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Definición y significado de Egitto

Definición

definición de Egitto (Wikipedia)

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Ver también

Egitto (n.)

egiziano

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Diccionario analógico

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Egitto

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati del termine Egitto, vedi Egitto (disambigua).
Egitto
(dettagli)

Generalità
Nome completo:Repubblica Araba d'Egitto
Nome ufficiale:arabo: جمهوريّة مصر العربيّة
Lingue ufficiali:arabo
Capitale:Il Cairo  (Tra 15.000.000 e 18.000.000 ab.)
Politica
Forma di governo:Repubblica presidenziale
Presidente:Hosni Mubarak
Primo Ministro:Ahmad Nazif in carica dal 14 luglio 2004
Indipendenza:Dal Regno Unito nel 1922
Ingresso nell'ONU:24 ottobre 1945 1
Superficie
Totale:1.001.449 km²  (29º)
 % delle acque:0,6 %
Popolazione
Totale (2005):77.505.756 ab.  (15º)
Densità:77 ab./km²  
Geografia
Continente:Africa e Asia
Fuso orario:UTC +2
Economia
Valuta:Lira egiziana
PIL (PPA)  (2008):442.640 milioni di $  (26º)
PIL procapite (PPA)  (2008):5.892 $  (116º)
ISU  (2007):0,703 (medio)  (123º)
Energia:
Varie
TLD:.eg
Prefisso tel.:+20
Sigla autom.:ET
Inno nazionale:Biladī (Patria mia)
Festa nazionale:23 luglio

1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945.

La Repubblica Araba d'Egitto (arabo: جمهوريّة مصر العربيّة, Jumhūriyya Misr al-ʿArabiyya ascolta[?·info], dove con مصر, Miṣr, si intende l'Egitto) è uno Stato del Nord Africa. Include la Penisola del Sinai, il che rende l'Egitto un paese che fa parte anche dell'Asia. La principale parte abitata del paese si estende ai lati del fiume Nilo. Vaste aree dell'Egitto sono coperte dalle sabbie del Sahara e sono disabitate.

L'Egitto confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est con il mar Rosso ed Israele e a nord con il mar Mediterraneo. La capitale è Il Cairo.

Indice

Etimologia

Miṣr, il nome arabo e ufficiale del moderno Egitto, è una parola di origine semitica, affine all'ebraico מִצְרַיִם Mitzráyim che significa "i due stretti".

L'antico nome del paese, kemet, o "terra nera", è dovuto al fertile terreno nero depositato dalle piene del Nilo, distinto dalla "terra rossa", il deserto (deshret). Il nome è diventato keme in una fase successiva della lingua copta.

Il nome italiano "Egitto" deriva dalla parola latina Aegyptus che a sua volta viene dal greco Αίγυπτος, Aìgyptos. Il nome greco potrebbe ancora essere una derivazione dall'egiziano antico Hwt k3 Pth, "casa del Ka di Ptah", nome di un tempio del dio Ptah a Menphi.

Nel periodo egizio il termine più usato, soprattutto nelle titolature ufficiali, fu t3wy traducibile come Le Due Terre, termine indicante l'unione del Basso e dell'Alto Egitto.

Geografia

Morfologia

È bagnato a nord dal Mar Mediterraneo, e a est dal Mar Rosso; confina a est con Israele, a sud con il Sudan e a ovest con la Libia. La regione di confine con il Sudan lungo il Mar Rosso, il cosiddetto Triangolo di Hala' ib, è contesa dal Sudan. La parte ovest dell'Egitto è occupata dal deserto libico.

Idrografia

L'Egitto ha pochissimi fiumi. Il Nilo è il più importante dell'Egitto, é uno dei fiumi più lunghi del mondo (secondo le misurazioni, si contende il primato di lunghezza col Rio delle Amazzoni). Esso nasce dai Grandi Laghi africani, nella zona centrale del continente, e nel suo ultimo tratto attraversa da sud verso nord la parte orientale dell'Egitto. Il Nilo è stato di vitale importanza per il fiorire delle antiche civiltà, e lo è ancor oggi poiché è una fonte inesauribile di acqua per l'irrigazione dei campi. Senza di esso l'Egitto sarebbe un'isolata landa desertica senza vita, poiché si trova su uno dei territori più aridi del deserto sahariano, il Deserto Libico, poverissimo di oasi.

Clima

Il clima egiziano si presenta di tipo desertico su quasi tutto il Paese, eccezione fatta per la zona mediterranea dove esso è più temperato.Gli inverni sono miti, anche se non mancano gelate invernali nel deserto, dovute alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Le estati sono molto calde e secche, e le temperature raggiungono molto facilmente i 43-45 °C, con punte di oltre 50 °C in pieno deserto. La zona più "fresca" del Paese in estate è quella delle coste mediterranee, avvantaggiata dalle brezze marine che rendono più sopportabile la calura.Le precipitazioni sono molto scarse, soprattutto nelle zone interne sahariane, dove può non piovere per molti mesi.

Popolazione

La popolazione è quasi totalmente araba, i Berberi sono pochi e vivono nelle oasi del deserto. Data la vastità del territorio desertico, la densità media è bassa.

Demografia

L'Egitto, con i suoi quasi 80 milioni di abitanti[1] è lo stato più popoloso del Medio Oriente e il secondo stato più popoloso dell'Africa. Quasi tutta la sua popolazione è concentrata lungo il corso del Nilo, nell'area del suo delta e nell'area intorno al canale di Suez. Agli Egiziani urbani, residenti nelle metropoli di Cairo e Alessandria, si contrappongono gli egiziani rurali (fellahin). La popolazione totale e l'urbanizzazione sono molto aumentate nel XX secolo, grazie ai progressi sanitari e alla rivoluzione verde.

Etnie

Quello degli Egiziani è il gruppo etnico dominante del paese, che comprende il 94% della popolazione.

Fra le minoranze etniche si contano:

L'antichissima e vivacissima comunità ebraica è virtualmente scomparsa per emigrazione tra il 1948 e il 1962, anche se dopo la pace con Israele molti tornano in visita ai siti storici e archeologici delle principali città.

L'Egitto ospita anche un numero imprecisato di rifugiati politici:

  • circa 70.000 palestinesi, storicamente i primi, qui dal 1948;
  • circa 150.000 iracheni, giunti a partire dai primi anni 90;
  • oltre 200.000 rifugiati sudanesi, giunti negli ultimi anni.

Lingue

L'arabo è la lingua ufficiale del Paese.

Il francese e l'inglese sono due lingue storicamente diffuse in Egitto nel mondo della cultura e nei commerci. L'Egitto prende parte all'Organizzazione internazionale della Francofonia.

Religioni

Per approfondire, vedi la voce Religioni in Egitto.

Quasi il 90% della popolazione è di fede musulmana; del rimanente il 10% sono cristiani copti; esistono piccolissime minoranze di ebrei (resto di una antichissima comunità fiorente fino alla metà del XX secolo), di bahá'í e di atei o agnostici.

Identità

La valle del Nilo fu sede di una delle più antiche civiltà del mondo, con lingua e religione proprie, che durò per tre millenni. Dopo il 343 a.C. l'Egitto cadde sotto una serie di dominazioni straniere (Ellenismo, Impero Romano, Impero Bizantino, Arabi, Mamelucchi, Impero Ottomano, Impero britannico), ciascuna delle quali lasciò la sua impronta sulla cultura locale. L'identità egiziana è evoluta in questi due millenni facendo spazio a due nuove religioni (Cristianesimo e Islam) e ad una nuova lingua, l'arabo e il suo discendente orale, l'arabo egiziano.

La misura in cui i singoli egiziani si identificano con ciascuno strato della storia della nazione, che ne articola l'identità collettiva, può variare. Le questioni identitarie sono emerse negli ultimi duecento anni, quando l'Egitto mirò a liberarsi da ogni occupazione straniera, sotto forma di tre ideologie principali:

  • il nazionalismo egiziano, etno-territoriale e spesso liberale, il primo a svilupparsi, già nel XIX secolo, e dominante fra gli intellettuali e gli attivisti anti-colonialisti fino ai primi decenni del XX secolo.[2];
  • il nazionalismo arabo o panarabismo, laico e a volte con venature socialiste, che appare alla fine del XIX secolo in funzione anti-turca e raggiunge il culmine nell'era di Gamal Abdel Nasser;
  • l'islamismo politico-religioso, sorto all'inizio del XX secolo, specie con i Fratelli Musulmani, e in continua crescita a livello popolare, ma sempre escluso dal potere politico.[3]

Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia dell'Egitto.
La Grande Sfinge di Giza e la Piramide di Chefren, simboli indiscussi dell'Egitto storico e attuale

La storia dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di Alto e Basso Egitto da parte di Narmer, primo sovrano della I dinastia, intorno al 3200 a.C. anche se questi eventi vennero preceduti da una fase urbana preparatoria durata alcuni secoli. Sappiamo da recenti scoperte archeologiche che la civiltà egizia esisteva già da almeno un millennio prima.

Attraverso momenti imperiali ed altri di profonda anarchia l'Egitto mantenne la sua indipendenza fino alla metà del I millennio a.C. quando cadde sotto il controllo persiano.

Conquistato da Alessandro Magno nel IV secolo a.C., rimase sotto il controllo dei suoi successori, i Tolomei, fino alla conquista romana al 30 a.C.

Alla divisione dell'impero romano l'Egitto divenne parte dell'Impero romano d'Oriente.Nel VII secolo fu conquistato dagli Arabi che resero il paese una provincia ( wilāya ) del loro califfato. Una prima autonomia il paese la riguadagnò coi Tulunidi e, dopo la riconquista abbaside, i cui califfi affidarono l'Egitto agli Ikshididi, il paese fu conquistato nel X secolo dai Fatimidi, che erano sciiti-ismailiti.

Saladino e la dinastia da lui fondata degli Ayyubidi posero sotto il proprio controllo l'Egitto, la Siria e lo Yemen a partire dal XII secolo. Successivamente, fu la volta dei mamelucchi, turchi e circassi. Infine fu il turno degli Ottomani che presero il potere nel XVI secolo (1517), al termine della Campagna militare voluta dal Sultano ottomano Selim I Yavuz che, tuttavia, mantenne come suoi "feudatari" gli sconfitti Mamelucchi.

Ai primi di luglio 1798 l'Egitto fu invaso via mare da un corpo di spedizione francese forte di circa 40.000 uomini guidato da Napoleone Bonaparte. Lo scopo principale dell'invasione fu quello di mettere in difficoltà l'Inghilterra ma, tra gli scopi secondari, c'era anche quello di agevolare la conduzione di studi storici, archeologici, geografici, linguistici che il nutrito gruppo di uomini di scienza e di lettere, che il Bonaparte era riuscito ad aggregare alla spedizione, svolse effettivamente in modo più che egregio. L'occupazione francese durò fino all'estate del 1800 (Napoleone era tornato in Francia già ad agosto del 1799) quando le ultime truppe comandate dal generale Menou si arresero agli anglo-turchi.

Dai primi del XIX secolo l'Egitto fu tenuto con saldo e innovatore polso dall'albanese Mehmet Ali Pascià (fondatore della dinastia albanese a guida di Egitto estinta con l'ultimo re Faruq I d'Egitto nel 1953) che avviò una dinastia vicereale (khediviale), formalmente vassalla della Sublime Porta (Istanbul) ma sostanzialmente del tutto autonoma.

Nel 1881, sfruttando l'estrema debolezza del dominio turco e le inettitudini finanziarie di Isma'il Pascià, giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del Canale di Suez, il Regno Unito e la Francia obbligarono l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici. Più tardi Londra occupò l'Egitto reggendolo fino al 1922, senza definirne uno status giuridico preciso e indicandolo come un semplice possedimento della Corona.

Il Cairo una vistosa insegna pubblicitaria nell'Egitto moderno evoca i fasti antichi della Valle del Nilo

Il 28 febbraio 1922 venne riconosciuta una formale indipendenza, sotto la veste istituzionale monarchica, pur perdurando, di fatto, l'occupazione militare britannica.Questo stato di cose proseguì fino al 1952 quando il 23 luglio un colpo di Stato dei Liberi Ufficiali del generale Muhammad Neghib e del colonnello Gamāl ʿAbd al-Nāṣer (Nasser) proclamò la repubblica, deponendo la dinastia fondata da Mehmet Ali e imponendo pochi anni dopo il definitivo ritiro delle truppe britanniche dalla zona del Canale e dalle basi militari che ancora gestiva.

Il 23 giugno 1956 Nasser viene eletto Presidente della Repubblica, ed il 26 luglio decreta la nazionalizzazione del Canale di Suez, ponendo termine al controllo franco-britannico, e bloccando, di fatto, questa importante via di comunicazione. La situazione precipita nel mese di ottobre; a seguito di attacchi terroristici nelle zone di confine, infatti, il 20 ottobre, Israele invade il Sinai, e punta sul Canale di Suez; il 29 ottobre 1956, truppe britanniche e francesi occupano la zona del Canale, il 31 ottobre bombardano Il Cairo e il 5 novembre occupano Porto Said. Il 6 novembre l'Unione Sovietica intima ad Israele, Francia e Regno Unito, di interrompere le ostilità verso l'Egitto, minacciando un intervento diretto nel conflitto, ed anche gli Stati Uniti premono sugli alleati per porre fine al conflitto.

Il cessate il fuoco entra in vigore l'8 novembre, ed il 15 dello stesso mese truppe di pace dell'ONU giungono nella zona. L'intero Egitto fu così affidato alla nuova classe dirigente espressa dai "Liberi Ufficiali".

Il successivo mancato finanziamento del progetto dell'Alta Diga di Aswān da parte della Banca Mondiale fu una delle cause dell'avvicinamento dell'Egitto, governato da Gamāl ʿAbd al-Nāṣer, all'URSS. Nel 1967 scoppia la "Guerra dei sei giorni" (vedi Conflitti arabo-israeliani), e il 28 settembre 1970 muore Nasser. Gli succede il vice presidente, Anwar al-Sādāt, che, nel 1973 sferra una nuova offensiva verso Israele, e che verrà ucciso il 6 ottobre del 1981 in un attentato. Gli succede Hosni Mubarak.

Per approfondire, vedi la voce Conflitti arabo-israeliani.

Ordinamento dello stato

Bandiera egiziana

L'Egitto è una repubblica dal 18 giugno 1953; si auto-definisce una repubblica araba e socialista. La Costituzione organizza il potere politico secondo un sistema semi-presidenziale multi-partitico con bicameralismo asimmetrico (la Costituzione vieta i partiti su base confessionale).

Il potere esecutivo è diviso tra il Presidente e il Primo Ministro. Tuttavia, in pratica, il potere esecutivo è fortemente concentrato nel Presidente, che dal 1952 al 2005 è stato eletto in consultazioni popolari con un solo candidato.

Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento bicamerale:

  • Assemblea del Popolo (Majlis al-Shaʿb), composto da 454 deputati eletti a suffragio universale diretto ogni 5 anni, 400 con sistema proporzionale, 44 in collegi uninominali e non più di 10 nominati dal Presidente. Il Parlamento può sfiduciare il governo.
  • Consiglio Consultivo (Majlis al-Shura), composto di 264 consiglieri, per 2/3 eletti direttamente e per 1/3 nominati dal Presidente per un mandato di 6 anni (con rinnovo di metà consiglio ogni 3 anni). Il Consiglio, creato nel 1980, ha poteri limitati: in caso di disaccordo fra i due rami, l'Assemblea ha l'ultima parola.

Il potere giudiziario è costituzionalmente indipendente (con al suo vertice la Suprema Corte Costituzionale) e durante le presidenze Mubarak ha dimostrato anche una crescente indipendenza di fatto. Il diritto è di tipo codicistico (civil law), salvo per le questioni matrimoniali e di stato personale, dove vige il diritto religioso (coranico o canonico).

Suddivisione amministrativa

Per approfondire, vedi la voce Governatorati dell'Egitto.

L'Egitto ha cinque livelli amministrativi al di sotto dello Stato.

Dall'aprile 2008 l'Egitto è diviso in 29 muhāfaza, o Governatorati.[4] In genere i Governatorati prendono il nome dalla città principale. Ogni Governatorato è retto da un governatore che viene designato dal presidente della repubblica.

Elenco dei Governatorati dell'Egitto

Governatorati dell'Egitto
NomeArea (km²)Popolazione (2006)Capitale
1Iskandariyya2.6794.110.015Alessandria
2Aswan6791.184.432Assuan
3Asyut25.9263.441.597Asyut
4Buhayra10.1304.737.129Damanhur
5Beni Suef1.3222.290.527Beni Suef
6Il Cairo2147.786.640Cairo
7Dakahliyya3.4714.985.187Mansura
8Damietta5891.092.316Damietta
9Fayyum1.8272.512.792Faiyum
10Gharbiyya1.9424.010.298Tanta
11Giza85.1536.272.571Giza
12Ismailiyya1.442942.832Ismailia
13Kafr el-Sheykh3.4372.618.111Kafr el-Sheikh
14Matruh212.112322.341Marsa Matruh
15Minya32.2794.179.309Minya
16Manufiyya1.5323.270.404Shibin El Kom
17Wadi al-Jadid376,505187,256Kharga
18Sinai del Nord27.574339.752Arish
19Port Said72570.768Port Said
20Qalyubiyya1.0014.237.003Banha
21Qena1.8513.001.494Qena
22Mar Rosso203,685288,233Hurghada
23Sharqiyya4.1805.340.058Zagazig
24Sohag1.5473.746.377Sohag
25Sinai del Sud33.140149.335el-Tor
26Suez17.840510.935Suez
27Luxor55451.318Luxor
28Helwann/a643.327Helwan
29Governatorato al-Sadis min Uktubirn/a500.000Madinat Sadis min Uktubir

Città principali

Mappa dell'Egitto

Istituzioni

Ordinamento scolastico

L'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 13 anni di età; l'alfabetizzazione ufficiale è del 100%.

Sistema sanitario

Politica

Sia sul piano della politica interna, in particolare per quanto concerne l'assetto economico, sia su quello della politica estera, l'Egitto ha assunto, negli ultimi decenni, posizioni molto variegate e non sempre coerenti.

Il sistema politico egiziano è multi-partitico, ma con un partito dominante, il Partito Nazionale Democratico (الحزب الوطنى الديمقراطى al-Hizb al-Watanī al-Dīmuqrātī), fondato nel 1978 dal presidente Sadat, oggi guidato dal presidente Mubarak e membro dell'Internazionale Socialista.

Alle elezioni legislative dell'ottobre-novembre 2000 il PND ottenne 353 seggi su 444; un'altra trentina si avvicinò dopo le elezioni al PND; i partiti di opposizione di tipo occidentale non ottennero più di 15 seggi, mentre gli indipendenti riconducibili ai Fratelli Musulmani furono 17 e gli altri indipendenti (notabili locali) 27.

Alle elezioni legislative del novembre-dicembre 2005 il PND ottenne 317 seggi, contro gli 88 indipendenti riconducibili ai Fratelli Musulmani, i veri vincitori delle elezioni. Come terza forza, con 6 seggi, si è confermato il Nuovo Partito Wafd (حزب الوفد الجديد Hizb al-Wafd al-Jadid ), erede dal 1983 del Wafd ("Delegazione"), tradizionale partito del nazionalismo liberale dissolto nel 1952. Dal Wafd si era scisso a ottobre 2004 il Partito del Domani ( حزب الغد Hizb el-Ghad ), liberal-democratico, che ha ottenuto 1 seggio.

Mohamed Hosni Mubarak è presidente dal 14 ottobre 1981, data dell'assassinio del presidente Mohammed Anwar El-Sadat; è stato eletto al suo quinto mandato nel settembre 2005, nella prima elezione presidenziale pluralistica, con l'88,6% dei voti (Ayman Nur del Ghad ottenne il 7,3%, Numan Gumaa del Wafd il 2,9%). I votanti furono però solo il 23% degli elettori.

Ahmad Nazif ha assunto la carica di primo ministro il 9 luglio 2004, in seguito alle dimissioni di Atef Ebeid, in carica dal 1999.

Oltre 50 anni dopo la rivoluzione dei Liberi Ufficiali (23 luglio 1952), alla fine di febbraio 2005, Mubarak annunciò a sorpresa la revisione della legge elettorale presidenziale in senso pluralistico. Tuttavia, anche la nuova legge rende estremamente difficili le candidature e favorisce la rielezione del presidente uscente. Ayman Nur, del Ghad, fu la vittima più nota di tale processo.[5] Peraltro, anche riguardo alle elezioni presidenziali e parlamentari del 2005 si levarono accuse di violenze pubbliche e private contro gli oppositori e di brogli a favore del partito di governo. Meno del 25% dei 32 milioni di elettori registrati votò nel 2005.

Il 19 marzo 2007 il Parlamento approvò 34 emendamenti alla Costituzione, ma l'opposizione non partecipò al voto; gli emendamenti miravano a:

  • proibire che i partiti usino la religione come fondamento dell'attività politica;
  • consentire una nuova legge anti-terrorismo, sostitutiva dello stato di emergenza vigente dal 1981, concedendo alla polizia ampi poteri di arresto e sorveglianza;
  • attribuire al presidente il potere di sciogliere il parlamento;
  • terminare il controllo giudiziario sulle elezioni.[6]

Il referendum vide la partecipazione del 27% dell'elettorato: il 27 marzo si annunciò che il 75,9% dei votanti aveva approvato gli emendamenti. Ciò avrà per conseguenza una più efficiente repressione dell'islamismo.

Nonostante la crescente libertà del dibattito politico ed elettorale, secondo le organizzazioni umanitarie internazionali quali Amnesty International, Human Rights Watch e Freedom House) l'Egitto è da considerarsi non libero, per le persistenti violazioni dei diritti umani (donne, omosessuali, minoranze religiose), civili e politici.[senza fonte]

La politica estera è moderata e in genere filo-occidentale dagli anni 70. L'Egitto ha considerevole influenza nel Medio Oriente e in Africa. Ospita al Cairo il quartier generale della Lega Araba e media spesso i conflitti inter-arabi. Come primo paese arabo a far pace con Israele (1979) assume spesso il ruolo di mediatore fra quest'ultimo e gli arabi. Dal 1991 al 1996 fu segretario generale delle Nazioni Unite l'ex vice-primo ministro egiziano Boutros Boutros-Ghali.

Questione democratica

Dopo gli anni in cui Nasser aveva governato in modo sostanzialmente autoritario e repressivo verso ogni forma di opposizione, in cui l'Egitto aveva perso due guerre contro Israele e in cui gli sforzi economici del Presidente avevano raccolto risultati assai contraddittori (fallimento del piano d'industrializzazione ma costruzione dell'Alta Diga di Aswan, con benefici risultati nel campo della produzione di energia elettrica e nell'agricoltura ma con riflessi negativi non indifferenti d'impatto ecologico sull'ambiente, l'Egitto con Anwar al-Sadat iniziò un lunghissimo processo di apertura ( infitāh, "apertura" fu il termine per l'appunto usato) politica ed economica che solo con molto ottimismo può essere considerato un processo di democratizzazione.
L'Egitto gode di assai maggiori simpatie in Occidente, non solo grazie al suo ritorno a un'economia di mercato (per quanto caratterizzata da fortissimi fenomeni di corruzione e da una quasi assoluta mancanza di regole e di reale concorrenza) a fronte di un passato del tutto dirigistico, ma grazie all'inattesa apertura verso Israele dopo la guerra scatenata da Sadat nel 1973, che condurrà al suo formale riconoscimento dello Stato ebraico.
L'abbandono dell'alleanza con l'URSS e l'avvio di una sostanziosa intesa con gli USA costituiscono fondamentali momenti della nuova strategia politica internazionale di Sadāt, di fatto proseguita anche dal suo successore Hosni Mubarak e comprovata dalle posizioni dell'Egitto contro il cosiddetto fondamentalismo islamico, soprattutto dopo l'11 settembre 2001 e le guerre contro l'Iraq e il regime di Saddam Husayn.

Il regime egiziano - caratterizzato anche con Sadat da un forte autoritarismo e da forme sostanziali di "culto della personalità" - mostra nondimeno un notevole grado di stabilità, che in varia misura ha agevolato gli investimenti stranieri e il turismo. Essa tuttavia è messa in qualche modo a repentaglio dalla mancanza di un vice-Presidente della Repubblica in grado di succedere senza scossoni a Mubārak e dalla volontà decisa di quest'ultimo di chiamare ai posti di maggior responsabilità suo figlio Gamāl, sul quale non mancano di appuntarsi le critiche dell'opposizione liberale e sul quale non s'è comunque mai espressa la classe militare che che guida ininterrottamente il Paese dal 1951 e che tuttora esprime quasi il 50% dei ministri.
Rimane fortemente ambigua la politica liberalizzatrice del regime di Mubārak perché, se da un lato sono stati autorizzati nuovi partiti politici non in linea con la guida del partito egemone cui appartiene il Presidente (tra i quali spicca quello dei Fratelli Musulmani, con una sua sostanziosa presenza parlamentare), vari ostacoli - considerati all'estero pretestuosi - sono stati frapposti all'espletamento di una loro libera opposizione, col ricorso a misure detentive irrogate da una magistratura spesso ligia ai voleri presidenziali e che, per accontentare i sentimenti "fondamentalistici" non evita di avviare all'occorrenza pesanti azioni giudiziarie contro i più attivi critici del modo di operare islamista.

Difficile giudicare il grado di democrazie del regime scaturito dal colpo di Stato del 1952. Se infatti il sistema politico è attualmente caratterizzato dal multipartitismo, troppi sono ancora i vincoli frapposti all'espressione davvero libera della critica. Le elezioni sono caratterizzate da sostanziosi episodi di condizionamento diretto e indiretto del voto, specie nella ampie aree rurali dove dominano le figure dei dirigenti locali del partito al potere e dove è legge l'autorità dei capi tradizionali, senza contare che il sistema elettorale viene modificato ad ogni elezione senza che se ne dia opportuna notizia a tutto il corpo elettorale.Poi c'è la questione dei candidati indipendenti, capaci per diversi motivi di sconfiggere i candidati di regime ma che, dopo le elezioni, vengono inglobati nel partito di regime, garantendo la maggioranza a Mubārak.

Economia

Le antiche cave di porfido nel deserto orientale tra il Nilo e il Mar Rosso

L'economia egiziana, prevalentemente agricola, nonostante il recente sviluppo delle attività industriali, e turistiche, era caratterizzata fino a qualche tempo fa da una pressoché assoluta staticità alla monocoltura del cotone che assoggettava, e in parte tuttora assoggetta, l' economia del paese alle fluttuazioni dei mercati internazionali.

  • Addetti all'agricoltura: 32%
  • Addetti all'industria: 22%
  • Addetti al terziario: 46%

Un recente rapporto del governo egiziano indica un aumento sostanziale delle entrate dello Stato nel corso del primo semestre dell'anno fiscale 2008-2009. Secondo i dati, i ricavi del Cairo ammontano a 128 miliardi di sterline egiziane (circa $ 25 miliardi di euro) - un aumento del 98,5% rispetto al precedente anno fiscale. La relazione inoltre ha indicato un aumento del 46,5% di acquisti fiscali ($ 5,7 miliardi), un 22% di aumento in tasse doganali ($ 1,35 miliardi). Turismo, insieme con i ricavi generati dal Canale di Suez, i trasferimenti di denaro da parte egiziana ai lavoratori all'estero, e il Gas e le esportazioni di petrolio, costituiscono per l'Egitto le entrate in valuta estera.[7]Operazione Piombo Fuso a Gaza ha suscitato aspri sentimenti anti-Israele in Egitto, molte le intimazioni a tagliare i legami commerciali con lo Stato ebraico. Tuttavia, le organizzazioni del mercato egiziano non hanno ceduto alle pressioni e non hanno istituito il boicottaggio. Secondo dati egiziani, gli scambi commerciali tra Israele ed Egitto nel 2008 sono stati stimati di circa quattro miliardi di dollari, esclusi il gas e la benzina.[8]

Lavoratori egiziani all'estero

La crisi finanziaria mondiale ha colpito anche l'Egitto. Secondo uno studio pubblicato dal Centro egiziano di studi economici, le autorità temono che circa mezzo milione di lavoratori egiziani perderà il posto di lavoro nei paesi del Golfo entro la fine del 2009.[9]

Settore primario

La maggior parte dei campi è irrigata artificialmente ma la Alta Diga non permette ormai più al Nilo di fertilizzare i terreni e di ottenere fino ai tre raccolti tradizionali che precedentemente si potevano avere ogni anno. Le colture sono diversificate a seconda della stagione:

Industria

Grazie a petrolio e gas naturale l'industria energetica è abbastanza sviluppata. Sono importanti anche il settore siderurgico, meccanico e chimico. Il settore più sviluppato è comunque quello tessile, soprattutto con la lavorazione del cotone. La zona più industrializzata è quella tra il Cairo ed Alessandria.

Nella città di 6th October City si sta sviluppando un forte polo industriale dedicato alla produzione automobilistica. Qui sono presenti molti gruppi industriali stranieri come Nissan, Mercedes-Benz, Suzuki e la tedesca BMW attraverso la Bavarian Auto.

Terziario

Sharm el-Sheikh, notissima località turistica e balneare

Servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona

Trasporti

Per approfondire, vedi la voce Trasporti in Egitto.
  • Strade: 64.000 km
  • Ferrovie: 8.600 km
  • Vie navigabili interne: 3.100 km

La navigazione interna (lungo il Nilo e canali ad esso collegati) è molto intensa.Il Canale di Suez, lungo 120 chilometri, è stato terminato nel 1869 e da allora costituisce una via di comunicazione di somma importanza strategica.I trasporti su gomma sono sviluppati solo nella zona della valle del Nilo.

Turismo

Il turismo, attualmente l'attività più importante del settore terziario, ripreso dopo gli attentati degli anni novanta, vede in Sharm el-Sheikh, Dahab, Hurghada e Marsa Alam i centri più importanti dove sono sorti numerosi alberghi e villaggi turistici con animazione turistica e internazionale.

Commercio estero

La bilancia commerciale egiziana è in passivo, anche perché le esportazioni riguardano solo il petrolio, il cotone e i datteri. Tuttavia il turismo internazionale è fonte di entrate valutarie, e così le rimesse degli emigrati.

L'Egitto esporta il proprio gas naturale ad Israele. Recentemente, una battaglia legale è in corso contro l'esportazione di gas naturale dall'Egitto a Israele. Una commissione di esperti, nominata dal tribunale egiziano che discute una petizione contro la tratta di gas, ha presentato una raccomandazione volta ad annullare la decisione del governo per l'esportazione di gas naturale ai vari paesi, tra cui Israele, ad un prezzo ridotto.[10]

Ambiente

Estremamente arido e principalmente desertico, eccezion fatta per le rive del Nilo che quando straripa deposita, nei campi circostanti, una sostanza molto fertile chiamata limo.

arte

gli egiziani hanno scolpito e dipinto allo stesso per 3 millennic'era un stretto legame tra l'arte e la religione.il faraone era considerato come divino del dio sole solo onorando le divinità è stato possibile che l'anima viveva nell'aldilà

Sport

La Nazionale di calcio egiziana si è aggiudicata per tre volte consecutive (2006, 2008 e 2010) la Coppa d'Africa e con un totale di 6 vittorie su 7 finali detiene il primato africano.

La Nazionale di pallavolo femminile dell'Egitto ha vinto due volte il campionato africano e ha partecipato sia ai Mondiali che alla Coppa del Mondo.

Tradizioni

Gastronomia

L'alimentazione nell'antichità

Si consumavano volatili ed animali da cortile.I campi disposti lungo le rive del Nilo producevano anche varie verdure, legumi ed una grande quantità di frutta.

Essendo sconosciuto lo zucchero, per dolcificare si utilizzava il miele o, talvolta, il succo dei datteri.

Il sale veniva ricavato dai depositi del Wadi Natrun, nel deserto libico ed era usato principalmente come conservante per le carni.

L'olio veniva utilizzato per l'alimentazione, come unguento e per l'illuminazione ed era ricavato dai semi di varie piante, tra cui, principalmente, sesamo e ricino. Il più pregiato era ricavato dai gigli.

L'olio d'oliva era in gran parte importato dalla Siria, essendo insufficienti le piantagioni di olivi in Egitto.

Bevanda usuale, oltre l'acqua e i succhi di frutta, era la birra, che si otteneva facendo fermentare nell'acqua - e forse con datteri - pagnotte d'orzo. La birra aveva anche un valore rituale e faceva parte fissa delle offerte ai defunti ed alle divinità, insieme al pane e alle carni.

Il vino era conosciuto in Egitto dall'età più antica. I vigneti più antichi erano nel Delta, ma anche nelle oasi e in Nubia si coltivava la vite. Nella tomba di Tutankhamon furono trovate 26 giare di vino, ognuna con l'indicazione della data e del luogo di produzione, oltre al nome del produttore.

Piatti moderni

Vita dell'Egitto antico

Una scena di transumanza

La vita nell'Egitto antico era molto legata al gruppo sociale a cui si apparteneva.

Il Faraone (termine che andrebbe utilizzato solo dalla sedicesima dinastia in poi) era al vertice di tutta la società.Tramite gli scribi il Faraone poteva controllare il buon funzionamento dell'economia del paese.Costoro, conoscendo la scrittura e la matematica, mantenevano in ordine i registri della produzione agricola consegnata al Faraone e calcolavano la parte spettante per ogni abitante dell'Egitto in base al lavoro svolto, alle necessità della famiglia, alla parte da destinare al magazzino per far fronte alle possibili carestie.

Il popolo era per la maggior parte dedito all'agricoltura. La fertilità del terreno permetteva diversi raccolti l'anno, ma durante il periodo delle esondazioni del Nilo gli agricoltori si impegnavano per la costruzione delle grandi opere, ad esempio le grandi piramidi, in cambio di un compenso.

Pesi e misure

Il sistema metrico decimale (metro, chilogrammo, ecc) è stato adottato in Egitto il 28 aprile 1891, ed è ampiamente usato. È rimasto in uso il feddan come unità per la misura della superficie dei terreni. Un feddan = 4.200 m2 = 1,038 acro = 0,42 ettari.

Note

  1. ^ Egitto su CIA World Factbook
  2. ^ Jankowski, James. "Egypt and Early Arab Nationalism" in Rashid Khalidi, ed. The Origins of Arab Nationalism. New York: Columbia University Press, 1990, pp. 244-45
  3. ^ Dawisha, Adeed. Arab Nationalism in the Twentieth Century. Princeton: Princeton University Press. 2003, pp. 264-65, 267
  4. ^ Reem Leila. Redrawing the map in Al Ahram Weekly (On-line). URL consultato il 2008-05-19.
  5. ^ United States "Deeply Troubled" by Sentencing of Egypt's Nour. U.S. Department of State, Published December 24, 2005
  6. ^ Anger over Egypt vote timetable BBC News.
  7. ^ Doron Peskin, Infoprod Egitto relazioni forte aumento delle entrate dello Stato 10.02.09
  8. ^ Egiziani in contrasto su boicottaggio Israele, Doron Peskin, Infoprod 19.01.09
  9. ^ EGITTO TEME RITORNO DI 500.000 LAVORATORI DAL GOLFO Doron Peskin, Infoprod 03.04.09
  10. ^ Egitto, esperti esortano annullamento di accordo sul gas, Doron Peskin, Infoprod 20.03.09

Bibliografia

  • M.W. Daly ed., The Cambridge History of Egypt, Cambridge, C.U.P., 1998, 2 voll.
  • Yaḥyà al-Antākī, Cronache dell'Egitto fatimide e dell'impero bizantino (937-1033), a cura di B. Pirone, Roma, Jaca Book, 1968
  • Paolo Minganti, L'Egitto moderno, Firenze, Sansoni, 1959
  • Nicola Melis, "L'importanza geostrategica dell'Egitto secondo un documento absburgico del XVI secolo", in E. Sanchez-G. P. M. Asuero-M. Bernardini (eds.), España y el Oriente islámico entre los siglos XV y XVI (Imperio Otomano, Persia y Asia central) Actas del congreso Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", Nápoles 30 de septiembre - 2 de octubre de 2004, Isis, Istanbul 2007, pp. 238 – 311.
  • Elvio Ciferri, Egypt, in «Encyclopedia of the French Revolutionary and Napoleonic Wars», Santa Barbara (California), ABC Clio, 2006
  • Bruno Aglietti, L'Egitto dagli avvenimenti del 1882 ai giorni nostri, Roma, Istituto per l'Oriente, 1965, 2 voll.
  • Massimo Campanini, Storia dell'Egitto contemporaneo. Dalla rinascita ottocentesca a Mubarak, Roma, Edizioni Lavoro, 2005

Collegamenti esterni

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