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⇨ definición de Caposele (Wikipedia)
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Wikipedia
Caposele comune |
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Dati amministrativi | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Campania | ||||
Provincia | Avellino | ||||
Sindaco | Pasquale Farina (lista civica Caposele nel Cuore) dal 15/04/2008 | ||||
Territorio | |||||
Coordinate | 40°48′55″N 15°13′27″E / 40.81528°N 15.22417°ECoordinate: 40°48′55″N 15°13′27″E / 40.81528°N 15.22417°E | ||||
Altitudine | 405 m s.l.m. | ||||
Superficie | 41,50 km² | ||||
Abitanti | 3 605[1] (31-12-2010) | ||||
Densità | 86,87 ab./km² | ||||
Frazioni | Materdomini | ||||
Comuni confinanti | Bagnoli Irpino, Calabritto, Castelnuovo di Conza (SA), Conza della Campania, Laviano (SA), Lioni, Teora, Valva (SA) | ||||
Altre informazioni | |||||
Cod. postale | 83040 | ||||
Prefisso | 0827 | ||||
Fuso orario | UTC+1 | ||||
Codice ISTAT | 064017 | ||||
Cod. catastale | B674 | ||||
Targa | AV | ||||
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta) | ||||
Cl. climatica | zona D, 1 716 GG[2] | ||||
Nome abitanti | caposelesi | ||||
Patrono | San Lorenzo Martire, San Gerardo Maiella (fraz. Materdomini) | ||||
Giorno festivo | 10 agosto e 16 ottobre | ||||
Localizzazione | |||||
Sito istituzionale |
Caposele è un comune italiano di 3.605[3] abitanti della provincia di Avellino in Campania nell'Alta Valle del Sele.
Il paese è noto per la presenza delle sorgenti del Sele che alimentano l'Acquedotto Pugliese e per la località religiosa Materdomini che, con il Santuario di San Gerardo Maiella, ogni anno è meta di più di un milione di pellegrini[4].
Indice |
Il paese è sito sul margine nord-orientale del massiccio dei monti Picentini, nei pressi della sommità del bacino idrico del Sele[5], adagiato in una pittoresca conca scavata dal fiume nel corso dei secoli. Qui a Caposele, a 420 m s.l.m[6], il Sele sgorga impetuoso dal monte Paflagone, contrafforte orientale del monte Cervialto[6].
Posto ad ovest rispetto al centro abitato, il Paflagone costituisce uno dei limiti naturali della conca, sormontata ad est da una collina su cui sorge la frazione di Materdomini. Rilevi boscosi conducono a nord verso Lioni mentre, a sud, il paese continua con le contrade di San Giovanni e Santa Caterina, che portano al comune di Calabritto.
Sui monti che circondano Caposele, alternati a pascoli e suoli agricoli, vi sono boschi rigogliosi, la cui flora rappresentativa è costituita da alberi ad alto fusto come castagni[7], querce e faggi[7]. Il folto del bosco pullula della fauna tipica dei monti Picentini, fra i cui rappresentanti spicca il lupo apenninico, che sembra stia ripopolando la zona[8]. Altri animali largamente diffusi sono il cinghiale, la volpe, il gatto selvatico[9], la beccaccia, la poiana e l'upupa.
Anche il fiume a sua volta costituisce un ecosistema ricco di forme di vita. Lungo le sue sponde vi è una lussureggiante vegetazione di pioppi e piante di sambuco. La trota è un pesce tipico delle acque del Sele.
Il territorio del comune di Caposele è costituito in prevalenza da calcari databili a cavallo tra la fine del Mesozoico e l'inizio del Cenozoico[10] e da sedimenti terrigeni deposti dall'azione del fiume[11]. Essendo situato nei pressi di una faglia diretta[11][12] (che in superficie vede le rocce calcaree in contatto coi sedmenti[11]), si tratta di un territorio ad elevato rischio sismico; infatti, secondo la classificazione sismica italiana, il comune appartiene alla zona 1 (sismicità alta)[13].
Il nome di Caposele deriverebbe da "Caputsylaris", ovvero "capo, inizio del Sele", data l'ubicazione del paese nei pressi delle sorgenti del fiume. Secondo l'Antonini Caposele fu fondata nel periodo delle guerre fra i Sanniti e i Romani da coloro che si ritrovavano da luoghi di scontri militari[14]. E qui uno scontro militare ci fu. Narra Paolo Orosio che "ad caput sylaris" ci fu la sanguinosa sconfitta di Spartaco, il quale proprio presso le sorgenti del Sele vide definitivamente tramontare il suo sogno di libertà. Non solo, il luogo fu abitato anche dai Romani: nei primi anni dell'Ottocento, ad opera dell'illustre dottore Nicola Santorelli fu scoperta poco distante dal centro abitato, in località Preta, un'importante lapide (conservata al Museo Archeologico di Avellino) del tempo dell'imperatore Domiziano attestante l'esistenza di un collegio sacerdotale dedicato al culto del dio Silvano[15]. Secondo un'altra ipotesi Caposele venne costituita da abitanti dell'antica Posidonia (Paestum) che risalendo il nome del fiume diedero il nome al monte (Paflagone) e al fiume stesso. Quale che fosse l'origine del paese, certo è che i primi abitanti costruirono le loro dimore ai piedi del monte dove appunto una copiosa quantità di polle sorgive - circa 100 - formavano un laghetto prima di dare origine con salti e balzi ad uno spumeggiante fiume diretto verso Posidonia (Paestum). Sicuramente la ragione di tutto questo fu il beneficio che la gente poteva trarre dall'acqua.
Le prime notizie di un feudo e un probabile castello risalgono al periodo normanno, probabilmente al 1160, quando Filippo di Balvano ne divenne il proprietario[16] e inviò alcuni militi alla spedizione in Terra Santa per la conquista di Gerusalemme. Nel corso dei secoli, il territorio passò nelle mani degli Svevi e degli Angioini.
Sotto gli Aragonesi, una parte, probabilmente la zona chiamata Capodifiume, venne data a Jacopo Sannazzaro. Nel 1416 la regina Giovanna II di Napoli affidò le entrate del feudo ad Antonio Gesualdo. E fu con Luigi II Gesualdo che Caposele raggiunse il suo grande vigore. Così nel 1494 Caposele ottenne il titolo di "Universitas" cioè di Comune autonomo in grado di eleggere liberamente un sindaco per alzata di mano dei suoi abitanti e di amministrare la giustizia. Un grande privilegio questo dato ai sudditi, che, nel frattempo, scelsero anche un santo patrono, San Lorenzo, per la chiesa madre ed uno stemma per il proprio comune.
Nel XVII secolo il territorio di Caposele passò ai Ludovisio che l'acquistarono e rivendettero più di una volta. Tutto ciò spesso li costrinse a lasciare il castello. Allora comunità religiose e confraternite occuparono l'intera zona, le chiese aumentarono di numero e famiglie di estrazione ed origine diversa si affiancarono sempre più ai casali intorno alla Chiesa e alle proprietà private. La peste del 1656 decimò la popolazione del paese. Narrano le fonti che di 3000 abitanti ne morirono in quel frangente più di 2500[17]. Un'altra triste calamità che si abbatté sul paese fu il terremoto del 1694 che pure provocò numerose vittime.
Nel 1714 fu nominato principe della Terra di Caposele Inigo Rota. Nel 1771 il territorio passò nelle mani di Carlo Lagni, marito di Ippolita Rota, figlia di Inigo, dalla quale lo ottenne per via matrimoniale Carlo Lagni, ultimo signore del luogo sino all’abolizione dei diritti feudali (1806).
Nei primi decenni del 1500 esisteva già una piccola chiesa dedicata alla Mater Domini, che dà il nome ad una frazione di Caposele. Qui Sant'Alfonso Maria de' Liguori venne in missione e aprì una casa religiosa dove, nel 1755, morì San Gerardo Maiella.
Durante il Regno di Napoli e il Regno delle Due Sicilie fu un comune appartenente al Distretto di Campagna, della Provincia di Principato Citra. Con l'unità d'Italia venne assegnato alla provincia di Avellino.
Agli inizi dell'800 Caposele era composto da un nucleo che era il Castello e dal borgo di “Capo di Fiume” isolato dal resto da un vallone ricoperto di orti e, infine, dagli agglomerati periferici (Pianello, Casali, etc.). I lavori per la captazione delle sorgenti del Sele ad inizio '900 per la realizzazione dell'Acquedotto Pugliese modificarono totalmente l'assetto urbanistico: tra i due nuclei storici (Zona Castello e Zona Sorgenti) si costruiscono nuovi edifici abitativi; le costruzioni si incrementarono negli anni ’50 e così Via Roma e Corso Europa diventano le vie più importanti del paese.
È stato uno dei comuni colpiti dal terremoto dell'Irpinia verificatosi il 23 novembre del 1980.
Medaglia d'oro al Merito Civile | |
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione.» — 23 novembre 1980 |
Le acque raccolte nel Monte Cervialto (che rappresenta un bacino idrogeologico sufficientemente indipendente dai rilievi che lo circondano[18]) defluiscono verso Caposele. E proprio qui, nei pressi del monte Paflagone, tali acque sotterranee alimentano la sorgente Sanità (420 m s.l.m.)[5][18] per poi venir raccolte in venute di acqua in alveo (sorgente Tredogge) a 415 m s.l.m.[18], dando così origine al flusso del Sele. La circolazione idrica sotterranea è condizionata da una complessa struttura a scaglie tettoniche[18] (che dalla zona antistante la sorgente, Coste di santa Lucia[18], prosegue verso Calabritto[19]) la quale obbliga il fiume a sgorgare alle altezze suddette.
A Caposele ha inizio l'Acquedotto Pugliese, notevole opera di ingegneria idraulica che con le acque irpine disseta l'intero Tavoliere delle Puglie fino a Santa Maria di Leuca.
La portata media del fiume è di circa 4000 l/s ma, in seguito alla captazione delle sorgenti nel 1906[5], nell'alveo si osserva un flusso notevolmente ridotto.
L'edificio religioso è collocato nella frazione Materdomini (sede di numerose strutture ricettive) ed è meta di continui pellegrinaggi da ogni parte di Italia. Vi si può visitare il Museo Gerardino che contiene numerose testimonianze di vita di san Gerardo Maiella. La tomba del santo è collocata al centro della vecchia Basilica dietro un altorilievo in marmo, dove si intravede la nuova urna in cristallo, argento e madreperla, che contiene il corpo di san Gerardo. Alla chiesa già presente si è aggiunta la nuova chiesa del Redentore, costruita negli anni '70 su progetto dell'architetto Giuseppe Rubino. Le forme architettoniche ricordano la biblica Tenda per il Tabernacolo, costruita da Mosè nel deserto per ordine di Dio e presenta opere di notevole interesse artistico, fra cui il portale in bronzo, un'imponenente statua bronzea del Cristo Redentore, e ancora i mosaici raffiguranti gli apostoli e gli arredi monumentali tra cui l'altare, l'ambone e il portacero pasquale.
Collocata nel cuore del centro storico di Caposele, ricostruita ex novo dopo il terremoto del 1980, su progetto dell'ingegnere Vittorio Gigliotti[20] con calcoli statici del professore Luigi Adriani[20], dopo una lunga e travagliata costruzione, la chiesa è stata aperta al culto nel 2008[20]. Secondo i progettisti[20] l'architettura della chiesa sulla sorgente trae ispirazione dallo spettacolo impressionante della galleria sotterranea di captazione della sorgente, con l'acqua che scorre tumultuosamente; le strutture della copertura e del soffitto, richiamano l'immagine dell'acqua, evocando i filetti liquidi ed i vortici dell'acqua fluente. Interessanti le opere marmoree (altare, ambone e battistero)[21] ed il Cristo bronzeo[21] realizzati dallo scultore bergamasco Mario Toffetti[20][21], già distintosi per aver avuto incarichi in Vaticano[21].
I ruderi della fortezza risalente al secolo XI sono ancora visibili in località Castello, alle spalle della Chiesa Madre di san Lorenzo. A causa del terremoto del 1980 e dell'incuria, l'edificio si presenta in uno stato di profondo degrado.
Abitanti censiti
Al 31 dicembre 2007 a Caposele risultano residenti 45 cittadini stranieri. Le nazionalità presenti sono:[22]
ReligioneLa maggioranza della popolazione[23] è di religione cristiana di rito cattolico; il comune appartiene all'Arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, ed ha due parrocchie:
L'altra confessione cristiana presente è quella Protestante[24] con una comunità:
CulturaManifestazioni religiose e popolariLe principali festività di Caposele sono legate ai santi patroni san Lorenzo martire e san Gerardo Maiella. La festa patronale in onore del primo viene celebrata il 10 agosto[25], mentre il 16 ottobre[25] si festeggia il santo Redentorista a Materdomini. Sempre in onore di san Gerardo viene celebrata una processione la prima domenica di settembre[26], accompagnata, come ad ottobre, da una grande fiera[26]. Vengono organizzati solenni festeggiamenti anche in onore di santa Lucia (13 maggio)[26] e san Rocco (10 ottobre)[26]. Il 13 giugno[26], dei falò ricordano le antiche invocazioni a sant’Antonio Abate[26] contro l’herpes zoster[27] mentre il 15 giugno[26] una processione di devoti caposelesi raggiunge la rocca su cui sorge la chiesetta medievale di san Vito. Oltre la festività di san Lorenzo, il mese di agosto vede la festa del giorno 2 dedicata a sant’Alfonso Maria de’ Liguori[26], la Sagra delle matasse e dei fusilli, il giorno 9[25][26], la Corsa dei Tre Campanili a ferragosto[26] e, la domenica dopo il 16, la festa della Madonna della Sanità[28]. La terza domenica di ottobre, come di tradizione, si svolge la Sagra delle sementi[26][29], durante la quale vengono benedetti migliaia di sacchetti di grano dopo la messa[29]. CucinaLa cucina paesana è profondamente legata alla tradizione contadina, quindi ai prodotti che la terra offre. Piatti a base di verdure come m’nestra e pizza (misto di diversi ortaggi consumato con pizza di granturco)[30], taddi e patan’ (gambi di zucca cotti con patate)[30] o panieddi e pap’rnola (patate lessate e poi fritte con peperoni secchi e macinati)[30] sono tipici della tavola caposelese. A questi pasti della quotidianità si affiancano piatti invernali, come le patan’ sfruculiat’ (patate lessate e schiacciate, condite di solito con peperoni o legumi)[30] e quelli tipicamente estivi, come la ‘ngattinata (misto di ortaggi cotto e condito con pomodoro)[30]. A Caposele vi è anche una lunga tradizione di pasta fatta in casa. Tipici sono le matasse, i fusilli e i triiddi. Tra i tipi di pane sono da ricordare la tradizionale fresella e il muffletto. Nell’Undicesima revisione dell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), pubblicata l’11 luglio 2011[31], figurano tre prodotti tipici di Caposele: le matasse[32], il muffletto[32] e l’amaretto[32]. MatasseCelebrate assieme ai fusilli nella sagra del 9 agosto, le matasse sono il tipo di pasta caratteristico del paese. Vengono ottenute allungando e roteando più volte l’impasto originale per poi tagliarlo in strisce sottili[30]. La lavorazione è fatta a mano e avviene in farina di granturco per evitare che i segmenti di pasta si appiccichino fra loro[33]. Il risultato finale ricorda un groviglio di fili (per l’appunto una matassa) dal quale il prodotto prende il nome. Vengono spesso consumate con ceci o fagioli[30]. MufflettoSimile al pane fatto con l’impasto della pizza[34], il muffletto è una pagnotta dalla peculiare morbidezza e dal caratteristico odore, dovuto ad un impasto a base di patate e farina[34]. La sua comparsa si fa risalire ai primi del ‘900, durante gli inizi dei lavori per la costruzione dell’acquedotto, quando Caposele, accogliendo maestranze anche dai paesi dell’Italia centrale e settentrionale, divenne un punto d’incontro di tradizioni culinarie diverse[34]. AmarettoL’amaretto è un tipico biscotto caposelese. Di tradizione casalinga, il dolce ha come ingrediente fondamentale le nocciole tostate (varietà San Giovanni e Mortarella)[35] che gli conferiscono un sapore nettamente diverso dalla sua versione commerciale[35]. Modellati a mano in piccole forme rotondeggianti, partendo da un impasto di noci, zucchero e uova, dopo la cottura in forno, gli amaretti vengono cosparsi di zucchero a velo[35]. MuseiNei pressi delle sorgenti del Sele è stato istituito il Museo delle Acque[36], che raccoglie testimonianze della storia dell’Acquedotto Pugliese e mira a mettere in evidenza l’importanza dell’acqua come risorsa. Il museo è collocato nella Casa Houston[36], struttura che ospita anche il CE.AG.G. (Centro di Aggregazione Giovanile)[36], la biblioteca comunale[36] e la Porta dell’Anima[37] del Parco regionale dei Monti Picentini (quest’ultima tutt’ora in fase di allestimento)[36]. Nel 2012[38], grazie ad una donazione fatta al comune dall’Ordine dei Cavalieri Crociati di Malta[39], è stato inaugurato il Museo delle macchine di Leonardo. Situato nel padiglione espositvo nei pressi delle sorgenti e del cantiere dell’acquedotto, il museo ospita una collezione comprendente le riproduzioni di alcune delle macchine più significative progettate da Leonardo da Vinci[38]. ScuoleNel comune di Caposele è presente l’Istituto Comprensivo Statale “F. De Sanctis”, costituito da: scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado[40]. A Materdomini è rilevante la presenza della sezione annessa all’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “F. De Sanctis” di Sant'Angelo dei Lombardi, con gli indirizzi di liceo scientifico e liceo delle scienze umane[41]. Personalità legate a Caposele
Geografia antropicaFrazioniLo statuto comunale di Caposele non menziona nessuna frazione. In base al 14º Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni[42], le altre località abitate del territorio comunale sono:
EconomiaNei secoli passati l'economia del paese era profondamente legata non solo all'agricoltura ma, soprattutto, alle acque del Sele. Lungo le copiose sorgenti del fiume sorsero mulini, frantoi e gualchiere, di cui oggi rimane poco o nulla. Le attività legate a tali strutture, infatti, cessarono di esistere con l'inizio dei lavori per la costruzione dell'Acquedotto Pugliese e la conseguente captazione delle sorgenti. Attualmente, una delle più grandi risorse economiche di Caposele è il turismo. In primis, è da ricordare il turismo religioso, profondamente legato al culto di san Gerardo, ma il paese attira visitatori anche grazie alle sue bellezze naturalistiche come le sorgenti del fiume o il Parco regionale dei Monti Picentini. Infrastrutture e trasporti
A differenza dei comuni limitrofi, a febbraio 2012, il centro abitato del paese risulta ancora sprovvisto di collegamento ADSL (numerazione 082753XXX). L'amministrazione comunale ha tuttavia provveduto all'istallazione di un sistema di 4 antenne wi-fi che consentono accesso gratuito al web. AmministrazioneAmministrazioni precedenti
Altre informazioni amministrativeIl comune fa parte della Comunità montana Terminio Cervialto[44]. Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino interregionale del fiume Sele. SportDal 1987, nel suggestivo paesaggio dell'altopiano di Laceno, nel comune di Bagnoli Irpino, ogni anno gli sportivi caposelesi si sfidano in una corsa di mezzofondo: la Stralaceno [45]. Molto praticato inoltre il nuoto nella Piscina Comunale in località Piani, che nel corso degli anni ha portato al conseguimento risultati sportivi d'eccellenza a livello ragionale e nazionale nella disciplina del nuoto pinnato. CalcioLo sport principe del paese è certamente il calcio, vera passione locale. Da sottolineare soprattutto l'attività del Gruppo Sportivo Olimpia Caposele che dal lontano 1986[46] a oggi ha svolto un lavoro ininterrotto, importante in particolare a livello sociale, permettendo a diverse centinaia di giovani di giocare a pallone. Fiore all'occhiello della società, che da diverso tempo si occupa solo di Settore Giovanile, sono i due titoli Provinciali consecutivi ottenuti rispettivamente nel 2008 (categoria Giovanissimi)[46] e 2009 (categoria Allievi)[46], stabilendo un record a livello giovanile di 34 risultati utili consecutivi (30 vittorie e 4 pareggi)[46] e partecipando l'anno successivo al Campionato Regionale dove ha conquistato l'ambita Coppa Disciplina, prima su 130 squadre[46]. Attualmente l'Olimpia Caposele si occupa di Scuola Calcio, riconosciuta specializzata dalla F.I.G.C. insieme ad altre otto squadre. Galleria fotograficaNote
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