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⇨ definición de Stirene (Wikipedia)
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Wikipedia
Stirene | |
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Nome IUPAC | |
stirene | |
Nomi alternativi | |
stirolo vinilbenzene feniletilene |
|
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C8H8 |
Massa molecolare (u) | 104,15 |
Aspetto | liquido incolore |
Numero CAS | [ | ]
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 0,906 |
Solubilità in acqua | 0,24 g/l a 293 K |
Temperatura di fusione | -31 °C (242 K) |
Temperatura di ebollizione | 145 °C (418 K) |
Proprietà termochimiche | |
ΔfH0 (kJ·mol−1) | 103,8 |
C0p,m(J·K−1mol−1) | 182 |
Indicazioni di sicurezza | |
Flash point | 36,7 °C (309,9 K) |
Limiti di esplosione | 1,1 - 8,9% vol. |
Temperatura di autoignizione | 480 °C (753 K) |
Simboli di rischio chimico | |
attenzione |
|
Frasi H | 226 - 302 - 319 - 315 |
Consigli P | 210 - 241 - 302+352 - 303+361+353 - 305+351+338 - 501 [1][2] |
Lo stirene (noto anche come stirolo, feniletilene o vinilbenzene) è un idrocarburo aromatico. La presenza di un doppio legame carbonio-carbonio sulla catena laterale conferisce allo stirene anche la reattività tipica degli alcheni.
A temperatura ambiente è un liquido oleoso trasparente dal caratteristico odore dolciastro; è tossico e infiammabile. Insolubile in acqua, si scioglie nei più comuni solventi organici.
Indice |
Lo stirene viene prodotto dall'etilbenzene o per deidrogenazione catalitica condotta temperature comprese tra i 600 °C e i 650 °C, in presenza di ossido ferrico o di idrossido di potassio e di vapore acqueo, secondo la reazione:
Data la facilità con cui polimerizza - al punto che è necessario stabilizzarlo con sostanze capaci di bloccare la formazione di radicali liberi - il suo principale impiego è come monomero per la produzione di numerose materie plastiche, tra cui:
che trovano applicazione in innumerevoli prodotti e applicazioni - plastiche, gomme, schiume isolanti, fibre, eccetera.
(effetti a breve termine e intossicazione cronica)
L'esposizione a concentrazioni superiori (200-400 ppm) causa irritazione transitoria delle mucose congiuntivali e nasali e frequentemente cefalea, vertigini, sonnolenza, turbe della memoria diminuzione dei riflessi; a 500 ppm è costante l'irritazione congiuntivale delle prime vie aeree ed è frequente la tosse.
Una sintomatologia irritativa a carico delle congiuntive si manifesta per un'esposizione a 800ppm; la permanenza a queste concentrazioni causa svogliatezza, sonnolenza, astenia muscolare e depressione.
Lo stirene liquido, essendo una sostanza molto irritante, può causare eritema, xerosi e delle fissurazioni; l'insorgenza di dermatiti può essere facilitata dal contemporaneo uso di altri solventi.
Lo stirene può determinare alterazioni a carico del sangue caratterizzate da riduzione dei globuli bianchi con linfocitosi relativa, alterazioni della funzionalità epatica e talvolta sono state evidenziate in alcuni soggetti esposti a turbe digestive, nausea, vomito, perdita di appetito e stanchezza.
Lo stirene è stato riconosciuto ufficialmente come cancerogeno dal XII rapporto sui cancerogeni, pubblicato il 10 giugno 2011 dal Dipartimento Statunitense di salute, Programma Tossicologico Nazionale.[3]
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