimora rosa indica l'antica sede del conservificio Capitaine Cook, azienda, specializzata nella produzione di conserve, che ora si è spostata a Clohars-Carnoët. Raggiungendo la riva destra nel tardo pomeriggio, si può scegleire la cena sui banchi che ospitano pesci e crostacei appena giunti a riva. In cima a una scalinata del porto, c'è una cooperativa marittima, dove si possono trovare, ad esempio, una vera blusa alla marinara, una rete per la pesca dei gamberetti o le esche per pescare i branzini.
  • La cittadina di Roscoff, edificata su una penisola aperta sulla manica, è contemporaneamente porto e graziosa stazione balneare. Roscoff ha conosciuto prosperità grazie al commercio: tele, sale, legno e persino cipolle, esportate in Inghilterra durante il XIX secolo. Il legame con il Regno Unito è tuttora forte e alcune navi servono le coste inglesi (tutto l'anno) e irlandesi (da aprile a ottobre). Interessante è anche la chiesa gotica di Notre-Dame-de-Kroaz-Batz; nell'abitato, le case ornate di torrette e volute testimoniano gli antichi fasti della città. A Roscoff, nel 1899, è stato aperto il primo centro di talassoterapia di Francia, con il dott. Begot, specializzato nella cura dei reumatismi. A soli quindici minuti di traversata, è possibile raggiungere l'isola di Batz, con il suo clima mite e la sua vegetazione lussureggiante.

  Note

  1. ^ a b cfr. A.A.V.V., "Bretagna", Dorling Kindersley, London, 2003, Mondadori, Milano, 2004, p. 139
  2. ^ cfr. A.A.V.V., "Francia", Dorling Kindersley, London, Mondadori, Milano, 1997
  3. ^ cfr. Patitz, Alex, "Guida Marco Polo – Bretagna", trad. di Cinzia Seccamani, Mairs Geographischer Verlag, Ostfildern – Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1999
  4. ^ a b cfr. A.A.V.V., "Francia", Touring Club Italiano, Milano, 2003
  5. ^ cfr. "Condé Nast Traveller: Bretagna", Edizioni Condé Nast, Milano, Marzo 2005, p. 168
  6. ^ InfoBretagne: Enclos Paroissiaux de Bretagne (URL consultato il 25-09-2009)
  7. ^ a b Bretagna Vacanze: Il circuito dei complessi parrocchiali (URL consultato il 30-09-2009)
  8. ^ Bretagne-Tip: Die umfriedeten Pfarrbezirke in der Nord-Bretagne (URL consultato il 27-09-2009)
  9. ^ Fête de la Crêpe
  10. ^ Festival interceltico di Lorient
  11. ^ Festival des Filets bleus
  12. ^ Festival de Cornouaille
  13. ^ Route du Rock
  14. ^ Festival du film britannique
  15. ^ Festival Panoramas
  16. ^ Art Rock

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