definición y significado de lotta | sensagent.com


   Publicitad D▼


 » 
alemán árabe búlgaro checo chino coreano croata danés eslovaco esloveno español estonio farsi finlandés francés griego hebreo hindù húngaro indonesio inglés islandés italiano japonés letón lituano malgache neerlandés noruego polaco portugués rumano ruso serbio sueco tailandès turco vietnamita
alemán árabe búlgaro checo chino coreano croata danés eslovaco esloveno español estonio farsi finlandés francés griego hebreo hindù húngaro indonesio inglés islandés italiano japonés letón lituano malgache neerlandés noruego polaco portugués rumano ruso serbio sueco tailandès turco vietnamita

Definición y significado de lotta

Definición

definición de lotta (Wikipedia)

   Publicidad ▼

Sinónimos

Ver también

   Publicidad ▼

Frases

Alessandro Lotta • Alexis o il trattato della lotta vana • Alto Commissario per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa • Alto Commissario per la lotta alla contraffazione • Autodenuncia di solidarietà a Lotta Continua • Controversia sulle dichiarazioni di Benedetto XVI in materia di lotta all'AIDS • Endgame - Bronx lotta finale • Ente Regionale per la Lotta Anti-Anofelica in Sardegna • Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali • La folla. Seimila anni di lotta contro la tirannide • Lega Italiana per la Lotta ai Tumori • Lega italiana per la lotta contro l'AIDS • Lotta Comunista • Lotta Continua • Lotta Continua (giornale) • Lotta Engberg • Lotta Operaia • Lotta a calendario • Lotta a terra • Lotta aerea antincendio • Lotta ai Giochi della I Olimpiade • Lotta ai Giochi della III Olimpiade • Lotta ai Giochi della IV Olimpiade • Lotta ai Giochi della IX Olimpiade • Lotta ai Giochi della V Olimpiade • Lotta ai Giochi della VII Olimpiade • Lotta ai Giochi della VIII Olimpiade • Lotta ai Giochi della X Olimpiade • Lotta ai Giochi della XI Olimpiade • Lotta ai Giochi della XIV Olimpiade • Lotta ai Giochi della XIX Olimpiade • Lotta ai Giochi della XV Olimpiade • Lotta ai Giochi della XVI Olimpiade • Lotta ai Giochi della XVII Olimpiade • Lotta ai Giochi della XVIII Olimpiade • Lotta ai Giochi della XX Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXI Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXII Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXIII Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXIV Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXIX Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXV Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXVI Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXVII Olimpiade • Lotta ai Giochi della XXVIII Olimpiade • Lotta ai Giochi olimpici • Lotta ai Giochi olimpici intermedi • Lotta ai XVI Giochi del Mediterraneo • Lotta antinave • Lotta antisommergibile • Lotta biologica • Lotta biotecnica • Lotta di Giacobbe con l'angelo • Lotta di Popolo • Lotta femminile • Lotta greco-romana • Lotta greco-romana ai Giochi della XXIX Olimpiade - 120 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXIX Olimpiade - 55 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXIX Olimpiade - 60 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXIX Olimpiade - 66 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXIX Olimpiade - 74 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXIX Olimpiade - 84 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXIX Olimpiade - 96 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 120 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 55 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 60 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 66 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 74 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 84 kg • Lotta greco-romana ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 96 kg • Lotta guidata • Lotta integrata • Lotta libera (film) • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 120 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 48 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 55 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 55 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 60 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 63 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 66 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 72 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 74 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 84 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXIX Olimpiade - 96 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 120 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 48 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 55 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 55 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 60 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 63 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 66 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 72 kg femminile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 74 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 84 kg maschile • Lotta libera ai Giochi della XXVIII Olimpiade - 96 kg maschile • Lotta operaia • Lotta per la sopravvivenza • Lotta per le investiture • Lotta per vivere • Lotta rivoluzionaria • Lotta sarda • Lotta senegalese • Lotta senza codice d'onore • Lotta stile libero • Lotta svizzera • Lotta tra Amore e Castità • Movimento Giovanile Progressista-Lotta di Classe • Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo • Parco Lotta • Proiezione (lotta) • Unione italiana lotta alla distrofia muscolare • Whole Lotta History • Whole Lotta Love • Zona Lotta

Diccionario analógico










lotta (n.)

lotta[Hyper.]

duellante[Dérivé]









Wikipedia

Lotta

                   
bussola Disambiguazione – Se stai cercando le discipline sportive olimpiche, vedi Lotta olimpica, lotta libera e lotta greco-romana.
 Giacobbe che lotta con l'angelo, un'illustrazione di Gustave Doré (1855)

La lotta (anticamente "lutta", dal latino lŭcta) consiste nel combattimento corpo a corpo tra due avversari o anche la fase del combattimento in cui i due contendenti finiscono avvinghiati in contatto diretto. Il termine si riferisce in particolare a tecniche, movimenti e contromosse applicate al fine di ottenere un vantaggio fisico, come posizioni di dominanza, uscite e sottomissioni, o per infortunare un avversario. Viene studiata e praticata soprattutto per sport e competizioni agonistiche, ma anche nelle arti marziali, per difesa personale o per addestramento militare. Esistono molti stili di lotta ognuno con regole diverse sia tra gli sport tradizionali che tra le discipline di combattimento moderne; ognuna adotta un vocabolario ed una terminologia diversa anche in occasione delle stesse tecniche ed azioni, questo perché ognuno di essi possiede una propria storia ed ha risentito del condizionamento culturale della società in cui si è evoluto.

Indice

  Storia della lotta

La Lotta rappresenta la disciplina da combattimento più antica al mondo. Diversi graffiti risalenti all'era del paleolitico raffigurano azioni e tecniche primitive con protagonisti i primi lottatori. I reperti archeologici giunti ai nostri giorni fanno luce sul passato e danno risalto a questa disciplina attraverso un ponte epocale che ci conduce in un viaggio fra tutte le società di ogni periodo e di ogni regione del globo: sumera, egizia, greca, romana, celtica, germanica, araba, indiana, cinese, giapponese, polinesiana, amerinda, africana. Omero ne fa risalire la pratica tramite testimonianza scritta al periodo della guerra di Troia (II millennio AC).[1] Molte mitologie antiche, inoltre citano ampiamente scene di lotta (nella sua epopea Gilgamesh sconfigge il rivale Enkidu in un incontro di lotta, anche Zeus sconfigge il padre Crono lottando). L'arte di "fare alle braccia" risulta quindi antichissima e sono diversi gli scopi che hanno facilitato il suo sviluppo, da quello educativo-formativo a quello militare, difensivo e sportivo.

  La lotta nel mondo antico

 Raffigurazione di due antichi pancrazisti.

Nel vicino oriente, forme di lotta per presa alla cintura erano già popolari da molto tempo.[2][n 1]

Le prime testimonianze documentate di lotta in Egitto compaiono circa nel 2300 AC, nella tomba del filosofo dell'Antico Regno Ptahhotep. Provengono dal periodo del Nuovo Regno (2000-1085 AC), dipinti che mostrano lottatori egizi e nubiani combattere fra di loro. Lo studioso Carroll ha studiato queste raffigurazioni e notato anche le similitudini fra le tecniche rappresentate e quelle usate dagli odierni lottatori nuba.[3] In alcune tombe del Medio Regno a Beni Hasan nella valle del Nilo, sono invece presenti circa 400 raffigurazioni di tecniche di lota con scopo ginnico-militare analoghe a quelle dell'odierna lotta libera e del submission grappling.[4] Il dipinto comprende diversi esercizi per la preparazione atletica, compreso il "ponte".

Successivamente, in Europa la civiltà ellenica ha tramandato ampie e complete documentazioni, in cui la lotta era considerata come un esercizio indispensabile per il rafforzamento del fisico e del carattere dei giovani, tanto da essere inclusa nei giochi olimpici antichi ed essere citata nei poemi omerici dell'Iliade e dell'Odissea[5] . Al giorno d'oggi, nel mondo occidentale l'eredità della pratica greca è alla base della lotta stessa. I lottatori erano anche dipinti in azioni in numerosi vasi, sculture e monete, così come anche in altre forme letterarie. Sebbene diverse culture includevano la lotta in celebrazioni reali o religiose, gli antichi greci per primi strutturarono la loro forma di lotta come parte di un torneo in cui un singolo vincitore emergeva da un gruppo di contendenti.[4] Secondo la tradizione greca, persino Platone partecipò come lottatore ai Giochi dell'istmo.[6]

 Due lottatori rappresentati nell'affresco di Dunhuang, ca. VII secolo

Le forme di lotta che si praticavano in Grecia erano complete di ogni mossa e situazione possibile. Alla lotta in piedi, che aveva per finalità quella di rovesciare a terra il proprio avversario, veniva dato l'appellativo di katazletikè (dalla parola greca katazallein che significa "arte di gettare a terra"). Le fasi al suolo, invece, comprendevano torsioni alle articolazioni e strangolamenti. I tipi di lotta nell'antica Grecia erano sostanzialmente quattro con diverse regole.[7]: Con orthopalis si indicava un tipo di lotta affine alla moderna lotta stile libero, in quanto consentiva gli sgambetti e l'uso delle gambe. Il fine ultimo del combattimento era quello di tentare di gettare per tre volte a terra il proprio avversario, in qualsiasi modo. Invece nell' alindissis (o anche kylissis) il combattimento proseguiva al suolo finché non veniva eseguita una tecnica di sottomissione all'avversario; veniva generalmente praticato soltanto in sede di allenamento e quasi mai nelle pubbliche competizioni, a causa dell'eccessiva durata e i combattimenti si svolgevano in un fossato riempito di sabbia. La forma di lotta più originale era l' acrochirismos, che consisteva in un combattimento condotto mediante l'uso delle sole dita delle mani intrecciate fra loro palmo a plamo e durava fino a che uno dei due contendenti non fosse riuscito a costringere l'avversario all'abbandono torcendogli le mani. Il quarto stile, quello che venne poi ereditato su larga scala dai Romani, fu il pankration, un tipo di lotta particolarmente violento, tale da essere proprio sul limite tra agonismo e azione bellica, che consentiva l'abbinamento di quasi tutti i tipi di colpo alle tecniche lottatorie.

La lotta greca proseguì nel periodo ellenistico. Tolomeo II e Tolomeo III d'Egitto sono entrambi rappresentati artisticamente come lottatori vittoriosi.

Il carattere sportivo della lotta ateniese scomparve nella lotta romana che si ispirava, viceversa, alla più rigorosa tradizione spartana con una preferenza verso le applicazioni belliche e non regolamentate della disciplina; determinante, nel gusto dei Romani, è stata infatti l'influenza delle civiltà italiche pre-romane e particolarmente di quella etrusca. Nel periodo romano, la lotta aveva perso il carattere dilettantistico di quella ateniese per diventare a tutti gli effetti un'attività per professionisti (o soldati) che sovente si scontravano nelle arene sfidando altri lottatori provenienti dalle molteplici province dell'Impero. Particolarmente apprezzato era proprio il pancratium, data la sua intensità e cruentezza.

Al di fuori del mondo occidentale, in India la lotta viene citata nel Mahabharata che descrive l'incontro fra i combattenti Bhima e Jarasandha. Lo Shuai Jiao è un leggendario stile di lotta dell'antica Cina usata dall'imperatore giallo durante il suo scontro con il ribelle Chih Yiu. Questo stile di lotta venne chiamato in principio Jiao Li (角力).[8]

  La lotta nel medioevo e nell'età moderna

Nel 394 l'imperatore Teodosio I soppresse i Giochi Olimpici, facendo decrescere la popolarità della lotta sportiva in occidente, ma nonostante questo la pratica della lotta continuò a protrarsi fino al medioevo, periodo nel quale veniva allenata spesso con pochissime regole e quasi sempre come addestramento per scopi militari, in genere da nobili, sovrani e cavalieri.

La letteratura araba dipinge Maometto come un abile lottatore, mentre nell'VIII secolo l'imperatore bizantino Basilio I sconfisse diversi lottatori bulgari.[9]

Fra il secolo X ed il secolo XV l'arte di lottare riacquistò visibilità in Ungheria, Italia e nelle vallate alpine in cui veniva impiegata come intrattenimento e difesa personale. In terra francese, la lotta era praticata dai sovrani, che spesso organizzavano incontri per misurare la propria forza ed abilità. Per esempio Francesco I, re di Francia, sfidò Edoardo Vili, re d'Inghilterra, in un incontro di lotta con le scarpe conclusosi con la vittoria del sovrano francese, che atterrò il fortissimo avversario, rovesciandolo a terra con un perfetto braccio in spalla.[6]

 Michiel Sweerts, Incontro di lotta, 1649.

Dal rinascimento in poi si vanno creandosi numerosi stili regionali di lotta in Europa, in particolare nel mondo anglosassone e gaelico (dai quali verrà poi esportata in America) dal quale provengono stili come l'irlandese collar-and-elbow o i britannici cornwall and devon style, cumberland and westmorland style ed il famigerato lancashire style, una brutale forma di combattimento e difesa con sottomissioni denominata anche Catch as catch can e divenuto poi catch wrestling.[10] Il lancashire style venne esportato in Nord America dai coloni inglesi e scozzesi; al di là dell'oceano si sviluppò in un contesto di combattimento privo di regole chiamato rough and tumble. Alle soglie dell'età industriale, i vari tipi di "folkstyle wrestling" sono ormai ben saldi nelle regioni di appartenenza come forme di spettacolo o pratica sportiva. Dalla Svizzera proviene il calegon, dalla Scandinavia provenivano il kragkast e il glima, nella valle del Danubio erano molto diffusi gli stili tradizionali kures e trinta, mentre nei Balcani era molto popolare la lotta slava del pelivan.

Un'altra forte influenza per la lotta in Europa fu data dall'Impero Ottomano, che con le sue conquiste nella regione balcanica introdusse vari stili di lotta anatolica e turca (come lo yağlı güreş) a contatto con quelli slavi, magiari e rumeni; facendo così anche da ponte fra la lotta persiana e quella mittel-europea/occidentale.

In questi secoli, la lotta era presente anche nella zona geografica dell'ex-URSS in cui, nelle campagne e nei villaggi erano (e sono tuttora) praticati diversi stili. Dalla Russia proveniva la goughty, dai paesi caucasici provenivano stili come la tchadora della Georgia, la guleche dell'Azerbaijan e la kokh dell'Armenia. Dalle steppe centroasiatiche, conquistate dall'impero russo, provenivano la kouresse del Kazakistan, la goreche del Tajikistan, la kourache del Kirghizistan ed Uzbekistan.

In oriente, la lotta veniva studiata in particolare in Giappone dai samurai come metodo per combattere in caso le loro armi fossero andate perse o distrutte in battaglia. Il termine jūjutsu fu coniato nel VII secolo per indicare un'arte marziale, dopodiché divenne un termine ombrello per indicare un'ampia varietà di discipline lottatorie nelle arti marziali giapponesi. Prima di allora, si usavano altri termini specifici come "lotta con la spada corta" (小具足腰之廻 kogusoku koshi no mawari?), "lotta" (組討 or 組打 kumiuchi?), "arte del corpo" (体術 taijutsu?), "flessibilità" (柔 or 和 yawara?), "arte dell'armonia" (和術 wajutsu, yawarajutsu?), "mano che afferra" (捕手 torite?) e persino il noto "via della cedevolezza" (柔道 jūdō?) (già nel 1724, più di due secoli prima che Jigorō Kanō fondò la moderna arte del Kodokan Judo).[11] I sistemi di combattimento non armato sviluppati e praticati durante il periodo Muromachi (prima del 1573) sono al giorno d'oggi riferiti collettivamente come vecchio stile di jujutsu giapponese (日本古流柔術 Nihon koryū jūjutsu?).

  La lotta contemporanea

 Incontro di lotta alle Olimpiadi del 1904.

Il XIX secolo rappresenta la rinascita della lotta a livello di popolarità; in questo periodo storico iniziò la fase della “lotta olimpica moderna”, istituzionalizzata soprattutto in Francia ma anche in Italia. Soprattutto la Francia ebbe una parte da gigante nel carattere sportivo della lotta, codificando le odierne discipline della libera e della greco-romana. [12] Per via della comparsa di ginnasi e club atletici, la lotta greco-romana e libera vennero subito regolametnate in competizioni formali.Fra gli ultimi anni del 1880 ed i primi del 1900 diversi lottatori di greco-romana furono protagonisti di sfide interstile in cui dimostrarono la grande efficacia della lotta, come nel caso di William Muldoon che nel 1887 sconfisse il campione mondiale di pugilato John L. Sullivan in meno di due minuti. Il successivo incontro pubblicizzato avvenne alla fine del secolo quando il futuro campione dei pesi massimi di pugilato Bob Fitzsimmons affrontò il campione europeo di lotta greco-romana Ernest Roeber. Roeber ebbe una frattura allo zigomo, ma fu in grado di portare Fitzsimmons al tappeto e finalizzare l'avversario con una leva al braccio. Durante i primi anni del 1900, l'italiano Giovanni Raicevich, campione di lotta greco-romana, sconfisse Akitaro Ono, un maestro giapponese esperto di judo, ju-jitsu e sumo. Nell'Europa continentale, premi in denaro venivano offerti in larghe somme ai vincitori dei tornei di greco-romana, mentre la libera si diffuse rapidamente in America dopo la guerra di secessione e va poi a differenziarsi in sotto-categorie chiamate scholastic wrestling e collegiate wrestling (praticate nei licei e nelle università statunitensi). In Inghilterra divenne sempre più diffuso il catch wrestling. La lotta professionistica incrementò rapidamente la popolarità di vari lottatori nel mondo come Georg Hackenschmidt, Kara Ahmed, Paul Pons, Stanislaus Zbyszko, William Muldoon e Frank Gotch.[10][13]

Grazie all'azione del barone Pierre de Coubertin, che rievocò le antiche Olimpiadi, nei quali vennero inclusi le discipline della lotta olimpica, la lotta iniziò a diffondersi ad un pubblico sempre più vasto. In Inghilterra e Stati Uniti invece divennero popolari gli scontri interstile fra lottatori di diverse discipline e anche fra lottatori e pugili.

Dal 1921, la Fédération Internationale des Luttes Associées (FILA) ha regolato la lotta amatoriale come una disciplina atletica, mentre la lotta professionistica si è differenziata come uno spettacolo dai forti connotati teatrali pur richiedendo ancora abilità fisica, divenendo l'odierno pro-wrestling (diffusosi poi anche in Giappone come puroresu e in Messico come lucha libre).

Dall'oriente provenivano intanto maestri di arti lottatorie come il judo, che venivano diffondendosi in occidente. Ancora una volta è in Francia che soprattutto si diffondono, in particolare introducendovi il sistema delle cinture colorate per definire il grado degli allievi.

 Lotta femminile
 Leva alla gamba in un incontro di Sambo

Nel XX secolo vengono codificate in tutto il mondo nuove regolamentazioni sportive che danno vita alle più disparate discipline, come il submission grappling, il beach wrestling, il sambo. Quest'ultimo in particolare venne sviluppato in Russia negli anni '20, quando il governo sovietico ordinò ad una commissione di esperti di codificare il sambo riunendo le varie lotte regionali dello stato, il judo e la lotta olimpica. In Brasile invece all'inizio del '900 vennero realizzate arti marziali lottatorie come la luta livre e il Brazilian jiu-jitsu, che si diffusero poi nel resto del mondo dopo aver ottenuto successo nei tornei di lotta del vale tudo.

Sul finire del secolo si diffondono le competizioni di arti marziali miste che rievocano lo spirito di lotta totale che fu già del pancrazio. Numerosi atleti provenienti da discipline lottatorie o che le hanno studiate intensivamente, hanno ottenuto successo nei tornei di MMA[14] Combattenti di successo nelle MMA sono stati lottatori di lotta libera, lotta greco romana, Brazilian jiu-jitsu e Submission Grappling, in particolare Royce Gracie (bjj) che dominò le prime edizioni del torneo Ultimate Fighting Championship, Jon Jones (lotta greco romana e libera) il più giovane campione dell'UFC, Frank Edgar (lotta libera), Cain Velasquez (lotta libera), Dan Henderson (lotta greco romana) unico uomo ad aver conquistato due cinture nel pride FC, Randy Couture (lotta greco romana) e Brock Lesnar (lotta libera). Gli atleti di lotta olimpica si aggiudicarono la maggior parte dei tornei senza regole UFC (le prime dodici edizioni) ottenendo la vittoria nell'edizione 5,6,8,9,10 e 12.

La lotta olimpica si è diffusa anche fra le atlete, competizioni femminili sono arrivate anche nelle Olimpiadi all'inizio del XXI secolo.

  Stili di lotta

La Federazione Internazionale delle Lotte Associate, sotto la giurisdizione del Comitato Olimpico Internazionale, ha riconosciuto le seguenti specialità come stili internazionali ufficiali, stabilendone regole uniche e gestendone incontri sportivi a livello mondiale:

  Stili folcloristici tradizionali

  Tecniche di lotta

Le tecniche di lotta possono essere suddivise in queste categorie:

  • Clinching, o "lavoro in piedi": ha luogo quando entrambi i competitori sono in piedi ed utilizzano prese applicate alla parte superiore del corpo dell'avversario, per condizionarne il comportamento o effettuare determinate altre tecniche. Consiste in prese e controlli di polsi, gomiti, e nuca, opposizioni con il petto, cintamenti e così via. Il lavoro in clinch è generalmente usato per preparare o per difendersi da proiezioni, ma in certe specialità anche per poter colpire l'avversario più efficaciemente, oppure per cercare poi di afferrare l'avversario in una sottomissione. La lotta greco-romana è la disciplina del clinch per eccellenza.
  • Proiezioni: una proiezione è utilizzata dal lottatore per manipolare l'avversario (sbilanciandolo o sollevandolo) generalmente da una posizione in cui sono entrambi in piedi ad una al suolo, tutte prevedono comunque che l'esecutore mantenga una posizione di vantaggio o relativo controllo rispetto all'avversario. Lo scopo delle proiezioni varia a seconda delle discipline a volte enfatizzando il potenziale di incapacitare direttamente l'avversario con la caduta (in questo caso la schienata viene considerata KO e determina la fine dell'incontro), oppure indirizzando verso la possibilità di ottenere una posizione di controllo, per esempio per applicare una sottomissione. Si considera una proiezione anche quando il lottatore solleva il suo avversario e lo manovra forzatamente in aria verso il suolo, anche lanciandolo; se l'esecutore rimane in piedi e non segue l'avversario a terra, il lancio viene di solito definito slam, altrimenti throw secondo la terminologia inglese ma per la sua pericolosità è vietato in alcune discipline. Esistono anche sollevamenti e proiezioni applicabili da una posizione al suolo.
  • Immobilizzazioni e controlli: un'immobilizzazione implica il trattenere un avversario da una posizione in cui non può attaccare. In alcuni sport un'immobilizzazione comporta una vittoria immediata o qualora mantenuta per un certo periodo di tempo, in altri invece è considerata inattività e può comportare la ripresa dell'incontro da una posizione libera (con eventuale sanzione per chi manteneva la staticità) ma può anche essere considerata una posizione di dominanza ricompensata con punti. Altre tecniche di controllo sono utilizzate per mettere faccia a terra l'avversario di modo da evitare che possa scappare o attaccare, oppure per mantenere una posizione di guardia da una situazione svantaggiosa come quando si è al di sotto dell'avversario. In questo senso un tipo di controllo viene detto turnover e viene usato per muovere e spostare un avversario che è pancia a terra o chiuso su sè stesso al fine di ottenere punti, preparare una presa o ottenere una posizione di maggior vantaggio.
  • Sottomissione: ne esistono di due tipi, le costrizioni e le manipolazioni. Alle prime appartengono tutte quelle tecniche che possono potenzialmente strangolare o soffocare l'avversario, le compressioni di muscoli o tendini sulle ossa, oppure in generale ogni tecnica che penetra o schaccia punti sensibili (muscoli, organi, ghiandole). Alle seconde appartengono quelle tecniche che possono potenzialmente arrecare danno ad una giuntura o ad un'articolazione come torsioni, chiavi e soprattutto leve. In competizioni sportive, ci si aspetta che chi subisce una sottomissione tramite segnali verbali o gestuali (come il battere con la mano) si arrenda, ammettendo così la sconfitta poiché trattenuto in una presa da cui non può scappare. Chi viene sottomesso e si rifiuta di "battere" rischia la perdita di sensi o un serio infortunio. In ambito di polizia o di difesa personale, si possono applicare prese di sottomissione per bloccare un soggetto pericoloso o impedire la fuga di un criminale; in questo caso, più che di sottomissione, si parla in genere di controllo doloroso o presa da capacitanza dolorosa ("pain compliance hold"). Queste tecniche possono causare dislocamenti, strappi, fratture, perdita di sensi e persino morte.
  • Fughe: in senso generale, una fuga si ottiene muovendosi fuori da una situazione di rischio o da una posizione di inferiorità; per esempio quando un lottatore si trova al di sotto del suo avversario ma riesce ad uscire dalla posizione, oppure quando da terra riesce a rialzarsi, o quando sta per subire una sottomissione ma riesce a prevenirla e ad evitare la presa.
  • Ribaltamenti e spazzate: in genere occorrono quando un lottatore che si trova al suolo al di sotto di un altro riesce ad eseguire una mossa che gli consente di ottenere una posizione di vantaggio sull'avversario.

  Tipi di lotta

 Presa in vita nella lotta in piedi

Ci sono molti differenti stili regionali di lotta sparsi nel mondo che sono praticati in una ristretta area geografica o nazione, come la malla-yuddha indiana o la s'istrumpa sarda. Altri stili di lotta come lo shoot wrestling, il catch wrestling, il submission grappling, il Brazilian jiu-jitsu, il judo, il sambo, la lotta libera e la lotta greco-romana hanno invece ottenuto popolarità a livello globale. Il judo, la lotta libera e la greco-romana hanno ottenuto lo status di sport olimpici, mentre il jiu-jitsu brasiliano e il sambo hanno i loro campionati mondiali. Altri tipi di lotta conosciuti sono la luta livre, lo shuai jiao, l'aikido, l'hapkido e il beach wrestling. In queste discipline, l'obiettivo è o di portare al suolo l'avversario e bloccarlo, oppure di afferrarlo con una presa specializzata per sottometterlo e costringerlo ad arrendersi mediante un segnale (in genere, battere una mano). Sostanzialmente le tecniche utilizzate sono le stesse (con eventuali varianti nelle prese a seconda dell'indumento usato), poiché il corpo umano rimane lo stesso così come i modi di manipolarlo, a differenziare le varie discipline è più che altro il regolamento nelle competizioni che influisce su quali utilizzare e su come giungere ad esse.

Oltre che per l'eventuale fine (autodifesa o agonismo) gli stili di lotta trovano numerosi distinguo: i combattimenti si possono focalizzare sul controllo diretto e fisico dell'avversario, sul suo atterramento, ma possono essere specializzate in tecniche di sottomissione, o per il fatto che vengono combattute prevalentemente in piedi o a terra. Un'ulteriore differenziazione viene fatta in base all'abbigliamento con cui vengono praticate: la lotta olimpica viene praticata con uno specifico costumino o singlet, mentre le lotte provenienti dall'oriente si catalogano in "gi" o "no-gi" (se si veste o meno il budogi), ma ovviamente ogni altro stile di lotta possiede un abbigliamento proprio, caratteristico del folklore e della società di appartenenza.

  Abbigliamento per lottare

Esistono due tipi di vestito per praticare lotta che possono influenzare la gamma di tecniche utilizzabili e il modo di esecuzione del confronto: con una giacca, come il keikogi[15] o la kurtka, oppure senza. La forma comprensiva di "gi", tipica di discipline di origine orientale, spesso utilizza prese sugli indumenti (in alcuni casi anche sulle cinture) per controllare il corpo dell'avversario, mentre le forme "no-gi", più proprie della tradizione occidentale, enfatizzano il controllo diretto di torso e testa usando solo le prese naturali del proprio corpo. Anche se l'uso di un giacchetto è obbligatorio nelle competizioni di judo, di sambo e gran parte di quelle di BJJ, così come in molte varietà di lotta popolare (o "folk wrestling") nel mondo, molti atleti si allenano anche senza, in genere per affinare la capacità di presa non avendo un indumento da afferrare. Non viene usato invece nella lotta olimpica e nel submission grappling no-gi, dove gli atleti indossano al massimo tute aderenti come la rash guard o il singlet, che non consentano di essere sfruttati per applicare tecniche, e in alcune forme di wrestling si compete a petto nudo.

  Lotta in piedi e al suolo

La distinzione più ricorrente per la lotta è relativa al suo essere applicata in piedi o a terra.

Più specificatamente la lotta in piedi, spesso impropriamente indicata con il termine inglese di clinching (che è un'azione che fa parte invece della lotta in piedi), è parte integrante di qualsiasi arte di lotta, considerando che di solito i due combattenti iniziano l'incontro da una posizione in piedi. L'obbiettivo della lotta in piedi varia quindi a seconda dell'arte marziale o dello sport da combattimento di riferimento. Una lotta in piedi difensiva concerne di per sè con l'applicazione di prese dolorose o lo scappare da esse, mentre una lotta in piedi offensiva include trapping, proiezioni, lanci, intesi per infliggere seri danni o per spostare il combattimento al suolo. La lotta in piedi può essere anche impiegata sia offensivamente che difensivamente in combinazione con lo scambio di colpi, o per impedire all'avversario di ottenere una distanza sufficiente per poter lui stesso usare le percussioni.

 Nel judo, l'obbiettivo del ne-waza è di immobilizzare l'avversario schiena a terra, in alternativa si può effettuare uno strangolamento o una leva agli arti superiori.

La lotta a terra si riferisce a tutte le tecniche di lotta applicate quando i due lottatori non si trovano più in una posizione in piedi. Gran parte di molte arti marziali e sport da combattimento che includono la lotta al suolo consiste nel posizionamento e nell'ottenere una dominanza sull'avversario. Questa situazione (di solito al di sopra di esso) consente al lottatore in posizione di vantaggio una vasta gamma di opzioni, come: cercare di fuggire rialzandosi, ottenere un'immobilizzazione per controllare e sfiancare l'opponente, eseguire una tecnica di sottomissione come una leva, o colpirlo velocemente. Il lottatore a terra, d'altra parte, si concentra principalmente nell'uscire dalla situazione e migliorare la sua posizione, di solito con un ribaltamento. In alcune discipline, in particolare quelle che utilizzano una posizione cosiddetta di guardia, il lottatore a terra può riuscire ad applicare una sottomissione a chi è situato sopra di lui.[16]

In ambito sportivo, la lotta in piedi di solito riguarda il proiettare efficaciemente l'avversario. In alcune specialità come la glima, il combattimento finisce appena l'avversario è caduto. In altre, l'incontro può continuare al suolo finché non vengono incontrate alcune condizioni (come una sottomissione o un'immobilizazione): Per esempio, nella lotta olimpica si cerca di far poggiare l'avversario con la schiena a contatto con la superficie del tappeto o proiettarlo con grande ampiezza per vincere; nel judo lo scontro in piedi detto randori cerca una proiezione perfetta sull'avversario per ottenere la vittoria o ippon, qualora egli finisca a terra ma senza schienata si può passare ad un lavoro a terra detto ne-waza in cui si cerca di immobilizzarlo schiena a terra per un determinato periodo di tempo o sottometterlo. Sportivamente esistono anche discipline di sola lotta a terra, o nelle quali si può ottenere la vittoria solo a terra, è il caso per esempio del Submission Grappling e del Brazilian jiu-jitsu, che si concentrano su tecniche di sottomissione. Per contro, la lotta greco-romana è la disciplina del clinching per eccellenza.

  Lotta come dominio fisico o come sottomissione

La lotta può essere categorizzata anche in base al suo concentrarsi sul controllo fisico oppure sulla sottomissione. Fra le discipline appartenenti al primo ambito ci sono il sumo, la lotta libera o la sua meno nota variante beach wrestling (uno stile basato sulle tecniche della lotta libera ma a differenza di quest'ultima è vietato il combattimento a terra, l'intento delle federazioni che organizzano i tornei di lotta sulla spiaggia è quello di promuovere e diffondere il wrestling anche al di fuori delle palestre, sfruttando un ambiente di gara naturale e molto popolato). Sono competizioni in cui si ottiene la vittoria in genere schienando l'avversario o facendolo uscire fuori da un'area delimitata, incoraggiando in genere proiezioni e lavoro di controllo. Fra le discipline appartenenti al secondo ambito, vi sono il Brazilian jiu-jitsu, la luta livre e il submission grappling, nei quali la vittoria è invece data dalla resa dell'avversario che subisce una sottomissione e incoraggiano un tipo di lavoro (soprattutto a terra, ma non necessariamente) finalizzato a conseguire ciò. Il sambo cerca di esplorare entrambi gli ambiti con diverse gradazioni, a seconda della specialità di sambo.

Questa appena descritta si tratta di una distinzione che nella lingua italiana non viene definita, dato che si utilizza generalmente per tutto il solo termine "lotta" proveniente dal latino lucta. Ma nei paesi anglosassoni (soprattutto Regno Unito e Stati Uniti), dove esiste una florida e datata tradizione di lotta, e dai quali provengono i principali atleti e campionati, si impiegano diversi termini utilizzati anche nei circuiti internazionali e che a volte possono generare confusione.

 Due lottatori liberisti in azione.

Nella lingua inglese si utilizza in genere il famoso termine "wrestling" per definire quella parte della lotta consistente in clinching, proiezioni, lanci, prese ed immobilizzazioni, dove due avversari ingaggiano una competizione fisica in cui cercano di ottenere e mantenere una posizione di dominanza. La parola si riferisce soprattutto alla lotta olimpica, che viene definita in genere "amateur wrestling", in Italia il termine viene associato in genere solo agli spettacoli del "professional wrestling" che sono una forma di show che non va confuso con le competizioni lottatorie propriamente dette. Il termine proviene dall'Inglese antico ed è una delle parole inglesi più remote nel tempo per descrivere il combattimento corpo-a-corpo.[17] Il dizionario Merriam-Webster lo definisce come "uno sport o competizione in cui due individui disarmati combattono corpo-a-corpo per soggiogare o sbilanciare l'altro".[18]

Esiste però anche il termine "grappling", che in inglese indica la lotta in generale in ogni suo aspetto, ma che a volte (e soprattutto in Italia) viene inteso riferendosi alla sola parte della lotta consistente in tecniche di sottomissione (strangolamenti, soffocamenti, leve, chiavi e torsioni) e in tecniche operanti per poter applicare le prime (che non sono invece parte delle discipline di wrestling, a parte alcune eccezioni come il catch wrestling che ne ha adottate alcune nelle proprie regole). La FILA ha addirittura definito il grappling come uno "stile di wrestling", chiamato anche submission wrestling o in maniera più precisa submission grappling, consistente nel controllare l'avversario senza usare colpi in piedi o a terra per costringerlo ad essere sottomesso.[19].

A volte si associa impropriamente il termine wrestling alla lotta in piedi e erroneamente grappling a quella a terra, ma in realtà è possibile effettuare un "lavoro di wrestling" anche a terra così come leve o strangolamenti sono applicabili anche in piedi.

  Uso

Il grado con cui le tecniche di lotta sono utilizzate nei differenti sistemi di combattimento varia. Alcune discipline, come il catch wrestling, il submission wrestling, il judo, il sumo, e il Brazilian jiu-jitsu sono esclusivamente arti di lotta e non contemplano l'esecuzione di colpi.[20]

 Matt Larsen, creatore del Modern Army Combatives Program, mostra uno strangolamento ad un avversario in addestramento.

Nel pancrazio antico invece la lotta era un tutt'uno con lo scambio di colpi e l'utilizzo delle mosse più efferate, comprese lo spezzamento delle dita o la possibilità di mordere. L'odierno sport da combattimento delle arti marziali miste è la disciplina che più si avvicina a questa totalità consentendo agli atleti partecipanti di usare sia tecniche di lotta che percussioni, utilizzando l'una per poter applicare meglio le altre o viceversa le altre per giungere facilmente alla prima.

La lotta non è comunque consentita in tutte le arti marziali e gli sport da combattimento; di solito allo scopo di concentrarsi su altri aspetti del combattimento come le tecniche pugilistiche, i calci o l'uso di armi. Gli avversari in questi tipi di incontro, tuttavia, possono ancora entrare brevemente in una fase di lotta o comunque di contatto diretto per fatica fisica o dolore; quando ciò avviene, l'arbitro può intervenire per separarli e far ripartire lo scontro, a volte dando un avvertimento ad uno o entrambi i competitori. Ciò avviene per esempio nella boxe, nella kickboxing, nel taekwondo, nel karate e nella scherma. Una fase di grappling prolungata nella muay Thai comporterà anch'essa la separazione dei combattenti, ma l'arte studia intensamente l'utilizzo di tecniche di clinching attorno al collo.

Le tecniche di lotta e la difesa dalle tecniche di lotta sono anche considerati importanti nella difesa personale e nelle applicazioni di polizia. Le più comuni tecniche insegnate hanno lo scopo di difendersi da prese o applicare prese dolorose.

 Khuresh, stile di lotta tradizionale di Tannu Tuva

Quando dei combattenti dilettanti iniziano a combattere, una reazione comune è di afferrare l'avversario nel tentativo di rallentare l'azione mantenendolo fermo, risultando tutto in uno sforzo non sistematico che si affida alla forza bruta e può degenerare in uno stallo. Un combattente esperto, in contrasto, può cercare di proiettare l'avversario di modo di ottenere una posizione superiore come una monta o un controllo laterale, oppure può impiegare il clinching per favorire colpi, strangolamenti in piedi e chiavi articolari. Un lottatore portato al suolo può usare posizioni difensive come quella di guardia, che protegge dal subire una monta o l'essere attaccati, ed in alcuni casi consente di applicare leve come contromossa. Se il lottatore è forte e sa sfruttare bene la dinamica delle forze, una proiezione o un lancio di per sè può essere fatale; l'impatto è in grado di far perdere i sensi ad un avversario e di infortunarlo a livello scheletrico. D'altra parte, la lotta consente di controllare un avversario senza arrecargli danno. Per questo motivo, molte forze di polizia ricevono un certo grado di addestramento nella lotta. A maggior ragione, gli sport di lotta sono stati regolamentati di modo da permettere ai partecipanti di competere con tutti i loro sforzi fisici senza dover infortunare gli avversari.

La lotta viene chiamata dumog nell'eskrima. Il termine chin na nelle arti marziali cinesi ha a che fare con l'uso della lotta per ottenere una sottomissione o incapacitare l'avversario (ciò può implicare l'uso dei punti di agopuntura). Alcun arti marziali cinesi, l'aikido e diversi sistemi di eskrima, così come molte arti marziali europee medievali e rinascimentali, contemplano la lotta quando uno o entrambi i contendenti sono armati e ne studiano l'applicazione in sinergia con l'uso di armi. Per esempio, un bastone può essere impiegato anche per effettuare uno strangolamento dopo una fase di scambio di colpi. Questa pratica è significativamente più pericolosa della lotta disarmata e richiede generalmente un alto livello di allenamento.

Alcuni artisti marziali, come i Dog Brothers, combinano la lotta con l'uso di armi.

  Note

  1. ^ Images of wrestling, have been found on cylinder seals and a copper statuette, dated 3000 BC.
  1. ^ The Historical origins of Wrestling. collegesportsscholarships.com. URL consultato in data 21 novembre 2010.
  2. ^ ‘’Encyclopædia Britannica’’,1981,ISBN 0-85229-378-X,p.1025
  3. ^ Carroll, Scott T. (Summer 1988) Wrestling in Ancient Nubia. Journal of Sport History 15 (2): 121–137.
  4. ^ a b "Wrestling, Freestyle" by Michael B. Poliakoff from Encyclopedia of World Sport: From Ancient Times to the Present, Vol. 3, p. 1189, eds. David Levinson and Karen Christensen (Santa Barbara, California: ABC-CLIO, Inc., 1996).
  5. ^ "Wrestling, Freestyle" by Michael B. Poliakoff from Encyclopedia of World Sport: From Ancient Times to the Present, Vol. 3, pp. 1189, 1191, eds. David Levinson and Karen Christensen (Santa Barbara, California: ABC-CLIO, Inc., 1996).
  6. ^ a b "Wrestling, Freestyle" by Michael B. Poliakoff from Encyclopedia of World Sport: From Ancient Times to the Present, Vol. 3, p. 1193, eds. David Levinson and Karen Christensen (Santa Barbara, California: ABC-CLIO, Inc., 1996).
  7. ^ Miller, Christopher Submission Fighting and the Rules of Ancient Greek Wrestling. URL consultato in data 2007-10-08.
  8. ^ . URL consultato in data 2007-10-08. See also Peiser, Benny (May 1996) Western Theories about the Origins of Sport in Ancient China. Sports Historian 16: 117–130. DOI:10.1080/17460269609446397.
  9. ^ "Wrestling, Freestyle" by Michael B. Poliakoff from Encyclopedia of World Sport: From Ancient Times to the Present, Vol. 3, p. 1193, eds. David Levinson and Karen Christensen (Santa Barbara, CA: ABC-CLIO, Inc., 1996).
  10. ^ a b "Wrestling, Freestyle" by Michael B. Poliakoff from Encyclopedia of World Sport: From Ancient Times to the Present, Vol. 3, p. 1190, eds. David Levinson and Karen Christensen (Santa Barbara, California: ABC-CLIO, Inc., 1996).
  11. ^ (2001) Classical Fighting Arts of Japan: A Complete Guide to Koryū Jūjutsu: 24–54.
  12. ^ International Federation of Associated Wrestling Styles Greco-Roman Wrestling. URL consultato in data 2007-08-09.
  13. ^ "Wrestling, Greco-Roman" by Michael B. Poliakoff from Encyclopedia of World Sport: From Ancient Times to the Present, Vol. 3, p. 1194, eds. David Levinson and Karen Christensen (Santa Barbara, California: ABC-CLIO, Inc., 1996).
  14. ^ Erich Krauss, Warriors of the Ultimate Fighting Championship, Citadel Press Inc.,, 1º dicembre 2004. ISBN 0806526572
  15. ^ " class="smarterwiki-linkify">http://judoinfo.com/obi.htm Judoinfo.com
  16. ^ " class="smarterwiki-linkify">http://www.idi.ntnu.no/~jakobsve/MMA%20primer.doc TheMixedMartialArtsPrimer
  17. ^ Dictionary.com. Wrestle. dictionary.com. URL consultato in data 8 ottobre 2007.
  18. ^ Merriam-Webster. Definition of "wrestling": Merriam-Webster Online Dictionary. Merriam-Webster. URL consultato in data 8 ottobre 2007.
  19. ^ International Federation of Associated Wrestling Styles
  20. ^ Erich Krauss, Warriors of the Ultimate Fighting Championship, U.S., Citadel Press Inc.,, 1º dicembre 2004. ISBN 0806526572

  Bibliografia

  Voci correlate

  Altri progetti

  • Collabora a Commons Commons contiene file multimediali su Lotta
  •   Collegamenti esterni

    sport Portale Sport: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di sport
     
                   

     

    todas las traducciones de lotta


    Contenido de sensagent

    • definiciones
    • sinónimos
    • antónimos
    • enciclopedia

     

    4100 visitantes en línea

    computado en 0,093s