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Definición y significado de olona

Definición

definición de olona (Wikipedia)

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Sinónimos

Frases

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Diccionario analógico

Wikipedia

Olona

                   
bussola Disambiguazione – Se stai cercando il fiume omonimo in provincia di Pavia, vedi Olona (meridionale).
Olona
Olona
L'Olona a Legnano
Stato bandiera Italia
Regioni Stemma Lombardia (Province di Varese, Milano e Pavia.[1])
Lunghezza 71 km[2]
Portata media 15 22 m³/sa Rho
Bacino idrografico 911 km²[3]
Altitudine sorgente 548 [1] m s.l.m.
Nasce Nasce in località Rasa di Varese a 548 metri s.l.m.. Altre sorgenti minori a sud del Monte Martica, (937 metri s.l.m.), al Passo Varrò (760 metri s.l.m.), Alpe Ravetta (618 metri s.l.m.), Pian Waldes (720 metri s.l.m.), Miniera Valvassera (450 metri s.l.m.).[1]
Affluenti Fredda, Vellone, Bevera, Lanza, Quadronna, Selvagna, Rile-Tenore, Bozzente, Lura
Sfocia In località San Cristoforo a Milano nel Lambro meridionale e le sue acque, con questo, sfociano nel Lambro a Sant'Angelo.[1]
  La darsena di porta Ticinese a Milano in una foto d'epoca. Per oltre tre secoli e mezzo è stata la "foce" dell'Olona

L'Olona (Ulona, Urona oppure Uòna in lombardo occidentale) è un fiume italiano lungo 71 km,[2][4][1] il cui corso si sviluppa interamente in Lombardia.

Il fiume nasce a 548 m sul livello del mare in località Fornaci della Riana alla Rasa, frazione di Varese, all'interno del Parco Regionale Campo dei Fiori; un secondo ramo sorgentizio si trova in Valganna (ramo orientale) e si riunisce al primo al confine tra Induno e Varese. Solcata la Valle Olona e attraversata l'alta pianura milanese, giunge a Rho, dove versa parte delle sue acque e le sue piene nel Canale Scolmatore di Nord Ovest, regolatore delle piene del Seveso. Passata Pero, l'Olona entra a Milano, dove, al termine del suo percorso sotterraneo, confluisce nel Lambro Meridionale, in località San Cristoforo[5][6]. Nel percorso tra le sorgenti e Milano il fiume è lungo 71 km.[4][5] Il fiume talvolta è indicato anche come Olona Settentrionale per l'omonimia con un secondo Olona, che scorre in provincia di Pavia e che a sua volta, per comodità, viene designato come inferiore o meridionale[7]. L'omonimia non è di origine imitativa o etimologica, ma è dovuta con ogni probabilità al fatto che originariamente si trattava di due tronconi dello stesso fiume, deviato dai Romani nel suo tratto superiore verso Milano e la Vettabbia e di conseguenza diviso, in quanto anche a quei tempi la Vettabbia, forse navigabile,[8] sfociava nel Lambro.

Il fiume è noto per le cascate e le grotte di Valganna e per essere stato uno dei fiumi più inquinati d'Italia[9].

Indice

  La Storia

  Dalla preistoria al XVII secolo

  Il cotonificio Dell'Acqua a Legnano, sorto lungo l'Olona.

I ritrovamenti più antichi scoperti nelle zone intorno l'Olona sono dell'Età del bronzo (XIII secolo a.C.) e sono riconducibili alla cultura di Canegrate. Furono scoperte 50 tombe con ritrovamenti databili fino all’Età del Ferro.

In tempi storici, le sue sponde furono oggetto di un'intensa colonizzazione romana, con le terre del Rhodense e del Legnanese centuriate e coltivate usando le acque del fiume per irrigarle. Già nel Tardo Impero, più a monte, Castel Seprio aumentava la sua importanza estendendo la sua influenza su un vasto territorio e diventando successivamente caposaldo longobardo e capoluogo del Contado del Seprio. Nel XIII secolo fu roccaforte del Comune di Milano e vi alternarono Torriani e Visconti per tendere al predominio a Milano. Il corso dell'Olona era fondamentale già dall'XI secolo come preziosa fonte di vettovagliamento grazie ai suoi mulini, mentre il controllo del Seprio era la chiave d'apertura dell'intera Valle Olona. I Visconti, sconfitti i Torriani nella battaglia di Desio nel 1286, nel 1287 conquistarono Castel Seprio e ne imposero la distruzione. Entrate a far parte del Ducato di Milano e già da secoli protette da una formidabile catena di fortezze e castelli,[10][11] le sponde dell'Olona accrebbero il suo sviluppo: si moltiplicarono i mulini, dall'alto corso fino alle porte della città, e accanto all'attività molitoria si imposero insediamenti di tipo preindustriale (magli, folle, attorcitoi, concerie, segherie per il legno e per la pietra, in particolare sul Bevera), mentre restava ancora rilevante l'apporto all'irrigazione.

Un uso così intensivo delle acque richiese da parte del Ducato l'emanazione di apposite norme (gli Statuti delle acque): ciò avviene la prima volta nel 1346 e poi nel 1396. Vennero regolamentate l'irrigazione e le derivazioni in modo tale che tutte le acque defluissero normalmente a Milano. A garanzia di ciò, veniva nominato annualmente un Officiale forastero giurisperito, assistito da una vera e propria burocrazia responsabile di acque e strade dello Stato. Il sistema così concepito favoriva il continuo scambio di merci di diversa natura tra città e campagna, gettando le basi di un'economia metropolitana integrata, alla base della prosperità della nazione milanese, creando altresì per l'intero comprensorio dell'Olona i presupposti per diventare un grande incubatoio industriale, che sopravvive ancora ai giorni nostri.

  Dalla nascita del Consorzio a oggi

Nel 1608 i mulini sull'Olona erano già centosessantasei, con 463 rodigini (prese di forza)[12] e nel 1610 cambiarono le disposizioni per la gestione: si costituì un consorzio fra gli utilizzatori,[13] sotto la sorveglanza di un membro del Senato cittadino, che controllava l'uso delle acque. Si trattava di una gestione privatistica che proseguirà fino al 1921 quando le acque del fiume verranno restituite al demanio pubblico. Il Consorzio, che ha sede a Castellanza, sopravvive ancora mantenendone il controllo. Dopo quell'epoca, le attività si diversificarono ulteriormente, con l'introduzione di filande per la seta, dato che nel territorio si era diffusa la coltura del gelso, cotone, tintorie, sbianche, cartiere e poi fornaci, piccole industrie meccaniche. A metà del XIX secolo, le ruote vennero sostituite dalle turbine idrauliche in grado di ottimizzare lo sfruttamento della corrente, poi subentrarono il vapore e l'elettricità e le industrie si allargarono dalla valle alla pianura circostante, dando vita a uno straordinario bacino industriale compreso tra Legnano, Busto Arsizio, Parabiago e Rho. Ancora oggi, nei sedici comuni che si affacciano sulla Valle Olona, si contano 2600 unità produttive, tra artigianali e industriali, con 20.000 occupati.[14]

Una enorme crisi ambientale iniziò quando cessò lo sfruttamento della forza idraulica del fiume e l'Olona divenne un facile sversatoio dei residui e dei liquami derivati dalle diverse produzioni, in particolare tessili, conciarie e cartarie. Nel periodo di massimo tasso di inquinamento, le acque dell'Olona apparivano colorate dagli scarichi delle tintorie e con una spessa schiuma bianca sulla superficie, ed il colore mutava giornalmente a seconda delle industrie che vi scaricavano. Ancora oggi raccoglie scarichi civili ed industriali[15] malgrado già dagli anni ottanta sia in atto un'azione di bonifica con la costruzione di depuratori[16].

  L'Olona ancora ruscello alla Rasa di Varese.
  L'Olona presso Malnate.

  L'alveo originario

  A nord del Naviglio Grande

Uno dei più importanti studi riguardanti l'idrografia milanese è stato compiuto dall'ingegnere Felice Poggi: egli diresse per anni gli Uffici tecnici del comune di Milano e progettò nel 1878 l'acquedotto e nel 1890 la rete fognaria del capoluogo lombardo; nel 1911 redasse uno studio sull'idrografia milanese e le sue modifiche nel tempo che è, ancora oggi, il punto di riferimento per chi affronta la materia, essendo state le sue osservazioni, per altro accuratissime, le ultime prima della cementificazione e il definitivo stravolgimento dei luoghi. Nel 1911 Poggi affermò che l'Olona, quella che attualmente si scarica in darsena a porta Ticinese e quella che si scarica nel Po a San Zenone, costituivano, nei primi anni dell'Era volgare, un solo fiume.

Si sa che l'Olona da Rho proseguiva verso sudsudest per continuare sulla medesima direttrice verso la Bassa e il Po, lasciando Milano sulla sinistra a circa sette miglia, ma non è facile determinarne con esattezza il percorso e molte e diverse sono le indicazioni. Il Rhodense è densamente abitato, e gli interventi sull'idrografia sono stati pressoché continui per motivi di irrigazione, a partire dalla centuriazione romana, per motivi di difesa dalle piene o, più semplicemente, per assecondare lo sviluppo di strade e borghi. La località in cui il fiume è stato deviato dai Romani, nel I-II secolo d.C., è Lucernate.[17] Da qui, seguendo le pur minime ondulazioni del terreno e le ridottissime variazioni altimetriche, si arriva a Cascina Olona,[18] una frazione di Settimo Milanese, a Baggio e a Corsico, con una possibile variante che da Settimo porterebbe a Muggiano e a Trezzano sul Naviglio o a Cesano Boscone.

  A sud del Naviglio Grande

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Olona (meridionale).

Le località di Cesano, Corsico e Trezzano sono contigue (da est a ovest) e tutte e tre sul Naviglio Grande che allora non esisteva, ma da ognuno di questi luoghi è possibile individuare un corso d'acqua che potrebbe scorrere nell'antico alveo dell'Olona fino a Binasco: da Trezzano e Cesano Boscone la roggia Belgioioso, da Corsico passando per Assago la Roggia Vecchia. Da Binasco, con la derivazione del Ticinello si giunge poco più a sud, nel territorio di Lacchiarella, dove anche le rogge Colombana e Carona portano acqua alla rete irrigua e da qui proviene il Roggione. Questo corso d'acqua, quando alla cascina Settimo di Bornasco[19] riceve la roggia Olonetta, cambia nome e diventa l'Olona inferiore. L'Olonetta, assieme alla roggia Misana, proviene da un fontanile di Misano, pochi chilometri a monte. Ripreso il suo vecchio corso e il suo nome, il fiume sfocia come detto a San Zenone al Po.

  Geografia fisica

  Le Cascate di Valganna ghiacciate.

  Idrografia: le sorgenti e la Valganna

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Valganna (valle).

Oltre alla sorgente principale alle Fornaci della Riana[20], il fiume sgorga anche da altre cinque piccole fonti[21], due in Val di Rasa e tre in Valganna.Qui l'Olona forma le cascate di Valganna nella valle omonima. Si trovano nel comune di Induno Olona e sono vicine alle famose grotte[22]. Sulle cascate si può ammirare il fenomeno dell'affioramento del travertino. Queste sorgenti danno luogo a due rami che si uniscono a valle di Bregazzana (frazione di Varese). Il primo ramo dà origine al laghetto Fonteviva, dedicato alla "pesca sportiva"[23] ed alle cascate di Valganna che in inverno, a causa del clima rigido, sono spesso ghiacciate.

  La Valle Olona e l'alta pianura

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Valle Olona.

Dopo questo tratto iniziale, caratterizzato dalla confluenza di sette piccoli affluenti che danno vigore al corso d'acqua, il fiume inizia a percorrere la valle Olona.

La valle è stata originata dall'Olona e dal ritiro dei ghiacciai durante l'ultima era glaciale. Si presenta come una valle profondamente incisa con i centri abitati posti sulle colline prospicienti l'alveo del fiume, chiamate pianalti. Alla destra orografica dell'Olona corrisponde una zona ricca di colture e boschi, mentre a sinistra prevale la brughiera. L'affluente principale in provincia di Varese è la Bevera. Altri tributari importanti sono il Vellone, il Gaggiolo (chiamato anche Rio Lanza, Ranza, Anza o Clivio), la Quadronna, la Selvagna, il Mornaga, il Riale delle Selve ed il Tenore.

  Lavatoio sull'Olona a Legnano in una fotografia del 1903.

A Gorla Minore il fiume si dirama nell'Olonella che si ricongiunge all'alveo principale dopo 1200 m[21]. Esisteva un tempo anche un'altra diramazione naturale indicata con questo nome che attraversava Legnano: essa è stata interrata all'inizio del XX secolo[16]. Dopo aver superata Castellanza, il corso del fiume si dirige verso la pianura padana attraversando il Seprio. Qui dal corso dell'Olona si diramano alcuni canali irrigui, che tornano all'Olona prima di Legnano[16].

Dopo aver lambito il comune di Parabiago (più precisamente la frazione San Lorenzo), il fiume riceve a Rho i suoi due principali affluenti, il Bozzente e il Lura. A Rho ha origine anche il "deviatore dell'Olona" , costruito negli anni anni ottanta, che si immette nel Canale Scolmatore di Nord Ovest (corso d'acqua artificiale scavato negli anni sessanta per raccogliere le piene del Seveso). Quest'opera è sempre stata fonte di polemiche: da una parte non ha evitato tutte le esondazioni come era stato progettato e, dall'altra, porta acque inquinate verso il Ticino[24]. Nel novembre 2002, in condizioni climatiche particolari,[25] strariparono contemporaneamente l'Olona, il Seveso, lo scolmatore e il Ticino.

  A valle di Rho

Da questo punto in poi il fiume non percorre più l'alveo naturale, ma segue il percorso deviato dagli antichi romani, che lo fecero confluire nel Lombra (Lambro meridionale) per riprenderne le acque più a valle, indirizzarle a Milano attraverso il canale della Vepra e scaricarle nella Vettabbia alla Vetra nei pressi di San Lorenzo. La derivazione dal Lombra avveniva in un punto noto più tardi come La Maddalena, un antico borgo che sorgeva attorno all'attuale piazza De Angelis. Il percorso, a parte le rettifiche e i raddrizzamenti dovuti alle canalizzazioni moderne che tengono conto del reticolo urbano allora inesistente, non era molto diverso (parallelo e più e est) da quello che il fiume percorse fino a quando fu tributario della darsena.

  L'Olona a Pero.

Entrato a Pero, dopo un tratto iniziale ancora all'aperto, l'Olona inizia a scorrere sotto il manto stradale e giunge a Milano, attraversando dapprima i quartieri Gallaratese e QT8, dove raccoglie le acque del fiume Merlata (o Fugone). Nel tratto sotto piazza Stuparich riceve la confluenza del torrente Pudiga (o Mussa). Merlata e Pudiga sono i collettori delle acque che provengono dall'area a nord di Milano, le Groane. L'Olona costeggia poi Lampugnano e San Siro, e prosegue sotto i viali della circonvallazione filoviaria (più precisamente piazza Stuparich, Viale Elia, piazzale Lotto, piazza Zavattari, viale Murillo, piazzale Brescia, viale Ranzoni, piazza Ghirlandaio, viale Bezzi, piazzale Tripoli, viale Misurata, piazza Bolivar, piazza Napoli, viale Troya, piazzale delle Milizie).[26][1]

  A Milano, adesso e nel passato

Sotto questo percorso, disegnato per la prima volta dal PRG di Milano del 1884,[27] canalizzato nei primi due decenni del XX secolo e coperto in un periodo che va dal 1950 al 1970, l'Olona finisce: quando uscirà dopo avere sottopassato il Naviglio Grande confluisce a una ventina di metri nel Lambro meridionale. Alcuni autori descrivono l'Olona ed il Lambro Meridionale come un solo corso d'acqua che termina alla confluenza con il Lambro a Sant'Angelo Lodigiano[28] e gli si attribuisce una lunghezza di 120 chilometri. Altri preferiscono trattare i due corsi d'acqua separatamente,[1] con l'Olona che misura 71 chilometri di lunghezza e un bacino di 370 chilometri quadrati. Fino all'entrata in funzione del sisteme di depurazione delle acque del capoluogo lombardo, nel 2005, il Lambro meridionale era un collettore di fogna che raccoglieva gli esiti della parte occidentale della rete fognaria cittadina, che oggi sono invece convogliati ai depuratori di San Rocco e di Nosedo, e usciva a cielo aperto a San Cristoforo unendo le sue acque a quelle dell'Olona, come avviene ancora oggi, e a parte di quelle del Naviglio che uscivano da uno scaricatore. Dal medesimo scaricatore, che un tempo serviva soprattutto a diluire i reflui fognari, oggi il Lambro meridionale ha la sua "sorgente pulita"[29].

  Dalla Maddalena a piazza Tripoli

  Trattoria lungo l'Olona all'"Isola Brera", Milano (1930 circa)

Fino dall'antichità, all'altezza dalla Maddalena, l'Olona prendeva la strada della città: all'epoca dei Romani per entrare nella Vettabbia, poi, dal XII secolo, nella fossa difensiva attorno alle mura medievali, e successivamente (1603) per alimentare la darsena di porta Ticinese. Come si vede anche dalla carta idrografica a lato (1860), si divideva in due rami, Olona Vecchia e Olona Nuova, che si riunivano prima di entrare in darsena. Il braccio settentrionale che non compariva nelle carte precedenti, appare per la prima volta in una carta del 1722[30] ma non esiste più nelle carte dopo la fine del XIX secolo[31]. Vita più lunga ebbe invece la cosiddetta "isola Brera", grosso modo tra le attuali vie Washington e Foppa, originata da una biforcazione del fiume e che prendeva nome dalla cascina omonima che vi sorgeva, ed è ancora segnata in una carta del 1925[32].

Nel 1919, nell'ambito della complessa revisione idrofognaria intrapresa a Milano, si iniziarono a costruire i canali dell'attuale percorso, coperto alcuni decenni più tardi, e la deviazione verso la darsena avveniva in piazza Tripoli: qui c'era una chiusa che deviava il fiume per via Roncaglia, dando inizio a quello che fu chiamato il "ramo darsena". Nei due periodi di asciutta annuale dei navigli, la chiusa era manovrata in modo tale che l'Olona proseguisse il suo percorso lungo la circonvallazione fino a sfociare, a San Cristoforo, nel Lambro meridionale che allora era un vero e proprio collettore di fogna.

Il nuovo percorso, che pure era previsto dal piano Beruto del 1884, non entrò in funzione se non agli inizi degli anni trenta lungo la circonvallazione e per il primo e l'ultimo tratto del ramo darsena (a ovest di via Washington e in corrispondenza con il parco Solari nel 1932); il tratto intermedio fu definitivamente canalizzato (e contestualmente coperto) negli anni cinquanta con la realizzazione di piazza De Agostini e delle vie circostanti.

Col passare degli anni e con l'aumentare dell'inquinamento dell'Olona, la chiusa di piazza Tripoli venne manovrata non soltanto per deviare il flusso delle acque durante le asciutte: dapprima ridusse la portata del ramo darsena e, alla fine degli anni ottanta, la azzerò per "rischio idrogeologico e pericolo di inquinamento"[5] della darsena e delle acque che ne uscivano a scopo irriguo o di navigazione.

La prima copertura a tratti (da via Valparaiso a viale Coni Zugna) del ramo darsena avvenne, come si è detto, nel 1932, quando al posto dello "scalo bestiame" delle ferrovie che vi sorgeva, venne costruito il Parco Solari.[33] Per secoli l'Olona[34] era stato il maggiore affluente della darsena stessa.

  Il prezioso aiuto della cartografia

  Una mappa di Milano del 1600: si vedono il percorso dell'Olona, da Lampugnano alla Maddalena e alle mura, cascine e mulini, mentre non esiste ancora la darsena[35]
  Una vecchia mappa idrografica di Milano della metà del XIX secolo. Si notano i due bracci dell'Olona che confluiscono prima di entrare nella darsena .

La mappa più antica che rappresenta il corso dell'Olona è datata 1608. Su di essa sono anche segnati i ponti e, con una buona precisione, le costruzioni lungo il fiume. Per quanto riguarda i dintorni di Milano, dal XVII[36] secolo ai giorni nostri, i riferimenti cartografici che mostrano il percorso dell'Olona sono molti. Oltre a quello della Maddalena compaiono spesso nomi di cascine e di mulini. Fino al 1704[37] il fiume presenta un solo braccio terminale, a partire dal 1722[38] il fiume si biforca in due rami pressoché paralleli: Olona nuova quello settentrionale che più tardi si chiamerà roggia Molinara, Olona vecchia quello meridionale. La roggia sarà chiusa alla fine dell'Ottocento, prima della canalizzazione del fiume. Il percorso attuale compare, come detto, nel piano regolatore generale del Beruto nel 1884 e, con esso il tracciato del ramo darsena. Questo, prima di incrociare via Vincenzo Foppa, attraversava la via Vepra il cui nome ricorda sia quello romano del canale, sia l'antico borgo omonimo, dove, dopo la sconfitta col Barbarossa e la distruzione della città, furono esiliati i milanesi di porta Vercellina.[39] Qui, fino agli anni cinquanta, esisteva l'ultimo tratto di fiume non canalizzato e con andamento tortuoso e l'ultimo agglomerato artigiano che ne utilizzava le acque per tintorie e laboratori per il trattamento di tessuti pesanti.[40][41]. Per il tratto a monte, la più precisa, tra le mappe più antiche, è del 1789 ed è opera del frate Mauro Fornari e di Domenico Cagnoni. La carta inquadra la provincia di Varese fino a qualche chilometro a sud di Legnano. La prima cartina disegnata dal “Consorzio del Fiume Olona” è del 1722, ed stata tracciata dall'ingegner Gaetano Raggi. Oltre che le infrastrutture, riporta anche i canali e le chiuse.

Tra le carte del XIX secolo sono da citare la mappa disegnata dall'ingegner Vittore Vezzosi nel 1861, che riferisce anche di alcuni rilievi effettuati sul fiume, e quella dell'ingegner Villoresi, su cui sono tracciate con dovizia di particolari le zone irrigate dall'Olona. Quest'ultima riporta infatti anche i canali e le rogge originati dal fiume.

  Gli affluenti e le acque

  Il Lura a Cadorago
  Il Gaggiolo a Malnate.

Il bacino dell'Olona misura 370 km2 e si estende su parte delle province di Varese, Como, Milano, interessando anche un minuscolo lembo di territorio svizzero e il fiume conta 19 affluenti. Quelli più importanti sono la Lura, la Bevera, il Gaggiolo (o Lanza), il Bozzente, il Vellone, il Rile-Tenore, il Merlata, la Mussa, la Quadronna, la Selvagna, ed il Fredda. In Valle Olona si trovano alcune zone umide: lo Stagno Buzonel che si trova nel fondovalle tra Castelseprio e Lonate Ceppino, ed è alimentato dal torrente Bozzone, che in seguito confluisce nell'Olona. lo Stagno di Cairate, posto al confine tra Cairate e Lonate Ceppino, alimentato da alcune risorgive. Da ricordare anche il Refreddo o Fontanile Crotto, un corso d'acqua che sgorga nel fondovalle di Castelseprio, in località Crotto Valle Olona e che confluisce nel fiume poco più a valle. Qui sotto tutti gli affluenti (tra parentesi gli immissari dei corsi d'acqua):

  Regime del fiume

Il regime dell'Olona è tipicamente prealpino, con periodi di portata elevata in autunno e primavera, e periodi di magra - seppur non di secca - in inverno ed estate.

  El Gamba de legn arranca tra le acque dell'Olona straripata alla Maddalena (1917)

La portata media[42] dell'Olona a Ponte Gurone di Malnate è di 2,18 m3/s. In questa località è stata ultimata nel 2009 una diga a vasche di laminazione che regola la portata del fiume, per contenerne le piene. È in grado di formare un bacino temporaneo di 1.570.000 metri cubi con un rilascio di 36 metri cubi al secondo.[43] A Legnano la portata media aumenta fino a 5,8 m3/s, mentre a Rho, dopo che il fiume riceve gli apporti di Bozzente e Lura, essa tocca il valore di 15,22 m3/s.

  Le inondazioni

L'Olona, prima della costruzione di argini e canali scolmatori, è stato un fiume che ha flagellato con frequenti esondazioni le aree che attraversa[16]. L'ultima esondazione che ha fatto danni ingenti si è verificata il 13 settembre 1995[44], mentre l'ultima in ordine cronologico è avvenuta nel novembre 2002[45].

Nell'arco degli ultimi 400 anni vi sono state oltre settanta alluvioni, la maggior parte delle quali ha provocato gravi danni[16]; questo senza contare gli straripamenti, solitamente circoscritti, che avvengono ogni stagione. Da uno studio condotto nel 1990 per conto della facoltà di Scienze geologiche dell'Università degli Studi di Milano, risulta che il maggior numero di piene si è verificato nel tratto del fiume che attraversa la provincia di Milano. In particolare, il rhodense è risultato il luogo più interessato alle esondazioni. Nell'area più settentrionale del bacino, la zona più colpita da fenomeni di piena è stata quella di Clivio.

  La qualità delle acque

  L'Olona in centro a Nerviano.

La qualità delle acque del fiume è monitorata in cinque stazioni: (Varese, Lozza, Fagnano Olona, Legnano e Rho)[46].

Nelle prime stazioni di monitoraggio, Varese, Lozza e Fagnano, l'acqua del fiume risulta "accettabile" o "sufficiente", ed è in costante miglioramento. A Legnano la qualità delle acque peggiora, assumendo il grado "scadente"[47], ma anche qui si nota un miglioramento, visto che fino a pochi anni fa lo stato delle acque dell'Olona era "pessimo". A Rho, anche se in lieve miglioramento, le acque del fiume mantengono il grado "pessimo"[47]. Dopo il depuratore di Pero le acque dell'Olona migliorano. Il consorzio di tutela del fiume si è posto l'obiettivo di far raggiungere in tutte le stazioni di monitoraggio, entro la fine del 2008, il grado "accettabile" ed entro la fine del 2016 il grado "buono"[4]. Dai dati ufficiali la mèta del 2008 non è stata raggiunta ed è ancora più difficile, sembra, raggiungere il traguardo prefissato per il 2016.[48] Queste difficoltà erano ben presenti alla regione Lombardia che per il caso specifico e per il Seveso è ricorsa a strumenti straordinari quali il "contratto di fiume"[49] che prevede un maggiore coinvolgimento degli enti locali e della popolazione interessai per massimizzare il coordinamento degli interventi.[50] Tra le cause che rendono arduo il recupero del fiume, gli esperti sottolineano l'insufficienza del ricambio delle acque, dovuto all'impermeabilizzazione (cementificazione) del bacino di impluvio e l'alta artificialità del percorso (canalizzazioni, tombinature,[51][14] preponderanza di tratti rettilinei) oltre all'insufficienza complessiva del sistema fognario e di collettamento delle acque. Per il tratto Varese Milano nel 2006 si segnalava la necessità di costruire 31 nuovi depuratori[52] e di questi è stato completato soltanto quello di Gornate Olona (2009)[53], che però è di grande capacità e riduce notevolmente il fabbisogno ricordato.

Due episodi recenti sono particolarmente indicativi della situazione. Il 31 dicembre 2009[54] e per diversi giorni a seguire, a Varese lo scolmatore di piena del collettore fognario ha riversato liquami non depurati nel fiume, mentre il 28 giugno 2010 a Fagnano Olona si è verificata la moria di alcune migliaia di pesci: anche in questo caso, i tecnici dell'ARPA hanno potuto stabilire che i liquami tossici, regolarmente recapitati in fogna, erano stati sversati nel fiume dallo scolmatore di quest'ultima.

  La natura e la sua salvaguardia

  Una robinia.

I pendii lungo l'Olona sono dominati da boschi di latifoglie.

  Il volo di un giovane astore.

  Flora

  Brugo fiorito

La prima parte del corso del fiume attraversa il Parco Regionale Campo dei Fiori. Fino a 600 m di altitudine prevalgono i castagni, i frassini ed i tigli. Nelle valli più umide sono comuni gli aceri. Sulla parte sommitale del Massiccio del Campo dei Fiori vengono sostituiti dal faggio, mentre i versanti aridi del Monte Martica sono dominati da betulle e dal pino silvestre. Gli spazi aperti sono impreziositi da piante ormai rare come Gentiana pneumonanthe e da decine di specie di orchidee selvatiche quali ad esempio vesparia e moscaria.

A valle del Campo dei Fiori è stato istituito il Parco Rile Tenore Olona. Le specie che compongono la flora sono principalmente farnie, carpini, robinie, noccioli, platani, frassini, querce, pioppi, olmi, aceri ed ontani. Molte sono anche le specie autoctone di arbusti, funghi e felci che crescono nel parco[15].

I pianalti in sponda sinistra sono invece caratterizzati dalla brughiera. Questa è costituita da distese di brugo (Calluna vulgaris), un piccolo arbusto dalla fioritura autunnale; nel passato era oggetto di sfalcio per usarlo nelle lettiere per gli animali[55] e spesso le distese secche erano preda di incendi. La cessazione della prima pratica e la sensibile diminuzione dei secondi consentono la crescita spontanea di essenze d'alto fusto e, per ora, di radi boschi. La flora del tratto pianeggiante dell'Olona, che è la maggior parte del percorso, è caratterizzata, oltre che dalle specie d'alto fusto già ricordate, dalla massiccia presenza della robinia, originaria dell'America settentrionale e introdotta nei nostri boschi agli inizi del 1800.

  La fauna

Nella prima parte del corso, quello non inquinato, la fauna è ricchissima. Nel parco del Campo dei Fiori si possono incontrare ungulati maestosi come il cervo o l'agile capriolo, oltre a decine di piccoli mammiferi e roditori, tra i quali citiamo lo scoiattolo, il riccio, il toporagno e la donnola. Diversi sono anche i rapaci presenti: alcuni stanziali come l'Astore, con i suoi 120 centimetri di apertura alare, il Nibbio bruno, il falco pecchiaiolo, la poiana, lo sparviero e il falco pellegrino, altri migratori come il biancone e il falco di palude. Il gufo, l'allocco e il barbagianni non nidificano tra gli alberi ma cacciano di notte nei boschi e fanno udire i loro richiami. Completano l'avifauna l'airone cenerino, formidabile pescatore che non disdegna rane, piccoli rettili, topi e insetti e i molti uccelli, migratori e non, tipici dei boschi e dei campi.

Tra gli anfibi sono presenti salamandre e diverse specie di raganelle, rospi e rane. Tra i rettili citiamo la lucertola, l'orbettino, la vipera ed il ramarro[15]

Un discorso a sé merita l'ittiofauna, presente in tutto l'alto corso e in valle Olona, con presenze purtroppo non censite e lasciate alla testimonianza di pescatori o osservatori occasionali, e che talvolta "emerge" per episodi incresciosi di inquinamento e di conseguente moria in termini più abbondanti del previsto. Le specie presenti sono tutte autoctone (cottidi e ciprinidi^, per la impossibilità di risalita che hanno quelle allogene attraverso i tratti più inquinati. La pesca era un tempo un'attività fiorente sul fiume, anche in forme professionali, ed era il consorzio a rilasciare le singole licenze, ma dal 1780 il fiume venne diviso in tratte (otto nel 1811, sette fino alla darsena nel 1899, quando l'attività cominciava a essere compromessa dagli scarichi industriali[16]) e furono queste a essere date in affitto[56]

  Parchi

A partire dal 1988, quando una delibera regionale istituì i Parco Regionale del Campo dei Fiori, sono state diverse le iniziative mirate alla salvaguardia dell'ambiente naturale e del rilevante patrimonio naturale, storico e archeologico lungo l'asta del fiume e dei suoi affluenti sino a Rho. Con il perfezionarsi dell'iter istitutivo del parco di interesse sovracomunale (PLIS)[57]Rho, Pregnana Milanese, Pogliano Milanese e Vanzago,[58] nel cui territorio da anni ha sede il bosco con l'oasi e il centro di recupero degli animali selvatici gestito dal WWF[59][60], nessun tratto di sponda dell'Olona resterà senza tutela e salvaguardie.

  Parco Regionale Campo dei Fiori

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Parco Regionale Campo dei Fiori.
  Le cascate di Valganna in veste estiva
  Il castello in una immagine del 1905.

Il Parco ha una superficie di 5.400 ettari ed è gestito da un consorzio formato dalle comunità montane della Valceresio, Valcuvia e Valganna-Valmarchirolo, dalla Provincia di Varese e dai quattordici comuni compresi nel territorio del Parco: Barasso, Bedero Valcuvia, Brinzio, Castello Cabiaglio, Cocquio-Trevisago, Comerio, Cuvio, Gavirate, Induno Olona, Luvinate, Orino, Rancio Valcuvia, Valganna, Varese.

Ha sede a Brinzio. Dal 2010 è attivo il progetto di recupero dell'area della sorgente principale dell'Olona, alla Rasa di Varese. In particolare saranno risanate le Fornaci della Riana e Rasa di Varese, mentre è stata recuperata e riaperta Villa Cagnola[61].

  Parco Rile Tenore Olona

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Parco Rile Tenore Olona.

Costituito nel 2006, il Parco abbraccia un territorio caratterizzato da estesi terrazzamenti di origine fluvio-glaciale, i cosiddetti pianali morenici ed è ricco di siti di rilevanza storica e culturale. La particolare geologia del territorio permette la nascita di numerosi piccoli torrenti alimentati da acque risorgive e acque piovane. I principali sono il Rile ed il Tenore.

  Parco del medio Olona varesino

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Parco medio Olona varesino.

Nel 2006 è stato istituito il Parco del medio Olona varesino, che comprende il tratto della Valle Olona tra Fagnano Olona e Marnate. Il Parco comprende i Comuni di Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e Marnate. Oltre alla Valle Olona il Parco include anche il tratto fagnanese del Tenore e i boschi ad est di Gorla Maggiore, in cui scorre il Fontanile di Tradate.[62]

  Parco Locale del Bosco di Legnano

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Parco locale del bosco di Legnano.

Nato negli anni settanta,[63] sorge accanto al Castello di Legnano, al confine con i Comuni di Canegrate e San Vittore Olona. È anche noto come "Parco castello" o "Parco di Legnano".

Nel periodo della costituzione del Parco i rimboschimenti non erano fondati sulle conoscenze delle specie locali, e dunque l'area protetta annovera molte piante non autoctone della zona. Solamente i pioppi lungo le rogge ricordano l'ambiente agricolo lungo le sponde del fiume.

Dal 1981 è stato realizzato un sistema di laghetti e paludi frequentato da un grande numero di uccelli acquatici, e abitato da molte specie ittiche.[64]

  Parco dei mulini

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Parco dei mulini.
  Il mulino Gajo a Parabiago.

Istituito il 20 marzo 2008, interessa le aree boschive ed agricole dei Comuni di Legnano, Canegrate, San Vittore Olona e Parabiago.[65] È in fase di studio l'estensione fino all'ex Monastero Olivetano a Nerviano.

La superficie, oltre 264 ettari, è quasi interamente impiegata ad attività agricole.

Nel Parco sono presenti importantissime testimonianze storiche come il Castello di Legnano, l'ex opificio Visconti di Modrone (oggi adibito a centro residenziale) e sei mulini, ultima testimonianza dell'antica tradizione molitoria della zona[16].

  Parco Valle del Lanza

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Parco Valle del Lanza.

Il Parco include i Comuni di Malnate, Cagno, Bizzarone e Valmorea e interessa marginalmente l'Olona, visto che comprende solo il breve tratto in cui confluisce il torrente Lanza (ovvero il Gaggiolo), presso la Folla di Malnate.

  Geografia antropica

  Comuni attraversati

I Comuni attraversati dal fiume sono:

  Navigabilità e viabilità

Il fiume in sè non ha mai rappresentato una via di comunicazione navigabile[16], ma il suo corso e le sue sponde hanno costituito una frequentata via di transito dalla bassa pianura verso il nord fino dalla preistoria e testimonianze in tal senso provengono dai ritrovamenti a Parabiago, Canegrate , Legnano e Castelseprio. Del I secolo d.C. è la strada romana da Milano al Verbano che seguiva l'Olona fino a Legnano e lungo la quale il fiume fu canalizzato: c'è chi pensa che sia stata quest'opera a promuovere lo scavo fino al Mussa (Lombra) e, in definitiva, la deviazione a Milano.[66] Nel III e IV secolo si definirono meglio i percorsi per Varese o, piuttosto, per il lago Maggiore e per la Svizzera, sempre appoggiandosi su parte del tracciato del fiume. Di navigabilità non si può parlare neppure oggi, anche se in alcuni punti del fiume viene praticata la canoa e ogni tanto, per scopi di promozione ambientale, qualche ecologista ne effettua la discesa in kayak.

  Un mulino di San Vittore Olona in una foto d'epoca
  Il Mulino Montoli a San Vittore Olona.

  Infrastrutture e progetti

Un tempo, le infrastrutture fluviali riguardavano soprattutto i ponti, il rafforzamento degli argini a difesa dalle piene, le derivazioni d'acqua e le fortificazioni a difesa dell'assieme. L'Olona, in tutto il suo percorso, viene scavalcato da 57 ponti, tra i quali ve ne sono alcuni di interesse storico, come il ponte romanico a Castiglione Olona (presso la località Mulino Celeste).
; le derivazioni, numerosissime, sono ormai praticamente tutte chiuse; il corso del fiume è quasi tutto artificializzato, ma ancora inquinato e ancora fortemente a "rischio idraulico", cioè di straripamento. Dopo il completamento nel 2009 del grande impianto di "laminazione" di Gurone[67], capace di trattenere fino a 1.570.000 metri cubi d'acqua in un bacino provvisorio con un rilascio massimo di 36 metri cubi al secondo, a destare preoccupazione sono soprattutto gli affluenti, Lura[68] e Bozzente[69] in particolare, non ancora convenientemente regolati. Come riferito prima, dal 2006 le opere di difesa idraulica sono demandate al "contratto di fiume"[70]. In termini analoghi dovrebbero essere affrontati i problemi di collettamento, smaltimento e depurazione delle acque. Nel frattempo, va segnalata una meritoria azione degli enti locali e dei vari consorzi nel miglioramento della fruibilità di parchi, zone verdi e sponde, con la realizzazione di molte piste ciclopedonali, l'attrezzatura di vari punti d'incontro e l'organizzazione di periodiche visite guidate e manifestazioni. Tra le piste ciclabili, ricordiamo solo quella internazionale tra Castellanza a Mendrisio, passando per il confine con la Svizzera. Il tragitto ricalca il percorso della ferrovia della Valmorea. Il primo tratto della pista ciclopedonale è stato inaugurato nel 2007 e si snoda, lungo il fiume, tra Castellanza e Fagnano Olona.

  I mulini

Tra le sorgenti e Nerviano il corso del fiume era un tempo disseminato di mulini. Fin dal Medio Evo, a Legnano in particolare, prosperava l'attività molitoria[16]. Tale era il numero di mulini da far supporre che nel XV secolo questa attività costituisse per l'intera zona una notevole fonte economica. Il più antico documento conosciuto nel quale si nomina un mulino sull'Olona è del 1043[16]: esso fa riferimento ad una struttura situata tra Castegnate e la località "Gabinella" a Legnano, di proprietà di Pietro Vismara. Le Signorie degli Sforza e dei Visconti posero a presidio dei più importanti raggruppamenti di mulini sull'Olona alcune fortificazioni, sfruttando fortilizi e castelli già esistenti. Nel 1608 si contavano sulle sponde dell'Olona 116 mulini[16], fra i quali un maglio da rame, un follone o gualchiera per i panni e diversi torchi da olio.

Durante lo sviluppo industriale del XIX e XX secolo i mulini vennero gradatamente abbandonati[16]. A Legnano furono demoliti i sette della città dalle grandi industrie cotoniere per permettere l'installazione delle più moderne ed efficienti ruote idrauliche. Nel periodo post bellico crebbe il fabbisogno di corrente elettrica, e l'uso delle vecchie ruote diventò economicamente conveniente solo per le piccole officine. Gli antichi mulini ripresero dunque ad azionare trapani, piallatrici, mole a smeriglio, ecc.. ma anche questo nuovo risveglio si spense presto col mutare delle condizioni economiche[16].

Attualmente ne restano, a monte e a valle del castello visconteo di Legnano, soltanto sei[16] e da essi prende il nome una tradizionale gara di cross campestre, la Cinque Mulini, che si corre ogni anno, in primavera, a San Vittore Olona. Si tratta dei mulini "Meraviglia" (già Melzi Salazar), "Cozzi", "Cornaggia" (lungo l'Olona adiacente al Parco comunale del Castello di Legnano), "De Toffol", "Montoli" di San Vittore Olona e "Galletto" di Canegrate. L'unica struttura con le macine ancora in efficienza di questa zona (destinata a triturare foraggio per bestiame) è il mulino annesso alla fattoria agricola "Meraviglia" nel territorio di San Vittore Olona, che è certamente il più antico tra i rimasti: risalirebbe infatti al XIV secolo[16]. A valle del Castello ne rimangono pochi altri, come il mulino "Gajo" a Parabiago ed un altro a valle di Nerviano.

  Archeologia industriale

A partire dagli anni '60-'70 l'industria (specie il settore tessile) entrò in una crisi irreversibile e da allora a oggi, progressivamente, la maggior parte delle fabbriche ha chiuso, lasciando in Valle Olona un imponente patrimonio di archeologia industriale. In valle si trovano dunque fabbriche di numerose tipologie, da quella "verticale" (notevole esempio ne è il Cotonificio Cantoni di Castellanza) alla più diffusa fabbrica "orizzontale", affermatasi a partire dal 1880 e caratterizzata da un solo piano di lavoro con capannoni (shed, in inglese) affiancati (il Cotonificio Ponti di Solbiate od il Cotonificio Candiani di Fagnano, per citarne un paio).

  La LIUC a Castellanza

Buona parte di questi grandi complessi industriali giace in condizioni di abbandono e degrado e di difficile controllo, mentre il recupero appare sempre più problematico. Non mancano gli esempi incoraggianti come il recupero del Cotonificio Cantoni di Castellanza, che nel 1991 è stato adibito a sede dell'università Carlo Cattaneo[71]. In particolare si dovrebbero recuperare, prima che vadano del tutto perduti, i mulini in rovina che esistono in valle, spesso di origini settecentesche o addirittura precedenti, dunque meritevoli di grande attenzione.

Un'attenzione tutta particolare merita la stabilimento della Birra Poretti, di Induno Olona, perché in piena attività. Qui fu la vena delle stesse fonti che originano l'Olona a innescare l'opportunità, colta da Angelo Poretti nel 1877,[72] di costruire una grande birreria. Nel 1901, quando per l'ottimo andamento degli affari si trattò di ampliare lo stabilimento, il Poretti lo volle in stile Liberty e anche i successivi restauri e ampliamenti furono rispettosi di tale scelta, tra i vari architetti che vi misero mano nel tempo è da ricordare Ulisse Stacchini, il progettista della stazione centrale di Milano. L'edificio, tra il naturalismo, il classicismo, l'egizio e il floreale, presenta appariscenti decorazioni: mascheroni, grottesche, medaglioni, frange e gocce, conchiglie, lesene giganti e grandi festoni di luppolo: ciò che ne fa un esempio studiato di architettura è la conciliazione tra la monumentalità e la funzionalità.

  Galleria fotografica

  Note

  1. ^ a b c d e f g Regione Lombardia - ARPA - Il fiume Olona - Inquadramento ambientale. URL consultato in data 07-08-2010.
  2. ^ a b Regione Lombardia - ARPA - Contratto di fiume Olona Bozzente Lura - Rapporto del primo anno di lavoro. URL consultato in data 07-08-2010.
  3. ^
  4. ^ a b c Valleolona - Il Fiume Olona: Carta d'identità. URL consultato in data 17-07-2010.
  5. ^ a b c Metropolitana Milanese - Sistema idrico di Milano. URL consultato in data 17-07-2010.
  6. ^ Metropolitana Milanese - Il funzionamento degli impianti di Milano Nosedo e Milano San Rocco. URL consultato in data 07-08-2010.
  7. ^ Consorzio villoresi - Canali di competenza del consorzio. URL consultato in data 06-09-2010.
  8. ^ Senjore, op. cit.
  9. ^ L'Olona, fiume dell'EXPO, adesso può tornare a vivere - Da "Consorzio del fiume Olona". URL consultato in data 31-03-2011.
  10. ^ Il castello di Belforte, di Induno, di Castiglione, di Fagnano, il Castellazzo di Ierago, di Castellanza a presidio del Guado di Castegnate, di Legnano e di Nerviano.
  11. ^ Gamberini, op. cit.
  12. ^ Censimento dell'ingegner Barca, 1608
  13. ^ Consorzio Fiume Olona. URL consultato in data 08-09-10.
  14. ^ a b Crea - Il fiume Olona: la natura e la storia. URL consultato in data 08-09-10.
  15. ^ a b c Parco Rile Tenore Olona. URL consultato in data 08-09-10.
  16. ^ a b c d e f g h i j k l m n o d'Ilario, Gianazza, Marinoni, Turri, op. cit.
  17. ^ Comune di Rho - Lucernate memorie e sviluppi. URL consultato in data 08-09-10.
  18. ^ Indicativo il toponimo
  19. ^ Carta Tecnica Regionale 1:10.000 Milano-Pavia
  20. ^ Varesefocus - Periodico dell'Unione industriali della provincia di Varese - C'era una volta l'Olona (e c'è ancora). URL consultato in data 09-09-10.
  21. ^ a b Valleolona - Il Fiume Olona: Storia. URL consultato in data 08-09-10.
  22. ^ Varesefocus - Periodico dell'Unione industriali della provincia di Varese - Dove Venere fa ancora il bagno. URL consultato in data 08-09-10.
  23. ^ Assolaghi - Federazione nazionale centri di pesca - A.P.S. Fonteviva A.S.D.. URL consultato in data 08-09-10.
  24. ^ Provincia del Ticino - Il canale scolmatore nord-ovest. URL consultato in data 09-09-10.
  25. ^ Centro geofisico prealpino - Eventi di piena del Lago Maggiore - Piena ed alluvione del novembre 2002. URL consultato in data 09-09-10.
  26. ^ A.A. V.V., Istituto Geografico De Agostini - Atlante Stradale d'Italia - 2005-2006.
  27. ^ Piano Beruto
  28. ^ Il corso d'acqua viene designato come "Olona settentrionale-Lambro meridionale", con un bacino di 905 chilometri quadrati
  29. ^ Regione Lombardia - Documento sullo stato dell'Olona e del Lambro Meridionale. URL consultato in data 09-09-10.
  30. ^ Giuseppe Filippini, Iconografia del Castello e della città di Milano
  31. ^ Pianta di Milano, Artaria Sacchi, 1904
  32. ^ IGM, pianta di Milano, luglio 1925
  33. ^ Comune di Milano - Parco Don Giussani (ex Parco Solari). URL consultato in data 09-09-10.
  34. ^ La sua funzione era quella di aumentare le acque irrigue che ne defluivano
  35. ^ Giovanni Battista Clarini, Carta dei dintorni di Milano per il raggio di 5 miglia di braccia milanesi di 22,568 l'uno, 1600 ca. ristampa del 1682, particolare.
  36. ^ "Ducato, overo territorio di Milano" di Giovanni Antonio Magini. Bologna 1620
  37. ^ Daniel Stopendal "Thesaurus Antiquitarum Instoriarum Italiae, Leida 1704
  38. ^ Giovanni Filippini, "Iconografia della città e castello di Milano, 1722.
  39. ^ Vittore e Claudio Buzzi, "Le vie di Milano", dizionario di toponomastica milanese, Ulrico Hoepli, Milano, 2005.
  40. ^ I riferimenti cartografici sono tratti da "Carte di Lombardia" a cura di Giovanni Liva e Mario Signori, Arti grafiche Amilcare Pizzi per Mediocredito Lombardo, Milano, 1985, da "Atlante storico di Milano, città di Lombardia" a cura di Virgilio Vercelloni, Officina d'arte grafica Lucini per Metropolitana Milanese, Milano 1987.
  41. ^ Miol - Mappe storiche. URL consultato in data 09-09-10.
  42. ^ Regione Lombardia - Programma di tutela e uso delle acque. URL consultato in data 09-09-10.
  43. ^ Varesefocus - Periodico dell'Unione industriali della provincia di Varese - Una diga per fermare la furia dell'Olona. URL consultato in data 09-09-10.
  44. ^ Centro geofisico prealpino - Varese - Bilancio della stagione autunnale 2000. URL consultato in data 11-09-10.
  45. ^ Centro geofisico prealpino - Varese - Piena ed alluvione del novembre 2002. URL consultato in data 11-09-10.
  46. ^ Comune di Castiglione Olona - Parco Rile Tenore Olona - Fiume Olona
  47. ^ a b Qualità ambientale nelle aree metropolitane italiane - II Rapporto annuale - Qualità dell’ambiente urbano. URL consultato in data 11-09-10.
  48. ^ Regione Lombardia - Programma di tutela e uso delle acque. URL consultato in data 11-09-10.
  49. ^ Accordo quadro di sviluppo territoriale - Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura. URL consultato in data 11-09-10.
  50. ^ Portale dell'Alto milanese - Contratto di Fiume. URL consultato in data 11-09-10.
  51. ^ Oltre che a Milano, il fiume ha lunghi tratti coperti a Varese, Legnano e San Vittore Olona
  52. ^ Regione Lombardia - Programma di tutela e uso delle acque in Lombardia. URL consultato in data 11-09-10.
  53. ^ Contratti di Fiume - Ultimato il depuratore di Gornate Olona. URL consultato in data 11-09-10.
  54. ^ VareseNotizie - La fogna continua a finire nell'Olona. URL consultato in data 12-09-10.
  55. ^ Prima ancora era usato per fabbricare scope e il suo nome deriva dalla parola greca καλλύνω (kallýnō), verbo che vuol dire “abbellisco, pulisco”:
  56. ^ Macchione, op. cit.
  57. ^ Parco del Basso Olona
  58. ^ Mi-Lorenteggio - Rho. Il Parco d'interesse Sovracomunale del Basso Olona è realtà. URL consultato in data 21-09-10.
  59. ^ WWF Italia - CRAS di Vanzago: record di animali ricoverati, oltre la metà ritornati in natura. URL consultato in data 21-09-10.
  60. ^ Riserva Regionale Bosco WWF di Vanzago. URL consultato in data 21-09-10.
  61. ^ Ex Novo Ambiente - I segreti di Villa Cagnola presso La Rasa di Varese. URL consultato in data 21-09-10.
  62. ^ Provincia di Varese - Agenzia del turismo - Parco medio Olona varesino. URL consultato in data 21-09-10.
  63. ^ Provincia di Milano - Parco Bosco di Legnano. URL consultato in data 21-09-10.
  64. ^ Parks - Parco del Bosco di Legnano. URL consultato in data 21-09-10.
  65. ^ Ecocultura - 2008 nasce un nuovo parco: Il Parco dei Mulini dell'Olona. URL consultato in data 21-09-10.
  66. ^ P.G. Sironi, "Sulla via romana Mediolanum Verbanus" Da Archivio Storico Lombardo.LXXIX (1962)
  67. ^ VareseNotizie - Gurone: promossa la diga sull'Olona. URL consultato in data 24-09-10.
  68. ^ Parco del Lura - Home Page. URL consultato in data 24-09-10.
  69. ^ VareseNews - Il Bozzente esonda sul Sempione. URL consultato in data 24-09-10.
  70. ^ Contratti di Fiume - Studi di scenario Olona-Bozzente-Lura. URL consultato in data 24-09-10.
  71. ^ La LIUC, fortemente voluta e anche finanziata dall'Univa, l'associazione degli industriali di Varese
  72. ^ La sorgente naturale della "Fontana degli ammalati", così detta per le sue "virtù" risanatrici:

  Bibliografia

  • AA. VV., Milano il volto della città perduta, Immagini della memoria 1850-1950, Milano, Edizioni CELIP Milano, 2004.
  • Silvia Antonia; Conca Messina S.A., Cotone e imprese. Commerci, credito e tecnologie nell'età dei mercanti-industriali. Valle Olona 1815-1860, Venezia, Marsilio Editori, 2004.
  • Silvano Colombo; Paolo Cottini; Albertina Galli, Varese: ambiente ed arte nella provincia di Varese, Varese, Edizioni Lativa, 1989.
  • Giorgio D'Ilario; Egidio Gianazza; Augusto Marinoni; Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984.
  • Paola Di Maio, Lungo il fiume. Terre e genti nell'antica valle dell'Olona, Corsico, Teograf, 1998.
  • Andrea Gamberini, L'età dei Visconti e degli Sforza, 1277-1535, Milano, Skira, 2001.
  • Pietro Macchione; Mauro Gavinelli, Olona. Il fiume, la civiltà, il lavoro., Varese, Macchione Editore, 1998.
  • Landolfo Senjore, Historia mediolanensis, Hannover, L.C. Bethmann, W. Wattenbach, 1848.
  • Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997.

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